Resoconto della seduta n.129 del 07/05/2019
SEDUTA N. 129 DEL 7 MAGGIO 2019

La seduta inizia alle ore 11,20

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 129 del 7 maggio 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 128 del 16 aprile 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Sull’ordine dei lavori di oggi la Conferenza dei capigruppo si è espressa favorevolmente in merito al rinvio della proposta di legge n. 206 alla seduta del 28 maggio, quindi se non vi sono obiezioni, è approvato.
Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Anche a nome delle due Commissioni congiunte III e IV chiedo l’iscrizione urgente all’ordine del giorno della proposta di legge n. 284.

PRESIDENTE. Iscrizione proposta di legge n. 284. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

PRESIDENTE. La proposta di legge viene inserita al punto 3 dell’ordine del giorno.
Nell’ordine tratteremo le proposte di legge nn. 136, 241 e 284.
L’ultima modifica dell’ordine del giorno odierno è l’anticipazione, come richiesto dal Consigliere Bisonni, della mozione 484 che sarà posta prima del punto 6 dell’ordine del giorno.

Proposta di legge n. 136
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Marconi
“Cimiteri per animali d’affezione”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 136 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Marconi.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Dice bene il Consigliere Maggi, ho una specializzazione in campo cimiteriale e non mi può essere sottratta.
In effetti ho aggiunto la mia firma, quindi non c'è nella proposta originaria, che è stata avanzata dai Consiglieri Malaigia e Zaffiri, mi sono inserito dopo perché ho ritenuto questa normativa significativa, per due motivi. Il primo è che spesso normiamo per promuovere, sembra veramente il cimitero legislativo delle Regioni, in quanto non abbiamo più capacità di spesa. Difficilmente abbiamo situazioni nuove da normare e quindi finiamo per fare leggi che promuovono, che incentivano, che auspicano, che danno indicazioni più di natura morale ed etica che di natura legislativa. In questo caso no, in questo caso facciamo una legge che non prevede spese, ma che mette un punto fermo su alcuni aspetti in merito ad un fenomeno che si sta ampiamente manifestando.
Non c’è dubbio che negli ultimi decenni gli animali da affezione, soprattutto per la forte urbanizzazione che il nostro Paese ha subìto, perché quando gli italiani vivevano in maggioranza nelle aree rurali, in campagna, non era necessario immaginare cose di questo genere, oggi invece abbiamo moltissimi animali. Non parlo solo dei più tradizionali, cani, gatti e uccellini di varia natura, abbiamo animali di tutti i tipi, ecco perché la legge li definisce animali da affezione e non segnatamente animali domestici o cani e gatti, come era l’intenzione originaria.
Questa necessità si manifesta perché gli animali hanno un tempo di vita anche molto ridotto, quindi la stessa persona può averne diversi nel corso della propria vita, faccio riferimento al cane che ovviamente è quello più largamente curato dai nostri cittadini marchigiani, quindi la necessità di avere un luogo dove seppellirli è manifesto.
Per due ragioni, la prima è di natura igienico sanitaria, questa non vogliamo dimenticarla perché un animale non può essere oggetto di dispersione nell’ambiente con problemi anche di natura legati alla salute, ma c’è in più, l’affezione già manifestata in vita si prolunga anche dopo la morte dell’animale e questa necessità si è concretizzata, si è esplicitata attraverso la creazione, a cominciare dalla città capoluogo di Regione, Ancona, di vari cimiteri ad iniziativa dei Comuni o dei privati con normative regolamentari che fanno riferimento alle discipline nazionali.
Noi ci siamo basati sulla disciplina nazionale, non potevamo prescindere da questa, ma abbiamo voluto introdurre altre cose. Ne lascio molte alla presentazione della Consigliera Malaigia, perché non vorrei sottrarre tutti gli argomenti in questa presentazione che è condivisa in quanto la legge è stata approvata all’unanimità dalla Commissione e penso che altrettanto avverrà in Aula. Non abbiamo motivo di contendere e la relazione di maggioranza e di minoranza diventa unica.
Sottolineo soltanto due aspetti che sono stati oggetto di mia specifica proposta, che è avvenuta nel corso della discussione e dell’esame della legge, che debbo dire è stata largamente modificata, è stata anche condivisa dalla relatrice che è presente in Commissione, non c’è stata nessuna blindatura istituzionale e in questo spirito una legge proposta dalla minoranza vede facilmente la luce in Aula con la condivisione di tutti.
Due cose voglio sottolineare, a parte alcuni aspetti di natura igienico sanitaria e poi altri in merito allo smaltimento dei cadaveri di animali. Una riguarda la possibilità di un seppellimento nelle aree private, per aree private dei proprietari intendiamo ovviamente il giardino di casa o un terreno di proprietà nel quale è possibile inumare l'animale, salvo una procedura minima prevista, cioè una segnalazione agli uffici competenti, al Servizio veterinario, un controllo preventivo sulla salma dell’animale, che non abbia problemi di natura igienica, e anche una verifica sul terreno sul quale verrà seppellito. E’ chiaro che si tratta di una piccola carcassa è una cosa, se si tratta di un cavallo, e non dico una amenità, quindi di una carcassa significativa, non può essere sepolto a monte, che ne so, di una fonte d’acqua che viene poi utilizzata o captata per usi civili.
Ci sono una serie di precauzioni che devono essere messe in campo, però con la Consigliera Malaigia abbiamo voluto questa cosa ed oltre al cimitero organizzato dal Comune, oltre al cimitero organizzato dal privato e convenzionato con il Comune con spese calmierate, non può diventare oggetto di speculazione o di forti guadagni, si guadagni sul lavoro che viene fatto per questa attività, abbiamo inserito anche i giardini o gli appezzamenti privati in modo tale che l’animale possa essere sepolto lì e rimanere vicino al proprio padrone.
C’è anche un limite, mi sembra di 5 anni, che viene indicato come tempo prima di un utilizzo diverso di quel terreno, mi pare che i tecnici abbiano detto che è il minimo necessario.
L’altra cosa che abbiamo voluto inserire all’unanimità è un dato squisitamente etico e riguarda il riferimento ai simboli religiosi, abbiamo detto, senza negare altro, senza negare qualsiasi espressione d’affezione che uno può indicare sulla tomba del proprio animale, di non mettere nessun tipo di simbolo religioso, né che faccia riferimento al cristianesimo, all’ebraismo, all’islam né a qualsiasi altra religione perché la distinzione fra l’essere umano e l’animale ancora è patrimonio comune di questa nostra cultura occidentale.
Invece è possibile posizionare una targa con determinate caratteristiche nella quale si faccia riferimento all’animale e a qualsiasi altra cosa il proprietario voglia indicare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. La motivazione che mi ha spinta a presentare questa proposta di legge riguarda ragioni, come diceva il Consigliere Marconi, igienico sanitarie dato che in quasi tutte le famiglie è presente oramai un animale d’affezione, che possa essere un cane, un gatto o anche altri tipi di animali che fanno ormai parte del contesto familiare.
Il problema dello smaltimento delle carcasse comincia ad essere abbastanza urgente da risolvere, quindi innanzitutto motivazioni ragioni igienico sanitarie, e si è evidenziato per l’abusivismo. Anche in parchi pubblici sono sorti dei cimiteri abusivi che mi fanno un po’ pensare al trailer del film che sta per uscire adesso tratto dal libro di Steven King “Pet sematary”, che danno anche una visione avvilente e degradata di alcune aree e parchi urbani. La gente non sapendo dove seppellire il proprio animale d’affezione ha iniziato ad individuare delle zone e abusivamente a seppellire le carcasse in maniera poco igienica, poco dignitosa che dà un aspetto deprimente ad angoli dei nostri parchi e delle nostre città.
Non ultima la motivazione di dare una collocazione dignitosa ad animali che più volte ci hanno aiutato in situazioni difficili della nostra vita. Pensiamo a quelli che vengono utilizzati dai non vedenti, che sono senz’altro necessari per la vita di queste persone, pensiamo a quelli impiegati nelle pet therapy di persone disabili o fragili, pensiamo ad animali da compagnia per anziani, pensiamo anche, mi viene in mente, a Galassia, la Border Collie che ha salvato la vita della bambina Giulia durante il terremoto, pensiamo ad animali che più di una volta hanno fatto molto per noi, quindi prevedere una collocazione più dignitosa e riconoscente non è una cosa sbagliata. Non ultima, da non sottovalutare, anche una piccola integrazione al reddito da parte di chi volesse iniziare questa attività, o anche un piccolo introito per Comuni e associazioni che così facendo, mettendo un cimitero per animali d’affezione, potrebbero contribuire alla manutenzione di aree verdi comunali.
Queste sono le motivazioni alle quali ho inteso dare una risposta con una normativa che potesse finalmente andare incontro all'esigenza di smaltire le carcasse degli animali che, specialmente per chi non ha un giardino, per chi non ha possibilità, potrebbe costituire un vero problema. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Vorrei annunciare il mio voto favorevole a questa proposta di legge. Non mi ero accorto sennò avrei chiesto se era possibile sottoscriverla, ma non è questo il problema, l’importante è che venga approvata dall’Aula.
Penso che sia una norma che arriva al momento giusto, nel senso che sono, come è già stato detto, sempre di più le persone e le famiglie che hanno un animale in casa e che nel momento in cui muore hanno grosse difficoltà a capire dove poterlo seppellire.
Questa è una legge che mi trova favorevole e ringrazio i presentatori per averla portata in Aula. Grazie.

Saluto alle scuole

PRESIDENTE. Permettetemi di salutare i ragazzi che sono presenti in tribuna, la classe II A dell’Istituto tecnico industriale “Don Luigi Orione” di Fano. Grazie ragazzi per la vostra presenza.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Intervengo anch’io per dichiarare il voto favorevole di Fratelli d’Italia.
Credo che la sensibilità nei confronti dei nostri amici a quattro zampe sia anche un segno di civiltà e di evoluzione della nostra società proprio perché, come è stato ricordato, spesso assolvono anche ad una funzione sociale o di aiuto alle fasce più deboli. Quanti anziani soli hanno la compagnia di un animale? Quanti disabili possono usufruire, ad esempio le persone non vedenti, di un supporto? Non solo, la compagnia di un animale rende le giornate delle persone che sono sole più leggere, più felici, con uno scopo, quindi ben venga un atto come questo che trova il favore mio e del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Vorrei soltanto sottolineare un fatto in merito a questo tema così importante. Ho chiamato un mio conoscente veterinario che mi ha detto che a livello nazionale c’è già una norma molto stringente sulle carcasse, quindi noi andiamo a fare una cosa molto poetica, nella poesia siamo maestri, va bene, però mi sembra che la norma nazionale scavalchi quella regionale.
Voglio dare degna sepoltura ai miei amati pipistrelli, lì però la carcassa è minima e lo posso fare sicuramente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Anche il Movimento 5 Stelle è sensibile agli animali d’affezione.
Vorrei soltanto fare un rapidissimo excursus per far riflettere. Ho fatto una passeggiata, lungo il corso ed il centro storico, con una mia amica straniera che mi è venuta a trovare e mi ha detto: “In questa società ci sono più cani che bambini”, in effetti è vero, basta guardare nelle nostre città, le mamme con le carrozzine o le mamme che portano a spasso i bambini sono meno delle persone che hanno al guinzaglio il cane o il gatto.
Questo perché la nostra è una società di grande solitudine, le famiglie si sfasciano, gli anziani invecchiano ed hanno nell'animale d’affezione un compagno ed un conforto molto importante.
E’ anche diventato un business, io ho lavorato nella pubblicità ed un comunicatore mi ha detto: “Hai notato, 10 anni fa nei centri commerciali c’era un piccolo scaffale con gli alimenti per gli animali, adesso nella grande distribuzione ci sono 10 metri di scaffali con tutti i cibi e le suppellettili”.
In effetti non solo c’è una sensibilità nei confronti degli animali, e questa è una cosa buona, ma questi sopperiscono ad una carenza della nostra società che è poco attenta alla socializzazione, soprattutto delle persone che hanno raggiunto una certa età, per cui c'è anche questa attenzione nei confronti degli animali, che lasciano un vuoto nella famiglia in cui sono dei personaggi importanti.
Gli animali sono anche una scuola di vita per i bambini, sono usati nella pet therapy per la cura di certe malattie, soprattutto psicologiche.
Questa proposta di legge, nel momento in cui un animale muore, disciplina questo problema, di solito si occupano i veterinari, nel momento in cui l’animale sta per morire o nel momento in cui viene accompagnato alla morte, dello smaltimento della carcassa.
Votiamo a favore e questa proposta di legge, anche se ci deve far riflettere su altre implicazioni che riguardano gli animali da affezione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Solo per dire che ho accolto con grande favore l’iniziativa legislativa dei sottoscrittori della legge, i Consiglieri Malaigia, Zaffiri e Marconi, peraltro avevo avuto occasione, durante una seduta, di chiedere alla Consigliera di poter sottoscrivere l'atto, evidentemente la mia richiesta è sfuggita tra le tante cose che facciamo tutti i giorni. Questo per dire che sono favorevole ad accogliere questa proposta di legge e quindi a votarla.
E' un tema importante per tutta la nostra comunità, sapendo quanto le persone si affezionano agli animali che vivono con loro in casa, per molti sono una compagnia, diventano un modo per passare il tempo e per uscire.
E' un legame forte quello che si viene a creare fra le persone e gli animali d’affezione, sappiamo anche che le persone ci investono importanti risorse, quindi vedo favorevolmente la possibilità che una volta deceduti possano essere seppelliti in cimiteri realizzati dal pubblico o dal privato e le persone proprietarie possano trovare in questi luoghi un ricordo, è una affezione che continua anche dopo la morte.
Il fatto che si normino gli aspetti igienico sanitari, si mettano nelle regole, si dia la possibilità ai Comuni di individuare dei luoghi in cui realizzare questi cimiteri, credo che sia un aspetto utile che accolgo favorevolmente, me ne ero occupato un po’ di anni fa quando ricoprivo il ruolo di Vicesindaco di Fano, un gruppo di persone avevano chiesto al Comune un’area disponibile per realizzare un cimitero, ma a causa della carenza normativa questo non fu possibile.
Credo che questa norma sia utile, importante e sarà accolta molto positivamente da coloro che sono affezionati agli animali, è un’occasione utile e rilevante.
Anch'io vorrei sottolineare il fatto che non possono essere esposti simboli religiosi, penso che questo sia il minimo perché devono riguardare solo ed esclusivamente le persone nei luoghi di sepoltura.
Concludo dichiarando il voto favorevolmente alla legge, l’avrei sottoscritta volentieri ma questo purtroppo non è avvenuto soltanto per un disguido. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Molto brevemente per dire che il sottoscritto è favorevole a questa proposta di legge per un semplice motivo, mi è tornato in mente, anche se il parallelo è un po’ forte, ovviamente non voglio paragonare le persone agli animali, la professoressa del Liceo scientifico quando mi spiegava il significato della poesia “I sepolcri” di Ugo Foscolo, la quale spiegava come l'autore intendesse far capire a tutti che i sepolcri non sono per i morti, sono per i vivi, sono un luogo in cui recarsi per ricordare i momenti belli del proprio caro.
Ripeto, non voglio assolutamente paragonare gli esseri umani agli animali, però gli animali d’affezione oggi hanno un ruolo affettivo nelle nostre famiglie e dare loro una sepoltura non è per l’animale, ma per le persone che con loro hanno condiviso tanti momenti di gioia, quindi in questo senso accolgo favorevolmente la proposta.
Mi rivolgo al Consigliere Volpini per chiarire dubbio, non ho capito se va avanti la proposta dell’incenerimento, che in casi, spero limitati, è previsto anche per l’uomo. Come sapete sono contrario a qualsiasi forma di incenerimento, però questo è un caso molto particolare.
In generale accolgo favorevolmente la proposta, come nel senso che ho detto poc’anzi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Solo per dire che la Giunta è favorevole, personalmente a me convincono oltre agli aspetti affettivi, come tali di carattere soggettivo, gli aspetti oggettivi di carattere ambientale e sanitario, per questo motivo io voterò a favore, come pure la Giunta.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Volpini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Fabrizio VOLPINI. Permette e dà la possibilità di fare la cremazione anche per gli animali.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Innanzitutto vorrei far notare che lo streaming non funziona quando ad intervenire sono i Consiglieri di minoranza. Faccio notare che i disguidi tecnici accadono quando ad esserne penalizzati sono i Consiglieri di minoranza.
Sono molto dispiaciuta di vedere questo emendamento, Consigliere Volpini, perché lei sa benissimo che noi siamo contrari a qualsiasi tipo di incenerimento, anche dal punto di vista dell'impatto sanitario ed ambientale.
Approvare questo emendamento inficia la validità della proposta, personalmente, non so che cosa ne pensa il mio gruppo, voterò contro, se dovesse passare sicuramente non voterò la proposta di legge che prevede un forno crematorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Guardi, Presidente, in merito a questo emendamento penso che una parte abbiamo l’argomento generale, cioè c’è il problema della sistemazione delle salme degli animali per cui abbiamo proposto con questa legge la possibilità del seppellimento perché legata anche all’affezione, ma c’è anche un problema pratico: non tutti possono essere in condizioni di seppellirlo, chi vive in un condominio e non ha un cimitero d’affezione, o non tutti hanno interesse ad andarci, non c'è l’obbligo per gli animali, come per gli esseri umani, di essere inumati, quindi questo è da prendere in considerazione da un punto di vista strettamente legislativo e escludere una possibilità che la tecnica mette a disposizione mi sembra assurdo; dall’altra parte credo che la preoccupazione della Consigliera Pergolesi magari potrebbe essere estesa più ad un impianto di termovalorizzazione che ad un mite inceneritore di un canarino, perché poi abbiamo sempre e comunque il problema dell’incenerimento dell’essere umano dato che la legge consente la cremazione delle persone. Quando cremi una persona è un po’ di più di un cane, di un gatto o di un canarino, quindi credo che questo problema anche da un punto di vista strettamente ambientale non si ponga. Poi chi avrà l’autorizzazione per fare questo tipo di attività dovrà avere tutti i filtri, tutti i requisiti di legge e penso che bruciare un cane inquini meno del bruciamento del gas metano o del gasolio di una abitazione. Ce ne vuole per inquinare con l'incenerimento degli animali!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Per carità, ci sono anche i ragazzi, ma non si può confondere la cremazione con l’inceneritore!
Come si fa a dire che si è contrari a questo emendamento perché si è contrari all’inceneritore. Parliamo di due cose completamente diverse. Dal punto di vista ambientale sarà meglio costruire nelle città quei brutti cimiteri moderni, con conseguente consumo di suolo, nuova edificazione, o pensare di cremare le persone, magari portarsele a casa o metterle sotto terra senza costruire i cimiteri?
Mi fermo qui perché è meglio, un abbaglio lo possiamo prendere tutti, però invito a votare positivamente questo emendamento perché si sta facendo confusione e non è giusto che le persone che ci ascoltano pensino che sia la stessa cosa perché non lo è.

PRESIDENTE. Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Il Consigliere Biancani mi ha costretto ad intervenire perché è chiaro che chi è contrario, non parliamo di inceneritori, ma di forni crematori, se conoscesse che cosa succede nei forni crematori forse non parlerebbe così.
Mi fate parlare di cose che non c’entrano fra loro, ma noi abbiamo una coerenza e se noi siamo contrari ai forni crematori, siamo anche contrari a cremare i cani, è normale
Il problema dei forni crematori è enorme, soprattutto quelli che sono dentro le città, come a San Benedetto, e per andare ad una temperatura di 1200° ci mettono 5/6 ore e bruciano le casse intere, quindi si produce sotto gli 800° la diossina.
Non parliamo di questa cosa che non c’entra nulla con l’emendamento del Consigliere Volpini, su cui non siamo d’accordo, non perché si tratta di cani, ci mancherebbe altro, con tutto il rispetto per gli animali di qualsiasi tipo e pregio, ma perché siamo contrari ai forni crematori in generale ed in coerenza siamo contrari ai forni crematori per i cani. Questo è il punto.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Ritengo di intervenire perché l’emendamento del Consigliere Volpini tra l’altro è una possibilità: “si possono autorizzare”, non si rende obbligatorio.
Credo che sia un fatto di “civiltà” e qualifica questa proposta di legge perché valorizza ancora di più gli aspetti ambientali e sanitari, come ho detto prima, che valgono più, secondo me, di quelli affettivi, che come tali sono soggettivi.
Qualifica questa proposta di legge e credo che l'emendamento sia assolutamente pertinente.

PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente, chiedo l’appello nominale anche a nome dei Consiglieri Giorgini e Maggi.

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Carloni, Celani, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Bisonni, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Soppresso.

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5 bis (articolo aggiuntivo).
Emendamento 5 bis/1 a firma del Consigliere Volpini. Ritirato.

Articolo 6. Soppresso.

Articolo 7. Soppresso.

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11.

Soppresso.

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Chiedo l’appello nominale anche a nome dei Consiglieri Giorgini e Fabbri.

(interviene fuori microfono il Consigliere Urbinati)

PRESIDENTE. Anche il capogruppo Urbinati ha chiesto l'appello nominale.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Mi associo a quanto chiesto dal Consigliere Urbinati.
Un’altra cosa, voglio dire che sono favorevole a questa proposta di legge, ho votato favorevole anche all’emendamento del Consigliere Volpini perché credo che sia molto importante, per chi ha un affetto verso gli animali, avere la possibilità di incenerire le carcasse, cosa che in modo poco igienico si fa da tanto tempo.
Una raccomandazione, tutta questa procedura sarà soggetta ad autorizzazioni comunali e siccome in questo momento sono bloccate, perché dovrà essere fatto un regolamento di questa legge, invito la Giunta e i suoi organi tecnici ad elaborarlo nel più breve tempo possibile in modo tale che i Comuni possano fare una pianificazione perché tanti stanno aspettando, tanti stanno lavorando a dei regolamenti che potrebbero essere resi nulli dall’approvazione di questa legge.
Sarebbe il caso di non aspettare sei mesi, ma nell’ambito di un paio di mesi fare il regolamento, che è molto semplice perché detterà delle condizioni tecniche per individuare le aree in modo tale che i Comuni possano fare una programmazione territoriale ed auguriamoci che le aree non vengano individuate in prossimità dei civici cimiteri. Possono essere benissimo luoghi completamente diversi e lontani dove magari durante la giornata ci si può anche portare il cane a sgambare. Ad Ascoli, ad esempio, abbiamo un centro d’addestramento molto importante affidato all’Enci ed il Comune sta lavorando per individuare nei pressi un’area che abbia tutte le caratteristiche geomorfologiche, idrauliche e di sicurezza, per inumare le carcasse. Quindi, sono favorevole e l’invito è che questo regolamento, per dare attuazione alla legge, che se volete è anche di civiltà, possa essere fatto nel più breve tempo possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Il Consigliere Celani ha introdotto un argomento, delle raccomandazioni, condivido quello che ha detto in merito al regolamento, aggiungo solo una cosa, che l’aspetto più delicato che dobbiamo raccomandare all’ufficio veterinario e alla Giunta, o a chi avrà responsabilità di questo regolamento, non riguarda tanto le autorizzazioni alle aree cimiteriali pubbliche o private, di iniziativa comunale o privata, quanto le altre. Infatti l’articolo non prevede i luoghi perché era molto complicato definire quelle aree private che io ho individuato ed esemplificato come il giardino di casa. Li è chiaro che la questione è un po' più delicata.
Queste autorizzazioni possono essere messe in moto attraverso procedure che noi abbiamo immaginato, addirittura con bando annuale per evitare che il Comune subisca lo stillicidio di indicazioni una tantum, questo lo stabiliranno i Comuni, noi abbiamo discusso molto su tale argomento ed abbiamo deciso di lasciarli liberi.
Dovremmo trovare una misura standard molto semplice in cui l’area e l’animale vengano verificati e immediatamente rilasciata l’autorizzazione. Nell’immediato andrebbe fatta una sensibilizzazione ai Comuni perché se uno fa la richiesta ad animale morto è chiaro che non se lo può tenere in casa 15/20 giorni, quindi dovrebbe essere una richiesta quasi preventiva da parte del proprietario che esprime l'intenzione di seppellire l'animale in giardino, però lo devo chiedere per tempo perché non possiamo gravare i Comuni di procedure immediate, magari facciamo aspettare l’autorizzazione di inizio lavori sei mesi e poi per il seppellimento degli animali facciamo una procedura d’urgenza. Non vorremmo in nessun modo gravare i Comuni anche perché il rischio è che poi li inceneriremo tutti.
L'incenerimento non lo abbiamo disciplinato, ma qualcosa credo si dica relativamente al fatto che, per esempio, non ci deve essere per forza la cassa, qui non c’è un funerale come per un essere umano, che va messo dentro la bara, qui è previsto un contenitore igienizzato o igienizzante che possa essere usato, quindi non c’è bruciatura di legno e non credo neanche, non so come avviene tecnicamente e non me ne rendo conto, che ci sia bisogno di tutto questo calore per bruciare un animale di piccole dimensioni. Penso che anche questo possa essere disciplinato nel regolamento affinché prevalga il buonsenso. Grazie.

Proposta di legge n. 136, così come emendata. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pergolesi, Giorgini, Fabbri.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Carloni, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Per quanto riguarda i problemi con lo streaming, c’è un mal funzionamento della telecamera opposta ai banchi dell’opposizione, nessun complotto, è stato segnalato ai tecnici che - potete cambiare i banchi, come auspicio per voi - provvederanno al più presto a rimediare, ed è la prima volta che accade.

Proposta di legge n. 241
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni in materia di Valutazione di impatto ambientale (VIA)”
(Discussione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 241 della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Come ha giustamente detto il Presidente, questa è una proposta di legge che viene dalla Giunta regionale datata 4 ottobre 2018, che intende normare quelle parti che il decreto legislativo 152/2006 assegna di competenza alle Regioni.
L'atto, che è stato oggetto di lunghe discussioni in Commissione, in particolare concentrate su alcuni punti che poi nello specifico andrò ad illustrare, aderisce molto al decreto legislativo 152, come dice un proverbio marchigiano: “Quando uno è stato morso dalla vipera poi ha paura pure del morso della biscia”, in questo caso, essendo la normativa, in passato, stata oggetto di ricorsi, di sentenze, l’obiettivo che si è data la Giunta, attraverso gli uffici, era quello di aderire il più possibile ai dettami della normativa nazionale.
Si definiscono attraverso gli allegati A1, B1 e A2, B2 le competenze della Regione, quelle che la Regione delega alle Province e quelle che, come eccezione rispetto a queste, laddove ci sono competenze o siti che coinvolgono più Regioni o più Province, assorgono alla competenza della Regione.
Vengono definite attraverso la normativa le destinazioni degli introiti dei diritti amministrativi e delle eventuali sanzioni per il mancato rispetto, si definisce la possibilità di avere nelle indagini il supporto degli enti pubblici, quindi dell’Arpam o della Sezione dei carabinieri forestali.
Il tema che ha portato non dico per le lunghe, perché parliamo di una proposta datata pochi mesi, ma che comunque ha coinvolto la Commissione in una lunga discussione e in lunghe audizioni, è quello dell’articolo 7, cioè quando la proposta di un progetto che viene sottoposto a VIA non ha l’immediato rispetto dei piani regolatori vigenti, quindi della normativa urbanistica.
Si è cercato all'epoca, attraverso una serie di interlocuzioni, sia con l’associazione dei Comuni che con le Province, di trovare una modalità per tenere in piedi il diritto, sancito dalla normativa, dei soggetti privati di proporre dei progetti che potevano essere assoggettati a VIA, ed anche degli enti pubblici, in particolare dei Comuni, di porre un veto o di esprimere un giudizio di grado superiore rispetto agli altri enti.
Mentre si approfondiva questo tema e c’erano delle lunghe discussioni, nelle prime settimane di quest’anno, del 2019, è arrivata una sentenza della Corte costituzionale sulla stessa materia, che si esprimeva in merito ad una simile normativa approvata dalla Regione Lombardia e di fatto annullava le disquisizioni che stavamo facendo in Commissione perché stabiliva da un punto di vista giuridico che il parere che doveva esprimere il Consiglio comunale sul tema di un'eventuale variante urbanistica per un progetto da assoggettare a VIA, rischiava di avere lo stesso valore rispetto al parere degli altri enti chiamati nella Conferenza dei servizi.
Su questo ieri ho notato delle note di stampa, in particolare di alcuni giornali on line, che evidenziavano che questo tema fosse stato tirato fuori quasi in “Zona Cesarini”, adesso, con tutto il rispetto che ho per la stampa e per l’utilità che hanno gli organi di informazione e in mass media in Italia e non solo, sottolineo che il potere legislativo è ancora nelle mani del Consiglio regionale e delle Commissioni, quindi vorrei tranquillizzare i soggetti che hanno creato questo allarmismo. Il tema è stato ampiamente discusso in Commissione, sollecitato, ci sono verbali e testimonianze, dal sottoscritto relatore di maggioranza perché si evidenziava potenzialmente una perdita di potere da parte dei Comuni, che per la verità, sollecitati, convocati, richiamati, non hanno mostrato particolare veemenza, o particolare interesse, o particolare allarmismo verso questa norma tanto che convocato l’Anci è stato inviato un tecnico a parlare tecnicamente della norma.
Ripeto, è una normativa che ha avuto una fase interlocutoria da parte della Corte costituzionale che già si è espressa, quindi il Consiglio regionale delle Marche poteva e può tranquillamente approvare la vecchia proposta sapendo però, e questo deve essere chiaro a tutti, che non la politica, ma gli organi giudicanti avrebbero posto le stesse opposizioni fatte alla Regione Lombardia, quindi di fatto quella norma sarebbe caduta, per cui si è preferito, tanto che c’è stato un voto unanime da parte della III Commissione, che non si è spaccata, prevedere quello che la norma dà come competenza alla Regione Marche, adeguandosi a quello che la Corte costituzionale ha predisposto. Quindi i Comuni avranno tutta la possibilità, come finora, di esprimersi e mentre prima c’era l’opportunità oggi c’è una sorta di obbligo, salvo che non si voglia rinunciare al proprio diritto, e questo non credo che sia nelle corde di nessun Consiglio comunale e di nessun Sindaco, quello di evitare di esprimere un giudizio su una variante che andrebbe ad incidere sul proprio territorio.
E' chiaro che, ed io non posso che augurarmelo, ma anche la normativa sembra andare in questo senso, laddove c'è un’espressione favorevole nulla questio, nel senso che la variante, salvo che non ci siano impedimenti tecnici, quindi il progetto assoggettato a VIA, andrà tranquillamente per la sua strada. Laddove invece il Consiglio comunale si esprimesse in maniera negativa, motivando attraverso ragionamenti tecnici e politici, non credo che ci siano motivazioni da parte delle Conferenze dei servizi di opporsi rispetto a chi, in questo caso il Consiglio comunale, rappresenta l’intera comunità locale. In alternativa bisognerà cambiare la normativa nazionale e su questo già ci siamo espressi nella Commissione fatta pochi minuti fa. Da parte nostra non c’è nessuna contrarietà a questo, cosa che finora non è avvenuta, nel senso che i vari Governi precedenti hanno approvato la norma, che è del 2006, e le successive modifiche, ma nessun Governo, neanche quello tuttora in carica, l'ha modificata, se questo dovesse avvenire e dovesse ridare un valore preponderante ai Comuni, da parte nostra, della III Commissione e delle forze politiche, non credo che ci sarebbe nessun tipo di ostacolo affinché questo avvenga.
E' una legge che sostanzialmente si rifà quasi esclusivamente al decreto legislativo 152 del 2006, pochissimi sono i passaggi, ripeto, condivisi all’unanimità, in cui ci si discosta dal decreto legge, quindi mi auguro che questa possa essere una normativa, già sviscerata ampiamente dalla Commissione, votata all’unanimità e che possa essere finalmente un ulteriore strumento operativo per la Regione Marche in termini di valutazione di impatto ambientale. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. La prima parte del mio intervento sarà di carattere generale, poi entrerò nel merito di alcune situazioni che sono poco chiare, ma questo non è dovuto alla legge regionale, ma a quella legge nazionale che non chiarisce nello specifico circostanze che potrebbero complicare non solo la valutazione di impatto ambientale dei progetti, ma anche la successiva Conferenza dei servizi.
In linea generale questa legge ha l’obiettivo di adeguare le norme regionali vigenti in materia di valutazione di impatto ambientale alle relative norme statali e a quelle europee, in particolare al decreto legislativo 104/2017, che ha innovato il Codice dell’ambiente, e la 152/2006 nella parte che disciplina la valutazione di impatto ambientale.
La proposta di legge si muove entro i limiti posti alle Regioni in una materia, la tutela dell’ambiente, che è di competenza esclusiva dello Stato.
In questa cornice senza discostarsi dai principi e dai criteri chiaramente stabiliti dalla norma statale, la legge che cosa fa? Conferisce alla Provincia la competenza alla verifica di assoggettabilità e/o alla VIA di specifiche tipologie progettuali, confermando sostanzialmente il riparto precedente; individua gli organismi tecnico-scientifici di cui si avvalgono le autorità competenti alla VIA nel corso della collaborazione ambientale, cioè l’Arpam e l’Asur, prevedendo nei casi più complessi la possibilità di avvalersi anche di esperti esterni di comprovata professionalità, singoli, Università ed enti di ricerca; elenca le finalità in cui possono essere destinate le risorse derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie applicate nei casi di mancato rispetto delle norme sulla VIA e dei relativi provvedimenti amministrativi, ad esempio il miglioramento della vigilanza, della prevenzione e del monitoraggio ambientale, ma anche la predisposizione di misure di protezione sanitaria della popolazione in casi di incidenti o di calamità ed introduce delle norme di coordinamento e semplificazione procedurale e procedimentale.
Adesso nello specifico tratterò due articoli su cui avevo dei dubbi, uno mi è stato chiarito dalla Dirigente del Servizio, ma in realtà lo devo comunque dire perché dei dubbi mi sono rimasti visto che anni fa la legge regionale n. 3 fu impugnata dalla Corte costituzionale precisando l'allegato 3 della direttiva “Norme e criteri per l’esame dei progetti” dell’allegato A e B.
Sull’articolo 2 abbiamo inserito, nell’ambito di applicazione, che i progetti sottoposti a VIA sono elencati negli allegati A1 e A2, che cosa è successo? In pratica l’articolo 4 della direttiva 2011/1992 prevede che nell’esaminare caso per caso o nel fissare soglie o criteri di cui al paragrafo 2, si tiene conto dei relativi criteri di selezione riportati nell’allegato III, che noi non abbiamo inserito nella legge. Questo perché il citato articolo 4 mette in luce che non c’è solo l’elencazione di opere e relative soglie dimensionali, questo riguarda le soglie dimensionali e lo screening, affinché i progetti siano da sottoporre ad esame ambientale, ma deve essere introdotto un ulteriore allegato che contenga i criteri di composizione e di specificazione dei progetti da esaminare.
Credevo che questo articolo fosse mancante dell’aggiunta dell’allegato III, che nello screening normava gli altri due, invece il Servizio mi ha detto che questo criterio è stato superato ed è stato recepito dal decreto ministeriale 30 marzo 2015 n. 52, che dà la possibilità di bypassare sulla legge l’aggiunta del comma 3.
Io non sono del tutto convinto, però gli uffici mi hanno detto questo e nel caso così non fosse potrebbe essere impugnato, come è stato fatto per la legge n. 3 del 2012, per la mancanza di questa cosa importante relativa alle soglie dimensionali e allo screening, questo l’ho voluto dire anche se la Dirigente del Servizio me l'ha chiarito bene.
Altri punti importanti, che vale la pena di precisare, sono ad esempio la mancata espressione del parere nella Conferenza dei servizi decisoria da parte dell’amministrazione competente nei tempi previsti dalle norme, in questo caso parliamo del Comune. In pratica equivale alla regola del silenzio/assenso, questo è riportato anche nella valutazione di impatto ambientale dei Ministeri che riguarda ad esempio l’impianto di stoccaggio o la realizzazione di metanodotti o flow line. Quindi, se manca la motivazione per cui uno non si esprime si applica il silenzio/assenso e potrebbe anche essere una cosa condivisibile. Anche se i Comuni, passiamo al secondo punto, non si esprimono entro i termini indicati dall’autorità competente, che nel caso del 27 bis sono 120 giorni, il procedimento autorizzatorio unico può essere concluso.
Il punto più importante dell’articolo 7 riguarda il caso di un proponente che presenta un progetto in cui c’è bisogno della variante urbanistica e il Comune dà il parere negativo, che cosa succede? Questo è un punto che la norma nazionale purtroppo non chiarisce, è molto confusionaria.
Se il Comune in sede di Conferenza dei servizi dà il parere negativo che cosa si può fare? L’autorità competente può valutare con discrezionalità, applicando le posizioni prevalenti o gli interessi prevalenti di chi fa parte della Conferenza dei servizi, cioè può dire: è vero, il Comune ha dato il parere negativo, ma io applico la norma che è riferita all’articolo 14 ter della legge 241/1990, aggiornata nel 2016 ed anche nel 2019, che prevede che all’esito dell’ultima riunione e comunque non oltre i termini di cui al comma 2, l’amministrazione procedente adotta la determinazione motivata di conclusione della Conferenza con gli effetti di cui all’articolo14 quater sulla base delle posizioni prevalenti espresse dalle amministrazioni partecipanti alla Conferenza tramite i relativi rappresentanti. Di fronte ad un diniego di un Comune su una variante urbanistica importante per il territorio, l’autorità competente applica queste posizioni prevalenti che in pratica sono gli interessi di chi è coinvolto nel procedimento, l’importanza del procedimento, i pareri positivi dati alla Conferenza dei servizi e l’importanza degli stessi, non tanto il numero, ma il peso.
Con queste posizioni prevalenti l’autorità competente può autonomamente concludere il procedimento e rilasciare il provvedimento autorizzatorio unico regionale che va ad assumere anche il valore di variante urbanistica.
Ci troviamo di fronte al conflitto di una norma per cui il diniego di un Comune su un progetto viene completamente bypassato dall’autorità competente che nella conclusione del procedimento si sostituisce al Comune e rilascia la variante urbanistica.
Come ho spiegato prima questa non è una norma che ha fatto la Regione, è una legge nazionale che io credo debba essere cambiata e chiarita e questo faremo nei mesi successivi.
Che cosa può succedere? Prima è bene chiarire che basterebbe, ad esempio, in sede di DIA, che è prima dell'indizione della Conferenza dei servizi, che il Comune dia il parere contrario, non avrebbe un carattere perentorio sulla legge e sarebbe sempre approssimativo, quindi anche se il Comune esprimesse il parere in sede di VIA e non in sede di Conferenza dei servizi potrebbe essere non accoglibile, ecco perché va modificata la legge, basterebbe emendare il 27 bis dicendo che quella norma vale solo per i progetti conformi ai PRG dei Comuni, sarebbe semplicissimo. L’articolo 27 bis può essere applicato solo ai progetti conformi ai piani regolatori. Se si volesse impugnare questa decisione, perché è impugnabile, una volta che la Conferenza dei servizi con discrezionalità ha rilasciato il provvedimento autorizzatorio, si può opporre presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ecco perché questa norma ha dei conflitti di attribuzione, da una parte si fa un procedimento per snellire le pratiche, dall’altra è possibile impugnare il provvedimento autorizzatorio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri entro 10 giorni dal rilascio del titolo abilitativo. Questo comporta altri mesi perché per 10 giorni il progetto è fermo, poi non sappiamo gli sviluppi del ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per cui la norma deve essere assolutamente cambiata.
Credo che presto presenterò una proposta di legge alle Camere da appoggiare ai nostri parlamentari, tra l’altro abbiamo un deputato che è di Fabriano ed è proprio nella Commissione VIA, perché questa norma potrebbe portare grave pregiudizio anche agli stessi funzionari. Immaginate un funzionario che prende 1.300 1.400 euro al mese che deve firmare e prendersi la responsabilità di autorizzare un procedimento sul quale il Comune ha espresso parere negativo. Questa è una responsabilità che non si può assolutamente accollare ad un funzionario o ad un dirigente che sia. Dobbiamo assolutamente cambiare questa legge a livello nazionale, non ci vuole molto, credo che questa cosa vada fatta perché è vero che non saranno tanti i procedimenti in cui il Comune dà parere negativo, ma c’è il fatto importante delle posizioni prevalenti che la Corte Costituzionale ha affermato, ma non si può prendere una posizione prevalente quando si parla di difesa di ambiente e territorio e della tutela della salute umana, quindi c’è un altro conflitto.
Dobbiamo fare tutto il possibile per chiarire bene questo articolo, dovrebbe essere fatta una norma che chiarisca gli aspetti di un procedimento che vuole semplificare, ma in questo caso anziché semplificare, se come credo ci potrebbero essere dei ricorsi sul titolo autorizzativo rilasciato, quindi il ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, comporterebbe un allungamento dei tempi e ci ritroveremo in situazioni opposte rispetto a quello che abbiamo fatto per snellire. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. E' un adeguamento delle norme regionali alla normativa nazionale ed europea. La proposta di legge in questione fatta di numerosi tecnicismi con una sostanziale decentralizzazione non può che vedermi in linea di massima d’accordo.
Doveroso è però sollecitare una riflessione sulla reale semplificazione della legge, si va nell’ottica di facilitare le valutazioni di impatto ambientale e di snellire le pratiche burocratiche legate al settore urbanistico? Una riflessione doverosa poiché ciò al netto delle ripartizioni di competenze tra la Regione e le Province ha inevitabili ripercussioni sull’utenza.
Tengo poi per buoni i pareri espressi dalle associazioni di categoria ambientali e dagli ordini professionali, come pure dagli enti quali l’Asur, Arpam e i dipartimenti territoriali dell’agenzia, accolgo di buon grado il coinvolgimento di enti terzi nella valutazione tecnica nella speranza che ciò non comporti ritardi nei tempi di liquidazione delle pratiche di valutazione di impatto ambientale, quindi il voto per questa proposta di legge è sicuramente favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Da parte mia non molte considerazioni perché mi ritrovo pienamente nella relazione di maggioranza del Consigliere Micucci, è stato molto efficace, quindi non debbo aggiungere molte cose.
Parto da una considerazione tutta politica, Consigliere Giorgini, perché come sempre i suoi interventi dal punto di vista politico suscitano interesse, anzi in qualche modo stimolano il dibattito. Devo riconoscere come sempre la sua onestà intellettuale quando dice che questa normativa non la convince, chiarisce che si tratta di una norma statale ed afferma che deve essere chiarita e cambiata, aggiunge anche: “Cercheremo di cambiarla in sede nazionale”.
Su questo credo che si possa e si debba discutere, sicuramente alcune modifiche devono essere fatte anche a livello nazionale, mi permetto di aggiungere dal punto di vista politico, da una forza che è all’opposizione del Paese, che se volete farlo fatelo presto perché io non scommetterei molto sulla durata di questo Governo, però questo lo lasciamo alla volontà delle forze politiche e del Parlamento, ma per quanto mi riguarda, e spero che ci sia un bel risultato, come suggerisce il Consigliere Bisonni, il risultato che conta sarà quello del 26 maggio prossimo.
Detto questo, il Consigliere Giorgini ha fatto anche un’altra considerazione rispetto ad una preoccupazione relativa a questa legge o a quella precedente che è stata impugnata, anche lì c’è una verità storica e credo che ormai quel giudizio appartenga alla storia.
La Regione Marche aveva adeguato la propria legislazione regionale a quella statale, l’Europa aveva aperto un procedimento di infrazione, non lo aveva aperto nei confronti della Regione Marche, ma di una legge dello Stato e il paradosso è stato che lo Stato, anziché rispondere in modo puntuale all’Europa, e poteva averlo fatto con un largo anticipo, ha impugnato la legge della Regione Marche, ma, ripeto, questo appartiene alla storia.
Ho sentito nel dibattito ed anche ora dalla Consigliera Marcozzi la parola “semplificazione”. Se si si tratta di rendere agevole, facile la vita delle persone, delle imprese, delle istituzioni, se si tratta di facilitare perché non dobbiamo essere d’accordo? Credo che dobbiamo riflettere sul significato e sul valore della VIA o di altri procedimenti che vengono fatti, che sono previsti dalle leggi. Penso che la VIA, la VAS ed altri momenti importanti non devono essere visti come un appesantimento della vita delle persone, dei territori, delle famiglie, delle imprese, delle istituzioni, non devono essere fatti per non realizzare l’opera, non bisogna pensare che sarebbe meglio che questi strumenti non esistessero, no, non può essere così perché il rispetto dell’ambiente, della natura, del paesaggio, dell’assetto idrogeologico, la microzonazione sismica, la difesa della salute danno un valore all’opera che si realizza, crea funzionalità, crea efficienza, crea efficacia. Quindi si tratta di fare e di fare bene, questo è il nostro approccio, è la crescita sostenibile, è lo sviluppo sostenibile, e a guidarci deve essere l’interesse generale e da uomo di sinistra dico che non può essere il profitto. Questo si tratta di fare quando parliamo di questi strumenti.
A mio avviso il Servizio ha fatto un lavoro impeccabile ed è stato anche scritto nelle relazioni, che mette in evidenza in modo chiaro il compito della VIA, una procedura che ha lo scopo di individuare, di descrivere, di valutare in via preventiva la realizzazione delle opere, nonché gli effetti sull’ambiente, sulla salute, sul benessere umano di determinati progetti pubblici o privati, e continua.
In poche parole, e qui è scritto in modo altrettanto chiaro, Consigliera Marcozzi, rendere agevole la vita di tutti va bene, ma noi siamo molto attenti quando abbiamo a che fare con questi temi e con questi valori e progetti che hanno un riflesso sulla vita delle persone, sulla fauna, sulla flora, e qui è scritto chiaramente, sul suolo, sull’acqua, sull’aria, sul clima, sui beni materiali e sul patrimonio culturale.
Vogliamo che le opere si facciano e si facciano bene, ma non vogliamo che magari dietro la semplificazione si nasconda una cultura liberista che non ci piace e che respingiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Mi allaccio a quanto detto dai Consiglieri che mi hanno preceduto e chiedo un momento di sospensione dei lavori dell’Aula per elaborare alcuni emendamenti sulla base delle indicazioni del Dipartimento degli affari regionali e del Legislativo del Ministero dell’ambiente, che sono arrivate alla Regione Marche.
Questa mattina ho fatto un accesso agli atti e mi sono fatta dare la documentazione pervenuta dal Governo, vorrei quindi integrare la proposta di legge perfezionando alcuni passaggi che riguardano l’articolo 7, quindi chiedo un momento di sospensione per elaborare gli emendamenti. Grazie.

PRESIDENTE. Se siamo d’accordo possiamo sospendere, anche perché tecnicamente possiamo sistemare la telecamera, che fa le bizze, per lo streaming. In remoto possiamo sistemarla nel giro di 10 minuti.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Sulla sospensione che ha chiesto la Consigliera Pergolesi credo che si debba riflettere e l’intervento che intendo fare è che il Consiglio deve riflettere.
Penso che esistano le condizioni per un'azione bipartisan affinché ci sia una sensibilizzazione a livello nazionale per intervenire su questa legge, in base a quanto adesso ha detto il Consigliere Giancarli per quanto riguarda l'ipotesi che non decide il Comune, ma decide Roma. Credo che in una risoluzione dell’Aula si possa trovare una sintesi unitaria per sensibilizzare e chiedere a livello centrale una modifica veloce di questa legge. Questo è l’intervento che volevo fare perché va bene votare la modifica della legge, ma alla fine abbiamo sempre la tagliola, che credo vada superata anche perché, lo dico senza polemica, la legge nazionale era nata per un percorso diverso rispetto a quello precedente, che tutti conosciamo, di accentrare delle scelte che non erano più del territorio. Quel percorso è stato superato e credo che bisogna ragionare nuovamente su un iter diverso, altrimenti questa norma che verrà approvata sarà monca e in balia della tagliola a cui poc’anzi ho accennato.
Invito l’Aula perché secondo me esistono le condizioni per fare una risoluzione unitaria per chiedere a Roma di procedere in questo senso. Grazie.

PRESIDENTE. Approfittiamo di questa sospensione, se i capigruppo sono d’accordo si possono …

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE. Vogliamo votare la sospensione? C'è questa ipotesi di sospensione, per la quale si aggiungono altri due motivi: quello degli emendamenti della Consigliera Pergolesi e la situazione tecnica che dobbiamo risolvere nel giro di qualche minuto.
Se c’è la condizione politica per fare una risoluzione unitaria, i capigruppo si possono vedere e a margine dell’approvazione della legge, si vota la risoluzione, questa è la proposta.
Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Intervengo perché l’iter è stato fatto in III Commissione.
Sono d'accordo sulla proposta del Consigliere Zaffiri, nel senso che questa mattina abbiamo convocato la Commissione per valutare gli emendamenti proposti ed abbiamo chiesto ai tecnici del servizio di venire e di aiutarci nella valutazione.
Sono i temi che erano emersi nella fase della discussione, nel senso che quello che viene chiesto dagli emendamenti noi l'avevamo chiesto noi ai tecnici in Commissione perché ritenevamo importante, soprattutto per quanto riguarda l’articolo 7, riconoscere un ruolo ai Comuni. Questo è il nodo della questione.
Se si vuole votare la legge e parallelamente votare una risoluzione che possa essere inviata direttamente alle Camere secondo me non c’è nessun problema, anzi, con il Consigliere Giorgini avevamo addirittura pensato di fare una proposta di legge nelle prossime settimane e una delle proposte riguardava il fatto che dobbiamo scegliere qual è lo strumento più adatto, farne due mi sembra pleonastico.

(intervento fuori microfono)

Andrea BIANCANI. Questo per dire che avevamo già condiviso un percorso su questo tema, però se oggi vogliamo fare la risoluzione ben venga. Grazie.

PRESIDENTE. Credo che possiamo sospendere. Lavorate ad un ordine del giorno non ad una risoluzione perché non ci sono atti che dobbiamo tradurre in una risoluzione. Un ordine del giorno a margine dell’approvazione della legge, che poi voteremo.

La seduta è sospesa alle ore 12,45

La seduta riprende alle ore 14,00

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. In attesa che vengano elaborati gli emendamenti e l’ordine del giorno, andiamo avanti con i lavori e passiamo alla proposta di legge successiva.
Comunico che lo streaming anche per il lato dell’opposizione è ripreso, quindi Consigliere Maggi si può rimettere in ordine e sarà contenta la Consigliera Pergolesi.

Proposta di legge n. 284
ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Leonardi, Maggi, Giorgini, Fabbri, Volpini, Biancani, Giancarli, Rapa, Bisonni, Marcozzi
“Modifica della legge regionale 2 settembre 1997, n. 60 ‘Istituzione dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (Arpam)’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 284 dei Consiglieri Pergolesi, Leonardi, Maggi, Giorgini, Fabbri, Volpini, Biancani, Giancarli, Rapa, Bisonni, Marcozzi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Siamo in regime d’urgenza/emergenza, si tratta di correggere una norma che nella precedente seduta assembleare è stata abrogata perché si riteneva che fosse in contrasto con un emendamento già votato.
C’è la necessità, proprio per trovare una congruenza dal punto di vista dei contenuti, di approvare questa proposta di legge reintroducendo il contenuto della legge precedente.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Come ho spiegato in Commissione questa proposta di legge si è resa necessaria perché nello scorso Consiglio avevamo presentato due emendamenti per riportare l’epidemiologia all’interno dell’Arpam, piuttosto che spostarla, come era stato previsto nella legge di semplificazione, sotto l’Asur.
Il primo emendamento è stato approvato all’unanimità, il secondo, che doveva essere recepito, è decaduto per tecnicismi. Il comma per un mero errore materiale, che dovevamo abrogare, è rimasto, per cui si è resa necessaria la riproposizione delle disposizioni contenute nei nostri due emendamenti precedenti. Quindi chiedo l’approvazione di questa proposta di legge, l’urgenza non è nel merito, ma da un punto di vista tecnico perché evidentemente c’è stato un errore, nulla di politico e nulla non già condiviso da questa Assemblea. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 (dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 284. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Attendiamo ancora gli emendamenti alla proposta di legge precedente, quindi passiamo alle interrogazioni.

Interrogazione 797
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Chiusura Azienda Pica di Pesaro”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 797 del Consigliere Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Con riferimento ai temi sollevati dall'interrogante si forniscono i seguenti elementi.
La Società Pica è stata un'importante ditta che per oltre 70 anni ha svolto attività di produzione di laterizi di componenti in legno.
L'azienda è stata rilevata nel 2017 dalla Torreal Italia Snc, società operativa a Pesaro per la produzione di sistemi di involucro in terracotta, elementi in laterizio per l'architettura, coperture e faccia a vista e pavimentazioni in cotto, che è controllata dalla Torreal Francia, importante azienda multinazionale del settore della produzione di laterizi. La Torreal Italia Snc ha rilevato il marchio storico "Industrie Pica".
Nonostante avesse garantito continuità produttiva ai proprietari e ai lavoratori la Torreal ha comunicato ai sindacati la chiusura dello stabilimento attivando la procedura di licenziamento collettivo per i 55 lavoratori dipendenti.
La Regione si è attivata al fine di individuare strumenti che possano favorire la ripresa produttiva e industriale, tuttavia la situazione risulta essere particolarmente critica.
A riguardo la Regione con nota del 10 aprile 2019 ha chiesto al Ministro Di Maio l'istituzione urgente di un tavolo di crisi al fine di valutare tutte i possibili strumenti per conservare la produzione eventualmente anche a livelli ridotti nello stabilimento di Pesaro.
Nella nota inoltre si chiedeva che venisse assicurato l'impiego dell'ammortizzatore sociale della CIGS per cessazione di attività.
Nelle more dell'istituzione del tavolo di crisi, in ogni caso la Regione continuerà a verificare e monitorare la situazione produttiva e occupazionale, al fine di individuare e favorire concrete possibilità di ripresa degli impianti produttivi della società e di tutela dei livelli occupazionali.
Aggiungo a questa nota che avremo pure chiesto una produzione di nicchia particolare, un’eccellenza marchigiana proprio per dare una qualità migliore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Ringrazio l’Assessore perché dopo che abbiamo saputo dell’intenzione del gruppo francese Torreal di chiudere questa importantissima azienda, non solo per il territorio pesarese, ma per l’intera regione, poi spiegherò il perché, si è attivata e si è resa subito disponibile, erano i giorni prima di Pasqua, ed abbiamo incontrato gli operai, i sindacati e l’impresa per capire le intenzioni.
Perché è importante l’industria Pica, oggi gruppo Torreal? Innanzitutto è l’unica fornace presente nel territorio regionale, la regione Marche ha solo una fornace, solo un’impresa aperta, che è l’industria Pica, e perderla, secondo me, è un danno grave per l’economia. Al di là dei 55/60 dipendenti resta il fatto che è un’impresa unica nel territorio.
Il secondo aspetto riguarda chi farà poi, nel momento in cui dovesse chiudere questa impresa, la bonifica? Non parliamo di un capannone nel quale ci sono delle macchine che tagliano il legno, è una struttura di un’impresa particolare, di una certa dimensione, con macchine di una certa grandezza, quindi la mia preoccupazione è che se l’impresa dovesse chiudere, non ci sarà più nessuno che poi si occuperà del risanamento di quest’area che è attaccata al fiume, prossima alla città. C’è un problema relativo al tipo di produzione, inoltre se chiude chi si occuperà della bonifica dell’intera area? Parliamo di migliaia di metri quadri interessati, anche perché in una regione che purtroppo è stata colpita dal terremoto, l’unica impresa del territorio che produce mattoni e tegole doveva essere una delle imprese che lavorava di più, con tutti i danni che il nostro territorio ha ricevuto. Purtroppo le logiche sono altre e probabilmente le persone, le varie imprese che fanno i lavori, vanno a rifornirsi in altri territori.
Nel momento in cui questa ditta chiuderà noi perderemo per sempre un’impresa di questo tipo, perché è impensabile un’altra società che riapre la fornace con le regole di oggi, con le norme di oggi, con i costi che ci sono. Quindi noi perdiamo per sempre, come regione Marche e come centro Italia, un’impresa di questo tipo anche perché difficilmente ci saranno le condizioni per ricrearla.
Con i sindacati abbiamo parlato delle nuove potenzialità che ci sono anche con il porto di Ancona, con il nuovo interporto, che si sta sviluppando, perdere un’impresa come questa, secondo noi, è un danno grave per questo tipo di economia.
Rispetto alla procedura di mobilità i 75 giorni scadono tra pochi giorni e fra poco le persone verranno licenziate, ovviamente la Regione sta facendo tutto e ringrazio l’Assessore per come si è attivata anche nel definire un piano di ricollocazione e di formazione di tutti i dipendenti, però rimane la delusione rispetto a degli impegni presi, questo va detto.
Il Comune e la Regione hanno chiesto al Ministero di convocare un tavolo, che ad oggi non è stato convocato, almeno a me non risulta. Dico di più, durante le scorse settimane ci sono stati diversi passaggi anche politici, di esponenti politici dell'attuale maggioranza di Governo, che hanno dichiarato: “Non vi preoccupate, che ci pensiamo noi a convocarvi in tempi brevi”.
Ricordo che i tempi brevi scadono il 10/15 di maggio, se entro tale data nessuno rispetta l’impegno preso, qualcuno ha anche il ruolo di Governo rispetto a questo tipo di Ministero, penso che si produrrà un danno importante perché poi i lavoratori si sentono presi in giro anche se le istituzioni locali hanno dimostrato loro una grandissima vicinanza, che non è stata ripagata dai vertici nazionali.
Innanzitutto ringrazio di nuovo l’Assessore e sollecito i miei compagni del Consiglio regionale, chi può, di attivarsi a livello ministeriale perché questa non è solo una perdita di 55/60 dipendenti, che comunque è grave, ma di un’impresa unica nelle Marche, unica nel centro Italia, che difficilmente riusciremo a rimettere in piedi perché non è come tante altre, ma è molto particolare.
Spero che qualcosa si muova, purtroppo sono poco fiducioso e chiedo all’Assessore di stare vicino ai lavoratori, come già sta facendo, e di contattare i sindacati perché molte di queste persone non sono prossime alla pensione, quindi pensare alla loro formazione e ricollocazione nel mondo del lavoro è strategico per loro e per le loro famiglie, e non è strategico per le Marche lasciar chiudere un’impresa di questo tipo. Grazie.

Interrogazione n. 802 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Centro Agro Alimentare Piceno SpA”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 802 - a risposta immediata - del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Il Consigliere Giorgini interroga rispetto a come si intende procedere relativamente al Centro Agro Alimentare Piceno SpA.
Con delibera di Giunta regionale n. 1211 del 2012 la Regione ha deliberato la dismissione della propria quota azionaria con procedura di vendita da concordarsi, possibilmente, con il Comune di San Benedetto del Tronto.
Tale scelta è stata dettata da un lato dalla normativa statale in materia di società partecipate, orientata verso la riduzione dell'azionariato pubblico, limitandolo ai casi di coerenza con la mission istituzionale, dall'altro lato dalla giurisprudenza della Corte dei Conti europea, volta a limitare i rischi di alterazione della concorrenza.
Con nota del 16 luglio 2012 il Presidente del Centro Agro Alimentare ha inviato agli azionisti una analisi di fattibilità circa la dismissione della quota pubblica, valutando il capitale sociale in circa 8 milioni di euro.
La Regione Marche, sulla base della citata valutazione, ha bandito l'asta pubblica per cedere la propria corrispondente quota per un valore di 2.507.000 euro. Tuttavia l'asta è risultata deserta.
A seguito di quanto sopra la Regione Marche con nota prot. 559380/2016 ha comunicato alla Società il proprio recesso. La Società non ha dato mai risconto a tale nota.
Con nota prot. 150 del 23 aprile 2019 il Presidente del Consiglio di Amministrazione del Centro Agro Alimentare ha convocato per il 10 maggio p.v. l'assemblea dei soci il cui ordine del giorno prevede, tra l'altro, il “Piano di risanamento Centro Agro Alimentare Spa”.
Gli uffici hanno chiesto il tempestivo invio di tale piano di risanamento al fine di approfondire le linee di azione previste dallo stesso e poter quindi assumere le adeguate valutazioni.
La Giunta regionale, sulla base delle considerazioni riportate nella mozione 496/2019 e dell'interrogazione n. 802/2019 ha chiesto al Servizio Legale un parere circa l'eventuale sussistenza di ipotesi di responsabilità anche di tipo omissivo nei confronti degli amministratori in carica e di tutti quelli precedenti e l'indicazione di eventuali azioni o iniziative da intraprendere da parte della Regione a tutela dei propri interessi di socio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. E’ strano che si sia fatto di tutto per salvare l’aeroporto di Falconara, perché strategico per le Marche, ed invece per l’unico Centro Agro Alimentare, che va dall’Emilia-Romagna fino al sud della Campania, non si vuole fare nulla, addirittura si vendono le quote perché non lo si ritiene strategico.

(intervento fuori microfono)

Peppino GIORGINI. In confronto a quello di San Benedetto è più piccolo. Forse sta nel sud delle Marche e come al solito tutto ciò che sta a sud delle Marche ha un’importanza relativa.
La vendita è andata deserta perché si vuole dare minor valore a quelle quote che già sono sottostimate, addirittura nell’Assemblea che ci sarà il 10 in prima udienza e poi probabilmente l’11, si cambierà lo Statuto perché probabilmente si vuol far diventare un’impresa immobiliare in modo da poter vendere a proprio comodo tutto quello che c'è dentro.
Eppure il centro Agro Alimentare di San Benedetto per anni è stato l’unico distretto organizzato fra le latitudini tra Parma e Nocera, però non solo si sono adagiati sugli allori della partenza del Centro Agro Alimentare, ma ci sono state anche delle lotte intestine, più di matrice politica che gestionale, quindi sono mancate le occasioni di sviluppo. Una dietro l’altra.
La ciliegina sulla torta è il fatto che alcune delle nomine politiche poi sono entrate situazioni giudiziarie che hanno letteralmente sconvolto i vertici della società e si è creato un caos incredibile.
Noi crediamo che il Centro Agro Alimentare sia una risorsa per il territorio del Piceno, per gli agricoltori e per le imprese del comparto, noi abbiamo contattato il Consigliere del Centro Agro Alimentare di Roma e proprio oggi un nostro Senatore sarà a parlare con lui, per metterlo in contatto con gli operatori privati del Centro Agro Alimentare per vedere se si riesce, ricordo che il Consigliere è anche Presidente dell’Italmercati.
Lasciare agli sciacalli ed ai comitati di affari che vogliono acquistare un Centro Agro Alimentare, vicino all’autostrada, alla ferrovia, che è strategico, penso che sia un’assurdità. Certamente all’Assessore Casini non interessa perché lei è di Ascoli, quindi San Benedetto le interessa poco. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Consigliere Giorgini, io sono interessata in genere a tutto quello che succede nella regione Marche, soprattutto per le mie deleghe, ma in particolare, per la partigianeria che ho, all’intero Piceno.
In questo caso sappia che io sarò sempre al suo fianco nello scongiurare che qualcuno possa utilizzare quell’area, per le caratteristiche che ha, per delle speculazioni immobiliari.

Interrogazione n. 739
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Strategia europea macroregionale Adriatico-Ionica”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 739 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bora.

Manuela BORA. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Zaffiri anche da parte del Presidente per questa interrogazione.
Rispondo per punti così come è stata formulata l’interrogazione.
Punto a) il lavoro fatto dal 2015 al 2017 è stato prevalentemente preparatorio: la struttura tecnica è stata impegnata principalmente nell'organizzare la governance nazionale e regionale; inoltre le elezioni regionali avvenute nel 2015 hanno sicuramente creato un vuoto informativo naturale dovuto essenzialmente all'insediamento della nuova compagine politica. Infine, l'evento drammatico del terremoto ha determinato nuove e più urgenti priorità regionali.
Fondamentale ad oggi è stato il lavoro preparatorio tecnico e possiamo senz'altro affermare che il VI Governing Board, tenutosi ad Ancona il 25-27 ottobre 2017, ha avuto grande eco sulla stampa nazionale e locale ed ha visto la partecipazione del governo regionale.
La Giunta ha inoltre approvato il supporto organizzativo all'evento con la delibera di Giunta regionale 1192 del 16 ottobre 2017. Ci sono tutta una serie di informazioni che poi lascerò al Consigliere Zaffiri, anche il link a cui può accedere per verificare effettivamente quello che è stato fatto.
Punto b) 3 milioni di euro. Perché non comunicati?
La Regione Marche è stata messa nelle condizioni di poter operare solo da gennaio 2018 (perché i fondi sono stati messi a disposizione alla fine del 2017), per i motivi sotto riportati che non hanno permesso l'utilizzo dei fondi stessi se non da giugno 2018 predisponendo le gare finalizzate (gli uffici sono stati sempre disponibili a dare nel frattempo tutte le informazioni necessarie):
C’è stato un lungo lavoro preparatorio, avviato nel 2015, e di concertazione tra i diversi soggetti coinvolti per costruire una governance condivisa e partecipata; le Marche hanno dovuto operare in stretta sinergia con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Affari esteri e tutti i dicasteri coinvolti nei 4 pilastri.
Inoltre le Marche hanno contribuito alla creazione della Cabina di regia istituita in seno al Dipartimento degli affari europei della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tutto questo allo scopo di trovare una metodologia operativa capace di rappresentare la posizione italiana nei diversi contesti internazionali previsti dalla Strategia, il Governing Board (GB) e i Thematic Steering Groups (TSG) per i 4 pilastri dell’Eusair.
Lo strumento finanziario individuato dalla Commissione a supporto di questa governance è stato il Progetto: "Supporting the governance of the Eusairfacility point” - finanziato dall'Asse IV programma Interreg Adrion. Il Progetto è stato formalizzato soltanto alla fine del 2017: il Contratto di finanziamento è stato sottoscritto il 28 agosto 2017 ed il conseguente Accordo di partenariato nel dicembre 2017. Pertanto la Regione Marche ha potuto operare solo a partire dal Governing Board di Ancona del 25-27 ottobre 2018.
Il progetto vede una dotazione finanziaria complessiva di 11, 5 milioni di euro e prevede un Capofila sloveno e 8 Partners, uno per ciascun Paese partecipante.
La Regione Marche è l'Italian Project Partner, unico soggetto regionale che collabora con gli uffici governativi degli altri 7 paesi partners.
Il Progetto è articolato in 5 ambiti di lavoro che sono stati definiti dopo un lungo lavoro preparatorio tra tutti i Paesi partecipanti, durato circa 3 anni e che sono: Assistenza al Governing Board ed ai Thematic Steering Groups, Sviluppo di progetti strategici e dialogo finanziario, Capacity Building, Monitoraggio e valutazione dell'Eusair, Sviluppo della Piattaforma degli stakeholders, Azioni di Comunicazione e incremento della visibilità di Eusair.
L'articolazione delle attività dei Project Partners sono riportate all'interno del formulario di Progetto che è parte integrante dell'Accordo di Partenariato sottoscritto con il capofila del progetto (il Governo Sloveno).
Per l'Italia, le Marche che rappresentano il Project Partner ricevono la somma di oltre 3 milioni di euro (85% quota FESR, 15% quota Stato) per la realizzazione di tutte quelle attività previste dall'Application Form e che supportano l'Italia nella fase di implementazione della Strategia.
Per la realizzazione delle attività previste dal progetto, è richiesta la partecipazione agli Steering Groups del progetto, la predisposizione di documenti di dettaglio per la successiva realizzazione delle attività, l'acquisizione dei servizi previsti dal progetto attraverso procedure di evidenza pubblica ed altre numerose attività amministrative collegate.
Punto c) Stato di realizzazione.
Come appena specificato, è stato possibile aprire i relativi capitoli di entrata e di spesa solo da ottobre 2017 (con la delibera di Giunta regionale n. 1192/2017) ed iniziare concretamente le attività.
Allo stato attuale sono state realizzate le seguenti attività: Gare realizzate nel corso della Presidenza Italiana Eusair 2017-2018 conclusasi a maggio 2018 a supporto delle iniziative condivise con la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il MAECI ed i Pillar Coordinators sotto riportate.
Tutte le procedure indicate sotto si sono rese necessarie ed urgenti per consentire il supporto organizzativo/logistico ai designati nelle more della gara pluriennale. Tralascio tutta una serie di attività che sono state fatte e che troverà poi nel dettaglio della risposta all’interrogazione, che consegnerò, e tutta una serie di gare che sono state effettuate e che chiaramente hanno richiesto molto tempo, ci sono anche delle gare in corso di definizione ed altre da realizzare, in realtà da realizzare è solamente la gara per l’individuazione del servizio per trasformare le idee progettuali individuate in progetti compiuti e bancabili.
Lo stato di attuazione finanziaria del progetto parte dal 2014 con circa 4 milioni di euro a disposizione e si conclude con il periodo 5, dove sono ancora in corso le procedure di certificazione.
Punto d) Struttura organizzativa esistente.
La struttura regionale incaricata di seguire l'attuazione della strategia è attualmente la P.F. industria, artigianato, cooperazione ed internazionalizzazione.
Lo staff attualmente dedicato come da lettere di incarico e da declaratoria delle P.O. sono:
- n. 1 P.O. Strategia Adriatico Ionica e referente Piattaforma e progetto "supporting
the Governance of the Eusair - Facility Point";
- n. 1 P.O. cooperazione territoriale e allo sviluppo e progettazione europea strategica per la gestione del progetto "supporting the Governance of the Eusair - Facility Point";
- n. 1 unità di supporto all'attività Eusair (attualmente in aspettativa).
Lo staff è affiancato dall'Assistenza Tematica fornita da Assam con due figure esperte (a cui si aggiungerà una terza a seguito del lancio della piattaforma) ed entro maggio saranno avviate le selezioni per personale a tempo determinato per ulteriori 7 unità a supporto della struttura organizzativa esistente per il progetto Facility Point (4 di queste 7 unità), per il progetto Panoramed (1 unità), per i progetti Adrion National Technical Assistance (1 figura part time) per PAC CTE Adrion (1 figura part time).
Le figure individuate per il progetto "Supporting the Governance of the Eusair - Facility Point" sono le seguenti:
1 supporto per contabilità e rendicontazione;
1 supporto per gare e rapporti con i fornitori;
1 figura tecnica di supporto alla piattaforma dedicata al Pillar 2 Trasporti ed Energia;
1 web content manager per il coordinamento delle attività della piattaforma degli stakeholder.
Punto e) È il caso di prevedere una struttura totalmente dedicata?
Va evidenziato che le attività di Cooperazione Territoriale Europea e quelle della Strategia Adriatico Ionica sono in stretta connessione tra di loro. Il ruolo della Regione Marche, si articola infatti in due livelli:
Governance dei programmi di Cooperazione Territoriale Europea.
- Regione Marche è membro dei diversi comitati nazionali degli altri programmi di
CTE (quali Med, Adrion, Italia-Croazia, Urbact etc.);
- Regione Marche per il programma Adrion è co-presidente del Comitato Nazionale e National Contact Point;
- Regione Marche promuove inoltre la partecipazione dei soggetti del territorio in tali programmi.
La Regione Marche quindi partecipa ed interviene nelle decisioni assunte a livello di programma.
Gestione di Pogetti Strategici di Cooperazione Territoriale Europea.
La Regione Marche riveste ruoli particolarmente rilevanti nei progetti strategici previsti dai programmi Med e Adrion, promossi a livello di Comitato di sorveglianza dei programmi allo scopo di fornire indirizzi strategici, nonché dare indicazioni strategiche sulle priorità di sviluppo della futura programmazione della Cooperazione Territoriale Europea.
Ciò comporta anche uno sforzo organizzativo rilevante che implica l'organizzazione di eventi su tutto il territorio nazionale (Roma, Venezia, Bari, Bologna, Palermo, Catania, eccetera).
Oltre al progetto di supporto ad Eusair sopra descritto segnaliamo altri importanti attività che si inquadrano nello stesso ambito:
Interreg Med 2014/2020 - "Panoramed";
Interreg Adrion 2014/2020, "National Technical Assistance";
Progetto "Pac Cte Adrion" citato prima.
Essere presenti con ruoli di spicco in questo insieme di progetti, con un budget complessivo di 4 milioni di euro direttamente in capo alla PF industria artigianato cooperazione ed internazionalizzazione, che si stanno sviluppando contemporaneamente, comportano una forte rilevanza esterna sia a livello nazionale che internazionale, al quale bisogna rispondere con una struttura regionale dedicata e di professionalità adeguata.
In tale direzione si muove anche la programmazione regionale che ha visto per la prima volta l'approvazione di un piano annuale degli interventi di internazionalizzazione e promozione nonché di Cooperazione internazionale e Strategia Eusair per l’anno 2018 propedeutico al piano triennale 2019-2021 delle attività di internazionalizzazione, cooperazione territoriale ed internazionale e Strategia Eusair che sarà presentato all'approvazione del Consiglio regionale nel primo semestre 2019.
In conclusione è previsto un rafforzamento della struttura con le selezioni richiamate al punto precedente per 7 figure (5 full time e 2 part-time) oltre all'individuazione di ulteriori figure professionali già in organico nell'amministrazione regionale con elevata esperienza in ambito europeo.
Pertanto la struttura esistente (che complessivamente vedrà 10 risorse umane dedicate) sarà adeguata sin dal secondo semestre 2019 alle necessità ed alla rilevanza dei progetti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Capisco questa lunga risposta, che gli uffici le hanno preparato in riscontro alla mia interrogazione, non me ne vogliano perché sono senz’altro bravi, però, caro Presidente Ceriscioli, i miei occhi non hanno visto e le mie orecchie non hanno sentito nessuna iniziativa, salvo quella del 2017 che l’Assessore ha poc’anzi evidenziato. Probabilmente era una cosa già concordata precedentemente da chi governava prima questa Regione, del quale io non ho detto mai bene, però probabilmente si era impegnato nel progetto della Macroregione perché ci credeva.
Capisco che il Presidente non ci crede, pertanto non ha fatto niente e non ha fatto iniziative, nonostante la Regione Marche abbia avuto la Presidenza della Macroregione.
Noi abbiamo perso dei finanziamenti, nonostante quello che dicono gli uffici, non siamo stati incisivi, non abbiamo fatto iniziative, qui dentro probabilmente, compresi i Consiglieri, si sono dimenticati della Macroregione, senza pensare a cosa è successo ai marchigiani, nessuno si ricorda più che c’è la Macroregione.
E’ una cosa assurda, l’esecutivo condotto dal Presidente Ceriscioli su questo ha fallito, per noi invece la Macroregione è estremamente importante. Cito soltanto un problema come quello della pesca, da noi in estate si applica una determinata regola, dalla Croazia arriva il pesce nei mercati anconetani per tutto l’anno e la Croazia fa parte della Macroregione. Questi sono i problemi purtroppo, non quelli che in un modo molto corretto l’Assessore ci ha fatto ascoltare, queste sono le iniziative che bisognava fare, altro che concentrare una risposta, per carità importante, sull’organigramma di questa struttura. Quali iniziative politiche sono state fatte per questo territorio? Anche perché hanno girato e girano diversi milioni di finanziamento per questa regione.
E’ sempre un problema politico, non è tecnico, possibile che il Presidente non voglia capire queste cose? Sono quasi quattro anni e mezzo che politicamente non le comprende, il problema sono le iniziative, il problema è che quando questa Regione aveva la Presidenza non ha intrapreso iniziative, non ha portato sul nostro territorio le altre regioni, non ha partecipato ad iniziative di sviluppo che riguardavano anche dei finanziamenti provenienti dalla Comunità. Di cosa sta parlando il Presidente?
Bisogna dire grazie a chi ha risposto a questa interrogazione, che ha cercato di arricchirla mettendo giù determinate iniziative, ma io non mi volevo sentir dire le iniziative che gli uffici hanno messo in piedi, volevo sentire le iniziative politiche, il ruolo politico di questa regione, ed è questo che manca.
Credo che non può essere che negativo il giudizio, ma non dato dal singolo, dato da una comunità che non ha visto niente in questi quattro anni sulla Macroregione, questo è il problema di fondo.
Grazie Assessore per la risposta, l’intervento che ho fatto è di forte critica per la guida politica della Macroregione, che i marchigiani non hanno visto, i marchigiani non hanno sentito, i marchigiani non sono stati protagonisti mentre la Presidenza era della Regione Marche.

Proposta di legge n. 241
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni in materia di Valutazione di impatto ambientale (VIA)”
(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di legge.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6.
Emendamento 6/1 a firma della Consigliera Leonardi, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Nell'interruzione ho perso la possibilità di intervenire, avrei fatto un discorso unico relazionando anche sugli emendamenti.
Nell'emendamento chiedo di inserire il punto 4 bis, in cui introduco che la partecipazione del pubblico interessato è garantita ai sensi del comma 4, articolo 27 bis del D.Lgs. 152 del 2006, perché reputo che in questa normativa le componenti del popolo, e delle iniziative popolari, e quelle legate alle istituzioni, in particolar modo ai Consigli comunali, non vengano garantite, ma by passate, lo vedremo poi nell'articolo 17. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. La proposta di emendamento è stata valutata in Commissione, però l'articolo 15, comma 4 stabilisce che: “Per tutto quanto non espressamente previsto si applicano le disposizioni del D.Lgs. 152/2006”.
Se l'articolo non prevede un richiamo espresso, in realtà c'è poi l'articolo 15 che rimanda per quanto non espressamente previsto al decreto legislativo, quindi in Commissione, nell'analisi che abbiamo fatto, ci è sembrato ridondante specificare ulteriormente, per cui nell'oggetto non siamo contrari, ma in realtà c'è già un richiamo omnicomprensivo al termine dell'articolo 15. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 6/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7.
Sub emendamento 7/1/1 a firma dei Consiglieri Leonardi, Giorgini, Pergolesi, Maggi.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Come abbiamo accennato prima della sospensione dell'Aula, la Regione Marche, a seguito di una sentenza della Corte costituzionale, ha rivisto la disposizione iniziale dell’articolo 7 e sempre per recepire le interlocuzioni con il Dipartimento degli affari regionali, su indicazione legislativa del Ministero dell’ambiente, ha optato per alcuni emendamenti.
Abbiamo a lungo dibattuto anche con i tecnici ed anche con il legislativo per rimodulare l'articolo 7, quindi, sulla base di questo dibattito e di questa discussione noi ci teniamo comunque a mantenere i sub-emendamenti che modificano ed integrano l'articolo 7, onde evitare che venga interpretato in maniera fantasiosa dai tecnici o funzionari sia di questo ente che di altri.

PRESIDENTE. Sub emendamento 7/1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Sub emendamento 7/1/2 a firma delle Consigliere Leonardi, Pergolesi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Sub emendamento 7/1/3 a firma dei Consiglieri Leonardi, Giorgini, Pergolesi, Maggi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 7/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Giorgini e Leonardi.

PRESIDENTE. Emendamento 7/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Carloni, Casini, Celani, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati.
Astenuti: Pieroni.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Sub emendamento 7/2/1 a firma delle Consigliere Leonardi, Pergolesi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Era per ritirare l’emendamento perché serviva solo per agganciare i sub-emendamenti, però non importa.

Sub emendamento 7/2/2 a firma delle Consigliere Leonardi, Pergolesi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Sub emendamento 7/2/3 a firma dei Consiglieri Leonardi, Giorgini, Pergolesi, Maggi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Sub-emendamento 7/2/4 a firma dei Consiglieri Leonardi, Giorgini, Pergolesi, Fabbri, Maggi.
Ha la parola la Consigliera Leonardi

Elena LEONARDI. Nella foga della votazione non si capisce neanche bene cosa andiamo a votare.
Prima è stata respinta la proposta di far esprimere alla Provincia il parere sulla conformità della variante, con questo emendamento chiediamo che il provvedimento autorizzatorio, parliamo di variante di VIA, abbia esito positivo solo qualora non sussista diniego dell’organo comunale competente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Intervengo ora in maniera cumulativa per tutti gli emendamenti e sub emendamenti che abbiamo anche bocciato.
Come ho avuto modo di dire nella presentazione, in linea di principio siamo favorevoli a questo emendamento. Ripeto, io per primo in Commissione ho sollevato la problematica, il tema più volte disquisito e dibattuto con i tecnici, con le associazioni dei Comuni, con l’associazione delle Province quindi anche con i diretti interessati, ha dato esito negativo, nel senso che c’è stato un comune accordo nel dire che non è possibile a rigor di legge, in quanto la competenza ambientale non è della Regione ma è del Governo e la norma legislativa prevede solo alcune competenze regionali e quella di decidere in autonomia non rientra tra queste, tanto che la Corte Costituzionale già si è espressa contro la Regione Lombardia che aveva previsto qualcosa di simile.
A fronte di questo, poi avremo modo di parlarne successivamente, presenteremo, credo in maniera unanime, una proposta di ordine del giorno da inviare alle Camere per l'accoglimento un provvedimento nazionale che preveda e accolga quanto previsto.
Oggi purtroppo non siamo nelle condizioni ragionevoli di approvare questo emendamento come gli altri proposti finora perché andrebbero palesemente in contrasto con la normativa nazionale, sarebbe un grosso buco nell’acqua che comporterebbe solo una perdita di tempo e costi oltre che l'esposizione dell’ente Regione ad una serie di contenziosi che non avrebbero senso.
Siamo d’accordo sulla materia, sull’oggetto, perché, ripeto, per primo ho sollevato il problema che i Comuni vengono depauperati da questa normativa da un potere decisionale superiore rispetto agli altri enti. Il Comune rappresentante del popolo a rigor di logica non può essere messo alla stregua degli altri enti che con tutte le competenze tecniche non rappresentano il sentire dei cittadini, quindi siamo d’accordo nella sostanza, presentiamo una proposta di ordine del giorno, o più avanti eventualmente una proposta di legge o quello che volete, e saremo i primi a firmarla. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Sub emendamento 7/2/4. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 7/2 a firma della Consigliera Pergolesi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

PRESIDENTE. Articolo 7.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Chiedo la votazione per appello nominale anche nome dei Consiglieri Fabbri e Maggi.

Articolo 7. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati Zaffiri.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Era solo per verificare perché nel precedente Consiglio si è votata una cosa non conforme agli articoli che comparivano sullo schermo. Grazie.

Articolo 10.
Emendamento 10/1 a firma della Consigliera Leonardi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Il mio emendamento è al comma 1 dell'articolo 10 e chiedo che nel caso di opere o interventi da assoggettare a Via, si parla dell'Assemblea pubblica, il proponente di sua iniziativa o su richiesta dei Comuni interessati o del pubblico interessato può illustrare il progetto che intende realizzare, i principali impatti ambientali da esso derivanti, in un'Assemblea pubblica appositamente convocata, anche sulla base di un progetto preliminare e comunque prima della presentazione dell'istanza di provvedimento autorizzatorio unico.
Con questo emendamento aggiungo: “di cui agli articoli 6 e 7 della presente proposta di legge” perché all'articolo 6 parliamo del provvedimento autorizzatorio unico e all'articolo 7, che tante polemiche ha creato, del provvedimento autorizzatorio unico in caso di progetti di variante allo strumento urbanistico. Quindi, vorrei precisare in maniera più esplicita che siano ricompresi entrambi. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 10/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15.
Emendamento 15/1 a firma della Consigliera Leonardi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Parliamo di norme transitorie e finali. L'articolo 1 sancisce che la Giunta regionale, previo parere della Commissione assemblare competente, adotta entro 180 giorni dall'entrata in vigore di questa legge, le linee guida per la definizione dell'organizzazione e delle modalità di esercizio delle funzioni amministrative relative a procedimenti disciplinati da questa legge, nonché delle modalità di consultazione del pubblico interessato, io chiedo di aggiungere il comma 1 bis, che prevede che “la Giunta regionale adotta, nei termini previsti dal comma 1 - quello che ho appena letto - indirizzi operativi per la definizione di alcune categorie progettuali inerenti opere di difesa provvisorie da escludere dalla verifica di assoggettabilità a Via”, in particolar modo, mi preme sottolineare come i sacchi di sabbia che vengono messi a protezione delle strutture e delle infrastrutture, non solo degli chalet, ma anche delle strade che spesso sono a ridosso delle spiagge e non solo, ogni anno per potere essere posizionati debbono essere assoggettati a procedimento di Via con una tempistica lunga, con un esborso economico, reputo che, vista la natura provvisoria e vista anche la conformazione di questi sacchi, tale verifica potrebbe essere inserita dalla Giunta nelle cose da escludere dal provvedimento di Via. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Su questo tema si è già dibattuto. La Consigliera Leonardi, non facendo parte della III Commissione, probabilmente non ha seguito tutto il dibattito.
Grazie all'intervento della Giunta, alla discussione in Consiglio e all'approvazione di questa norma di cui stiamo dibattendo - per la verità non so se lei per prima, ma certamente non solo lei, penso agli incontri che abbiamo fatto con l'Assessore Sciapichetti e con i balneari in particolare di Porto Recanati, ma non solo - da domani questi interventi saranno si assoggettati a Via, ma sarà una tantum, nel senso che gli interventi ripetitivi, che hanno sempre lo stesso valore di impatto ambientale, non richiederanno nuovamente la presentazione della Via.
È chiaro che la prima volta, dato che l'intervento sarà ex novo in base a questa nuova legge, la Via dovrà essere necessariamente presentata per valutare l'impatto ambientale di queste opere che, pur minimali, hanno comunque un impatto ambientale sull'ecosistema, questo è del tutto evidente, però, l'alleggerimento burocratico e normativo rispetto al passato è che, una volta presentata, nel momento in cui gli interventi saranno ripetitivi, gli operatori balneari non dovranno più attivarsi per questo provvedimento. Torniamo al discorso di prima, non essendo di competenza regionale, ma nazionale, la Regione Marche non può eliminare completamente la presentazione di questa domanda per questi progetti, proprio perché non è nelle sue competenze, viceversa, quello che è nelle nostre competenze l'abbiamo fatto e sta all'interno di questa legge. Quindi una grossa semplificazione e un grosso alleggerimento burocratico anche di costi per gli operatori balneari è già presente nella normativa che andremo ad approvare. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 15/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Biancani, Busilacchi, Marconi, Giorgini, Rapa, Carloni, Leonardi, Minardi, Zaffiri, Marcozzi, Micucci, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questo è un ordine del giorno che impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo nazionale al fine di procedere quanto prima alla modifica dell'articolo 27 bis del D.Lgs. 152 del 2006 per rendere applicabile il provvedimento autorizzatorio unico regionale esclusivamente agli interventi che risultano conformi allo strumento urbanistico comunale, praticamente è quello che è emerso sia in sede di Commissione, nella quale avevamo evidenziato le perplessità, che dagli emendamenti presentati.
L'ordine del giorno è stato firmato da tutti, non vedo la firma del Consigliere Bisonni, non perché non voleva firmarlo, presumo, ma quando ho raccolto le firme non era al suo posto per cui non l'ho presa, è solamente per questo, non perché il Consigliere Bisonni non abbia voluto firmarlo. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Questa è una proposta di legge che è stata ampiamente discussa in Commissione, ci tengo a sottolineare questo aspetto perché ho visto che anche sulla stampa è uscito qualcosa.
Come evidenziato anche dall'ordine del giorno che abbiamo appena votato, unanimemente in Commissione ci siamo espressi contrariamente a quanto disposto dall'articolo 7, sul fatto che il parere del Comune possa, dal responsabile della Conferenza dei servizi, modo essere superato qualora la motivazione. E' chiaro che questo non è un capriccio, tecnicamente il parere contrario del Comune potrebbe essere superato e la Conferenza dei servizi dare comunque parere favorevole.
Su questa cosa abbiamo ampiamente detto che siamo tutti contrari, compreso il sottoscritto.
A breve, cercheremo di presentare una proposta di legge da sottoporre alle Camere per modificare questo punto, fintanto, purtroppo, e lo dico con amarezza, la legge nazionale prevede espressamente che la procedura per l'autorizzazione di Via sia fatta in questa maniera, è chiaro che la legge regionale non può andare contro questa disposizione per tutti i motivi che sono stati ricordati ed anche perché la materia è di competenza statale.
Ho fatto queste precisazioni perché fondamentalmente la legge recepisce la norma nazionale, quindi non ci sarebbe nulla da obiettare in questo senso, però in merito ai contenuti, in particolare dell'articolo 7, tutti siamo in disaccordo, quindi non voterò favorevolmente, mi asterrò, ripeto, per i motivi che ho appena detto.
Mi asterrò dal votare questa legge, comprendendo che non possiamo fare diversamente, però quanto indicato nell'articolo 7, personalmente e altri l’hanno detto ugualmente, non lo condivido per cui non mi sento di votare in toto questa legge che contiene una norma che dal mio punto di vista non va assolutamente bene. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Noi voteremo questa legge ed esprimiamo una valutazione positiva anche perché l'ordine del giorno è stato recepito, quindi esistono tutti i presupposti per migliorare la norma con il contributo indispensabile del Governo centrale, recuperando questa tagliola che purtroppo la legge prevede per i Comuni che non sono d'accordo, che vengono scavalcati. Una cosa abnorme, una cosa in cui il territorio non è protagonista, dove le scelte dei Comuni non vengono rispettate. Penso che la legge soffra di questa cosa, bisogna recuperarla perché era previsto nella proposta, come ho detto stamattina, un iter diverso da quello attuale. Credo che la cosa di questa legge sia oramai da superare proprio per dare più dignità ai Sindaci e al territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vorrei dire al Consigliere Bisonni che il titolo abilitativo rilasciato alla conclusione del procedimento può essere impugnato, come ho detto prima, entro 10 giorni dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per cui un'arma c’è, non avrà via libera.
Detto questo, devo dire che la mia politica è sempre razionale, mai impulsiva, per cui chiaramente voterò favorevolmente questa legge, mentre ho votato contro sugli unici due articoli su cui avevo dei dubbi. E' chiaro che questa legge non va contro le normative nazionali, per cui non credo che ci sono degli appunti da fare al Servizi o ad altri.
Per onestà intellettuale l’abbiamo votata in Commissione e lo voteremo anche in Consiglio, perché, come si diceva una volta, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Grazie.

Proposta di legge n. 241. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Chiederei, per favore, di anticipare la risoluzione relativa alle mozioni nn. 467 e 487, sulla quale abbiamo trovato un accordo con i vari gruppi e anche con l’Assessore Casini riguardante l'arretramento delle barriere.
Il Consiglio regionale ha motivo di urgenza in merito all’iter di Rfi perché c'è una certa attività amministrativa che si sta avviando in questo senso per cui vorremmo dare una risposta celere e se è possibile fare subito questa cosa.

PRESIDENTE. Se su questa proposta l’Aula nessuno ha nulla da eccepire, possiamo procedere all'esame delle mozioni nn. 467 e 487 e dell'interrogazione n. 792.

Mozione n. 467
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Carloni, Minardi
“Richiesta apertura tavolo di un confronto sull’arretramento della ferrovia dalla costa”

Mozione n. 487
ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Giancarli, Rapa
“Tavolo di coordinamento con tutti gli enti su ‘Opere di risanamento acustico Rfi’”

Interrogazione n. 729
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Atti conseguenti la risoluzione n. 85/19 ad oggetto ‘Impegno della Regione Marche a tutela dell’ambiente e dei beni paesaggistici rispetto agli interventi di risanamento acustico previsti dal piano di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi)’”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 467 dei Consiglieri Rapa, Carloni, Minardi, la mozione n. 487 dei Consiglieri Pergolesi, Giancarli, Rapa e l’interrogazione n. 792 del Consigliere Giancarli, abbinate.
Direi di procedere con la risposta all’interrogazione del Consigliere Giancarli e poi con l’illustrazione della risoluzione, che immagino farà il Consigliere Carloni o il Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. L'argomento è di grande interesse per tutto il Consiglio, ci sono diverse interrogazioni, mozioni, quindi leggerò un po' la storia di quello che è stato fatto, così ci rendiamo conto di quello che c'è ancora da fare.
L'Assemblea legislativa delle Marche nella seduta del 19 febbraio con la risoluzione 85/2019, ad oggetto ‘Impegno della Regione Marche a tutela dell'ambiente, dei beni paesaggistici, rispetto agli interventi di risanamento acustico previsti dal piano di rete ferroviaria italiana’, impegna il Presidente e la Giunta regionale:
1) a farsi portavoce in tutte le sedi competenti delle decisioni assunte da ciascun Comune marchigiano costiero interessato dagli interventi di risanamento acustico previsti dal piano redatto da Rfi, così come risulta dai rispettivi atti inviati alla Giunta regionale stessa;
2) a promuovere e sostenere in ogni modo il rispetto delle prescrizioni contenute nell'intesa sul piano degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore espressa dalla Conferenza unificata del 1° luglio 2004. Se vi ricordate, c’erano delle prescrizioni che dicevano che occorreva trovare delle soluzioni alternative alle barriere.
In riferimento alla risoluzione faccio presente che ho convocato un incontro tecnico/politico, tenutosi in data 19 febbraio 2019, in cui hanno partecipato i Comuni interessati dai progetti di risanamento acustico, fino a quel momento presentati da Ferrovie, nonché rappresentanti di Ferrovie, al fine di una discussione congiunta delle problematiche legate alla realizzazione dei suddetti progetti.
In seguito il Servizio ha istituito un tavolo tecnico convocato in data 5 marzo 2019, la cui prima riunione si è tenuta il 13 marzo 2019 con i Comuni interessati dai progetti presentati da RFI. In tale riunione sono stati approfonditi i temi e le problematiche legate ai progetti ed è stata evidenziata la necessità di approfondire da parte dei Comuni, gli aspetti legati alla valutazione paesaggistica delle opere i rapporti dei progetti con i piani comunali di classificazione acustica. Su tali temi, ad oggi, sono pervenute le sole deliberazioni dei Comuni di Falconara e di Mondolfo. Successivamente ha istituito un gruppo di lavoro interdisciplinare, la cui prima riunione del 19 aprile 2019, è stata convocata con nota della Posizione di Funzione urbanistica dell'11 aprile 2019, con la partecipazione delle P.F. regionali aventi competenza in materia e con l’Arpam, al fine di una valutazione tecnica delle complesse problematiche di varia natura legate alla realizzazione dei progetti di barriere acustiche, finalizzata all'espressione del parere della Regione Marche in Conferenza dei servizi.
Il rispetto delle prescrizioni contenute nell'intesa sul piano degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore, espressa dalla Conferenza unificata del 1° luglio 2004, sarà uno degli elementi principali per la valutazione dei progetti per l'espressione del parere della Regione Marche in Conferenza dei servizi, tant'è che è stato richiesto uno specifico chiarimento a RFI in data 12 febbraio 2019.
Con nota del 12 febbraio 2019, la Regione ha chiesto a RFI di esplicitare le valutazioni e le motivazioni di vario tipo, tecniche, economiche, ambientali, previste dal nel d.m. 29 novembre 2000, che hanno portato a scegliere le barriere acustiche come soluzione per l'abbattimento del rumore sulla linea ferroviaria adriatica, piuttosto che interventi sulla fonte del rumore come rotaie e materiale rotabile, e sui ricettori (singole abitazioni), considerato che tale soluzione non soddisfa le priorità indicate dallo stesso d.m. del 2000 e a tutt'oggi non è pervenuta risposta alcuna da parte di RFI.
Per quello che riguarda invece la fattibilità rispetto all'arretramento della Statale 16, la Regione ha già avviato, sia con il Ministero che con RFI, il confronto richiesto e il 9 gennaio 2019 si è svolto un primo incontro con il Direttore della Direzione generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione di progetti internazionali del Mit, nel corso del quale sono state illustrate e discusse le strategie per lo sviluppo del sistema infrastrutturale marchigiano. A questo ha fatto seguito un approfondimento sulle infrastrutture ferroviarie e con apposita nota a firma del Presidente Ceriscioli, inviata al Mit il 24 febbraio 2019, sono stati individuati gli interventi ferroviari prioritari per i quali è stata richiesta la necessaria copertura finanziaria.
Con la stessa nota è stato richiesto al Mit di poter elaborare uno studio di fattibilità tecnico/economica del progetto di arretramento della linea ferroviaria adriatica, nel tratto marchigiano, proprio nella consapevolezza che l'attuale tracciato, che si snoda in gran parte del territorio in prossimità del mare, attraversando centri abitati e siti sensibili, presenta ancora notevoli criticità proprio per tale vicinanza.
Il 29 febbraio 2019 si è svolto un incontro con i vertici di RFI e tra gli argomenti portati al tavolo c'è stato quello dell'arretramento- E' chiaro che noi abbiamo richiesto, per non fare proposte che fossero mere strumentalizzazioni, un progetto di fattibilità, da discutere con il territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Grazie Vicepresidente. Mi limito a rispondere all'interrogazione, la Vicepresidente ha dato molta importanza a questa interrogazione, addirittura ha parlato di diverse interrogazioni, è una, ma va al cuore del problema.
Non vorrei riaprire il ragionamento più generale, perché ho sottomano il piano regionale infrastrutture, trasporto merci e logistica approvato nel luglio 2012 ed era scritta la posizione della Regione Marche rispetto all'arretramento.
E' chiaro che c'è la necessità di lavorarci, vanno fatti gli studi di fattibilità, come lei ha ora accennato.

(interviene fuori microfono l'Assessore Casini)

Enzo GIANCARLI. Il piano delle infrastrutture mi va bene, ma il piano della logistica è rimasto questo, Vicepresidente. Questo piano regionale infrastrutture, trasporti è l'unico, poi abbiamo presentato dei piani stralcio.
Questo è un piano valido, Vicepresidente, conserva la sua validità, è il piano regionale delle infrastrutture. Poi so che ci sono i piani annuali, piani triennali che vengono presentati, ma sono all'interno di quel programma.

(interviene fuori microfono l'Assessore Casini)

Enzo GIANCARLI. Come non ci siamo resi conto? Senta, io non aggiungo nulla.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Siamo ad una risoluzione, perché questo lavoro ha interessato gran parte dei Consiglieri, infatti è firmata da tutti, interessa il Consigliere decano Giancarli che è sempre intervenuto su questa materia con dovizia di particolari e, devo dirlo, tiene anche conto doverosamente del lavoro svolto dalla Vicepresidente Casini, perché la risoluzione oggi deve essere attuata sulla base di quello in parte fatto, tenendo conto di tutti gli scenari aperti.
Ritengo, come ho detto ai rappresentanti dei comitati che sono venuti questa mattina in Aula, che ringrazio per la passione civica che stanno mettendo su questo tema, che questo che stiamo approvando in Aula è un lavoro necessario, ma non sufficiente.
Stiamo dando seguito ad una volontà politica che è quella di tener conto del parere dei Comuni laddove essi riescano ad interpretare le esigenze e le istanze dei propri concittadini meglio della Regione, ma sicuramente meglio del Ministero dei trasporti e di RFI.
Quello che noi oggi ci accingiamo ad approvare, cari colleghi, prevede di proseguire il lavoro svolto dalla Giunta con gli enti locali coinvolti dal progetto “Opere di risanamento acustico RFI” al fine di trovare una soluzione condivisa alternativa alle barriere fonoassorbenti e per la valutazione di un progetto di fattibilità finalizzato all'arretramento della linea ferroviaria dalla costa, in ultima analisi abbiamo aggiunto questa frase: a ribadire che la Regione rappresenterà in Conferenza dei servizi la volontà espressa dai Comuni interessati. Quindi da un lato vincoliamo la Regione, laddove è chiamata ad esprimere il parere ad essere conseguente e coerente alla volontà dei Comuni, dall'altra però, e l'operazione è quella di trovare un progetto alternativo alle barriere fonoassorbenti, lo dico con trasparenza, oggi noi ci affidiamo alla Giunta, in particolare all'Assessore Casini, affinché dia esecuzione ad un'opera vera di contrasto a questo progetto di RFI che cerca di riparare ad una propria non conformità alla legge nazionale, ma non lo può fare a discapito dei cittadini, come abbiamo già detto l'altra volta, non si può mettere una pezza che sia peggiore del buco e non si può, alle persone che per anni hanno vissuto con il rumore della ferrovia, dopo tanti disagi, mettere la bruttura, un muro di 8, 9 metri davanti alla porta di casa. Questo sarebbe il danno e la beffa.
Se tutti siamo d'accordo in questo senso, questa mozione dà tutti gli strumenti legislativi agli uffici competenti, che stanno già lavorando in questo senso, per, lo ribadisco, contrastare il progetto di RFI, in tutti i modi e in tutte le maniere, perché occorre tener conto della volontà dei singoli Comuni. Ci possono essere amministrazioni comunali favorevoli alle barriere fonoassorbenti ed in questo caso è giusto rispettarne il parere, ce ne possono essere altre contrarie perché deturpano l'ambiente, danneggiano i cittadini e creano una cesura tra la valle e il monte, tra la costa e il paese, che è una cosa inaccettabile, l'abbiamo visto l'altra volta con il plastico che è stato portato in Aula.
Vi prego, lo dico all’Assessore Casini che è già sul pezzo ed attenta a questa vicenda, di usare ogni forza ed ogni strumento che la legge ci mette a disposizione per contrastare il progetto di RFI che negli ultimi tempi, guarda caso, è stato anche accelerato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Innanzitutto vorrei ringraziare la Vicepresidente Casini per l'impegno profuso, anche in considerazione del fatto che, partendo dalla mozione che avevo presentato in merito all'arretramento, noto con piacere che è già stato avviato un tavolo.
Partendo da questo presupposto, considero l'arretramento della ferrovia adriatica, perlomeno iniziare uno studio di fattibilità, una risposta al futuro dei nostri territori perché avrebbe un impatto notevole su tutta la nostra costa.
La questione non è nuova, già nei primi anni 2000 la Provincia di Ancona, guidata dall'allora Presidente Giancarli e ora collega, elaborò uno studio per ridisegnare il tratto tra Senigallia e Loreto, partendo dalle esperienze vissute.
Ritengo che sia importante cominciare un percorso che possa dare una grande prospettiva anche in termini economici e turistici per tutto il territorio.
E' importante stare sul pezzo, penso che la Regione lo stia facendo anche a tutela degli abitanti, di tutti i marchigiani che vivono sulla costa, che sentono questo come un problema reale e sono preoccupati per il loro futuro.
Spero che questa risoluzione venga approvata, e, ripeto, ringrazio l’Assessore Casini per essersi già attivata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Come sapete benissimo, il tema dell'abbattimento delle barriere acustiche a noi interessa molto e fin da subito ci siamo attivati tecnicamente per verificare come si potessero tutelare da una parte i cittadini che si trovano vicini alla rete ferroviaria, che subiscono un po' l'inquinamento acustico, in alcuni casi in maniera eccessiva, dall'altra i cittadini che non vogliono privarsi non solo dell'aria, ma anche del panorama di cui possono godere, specialmente quelli che si trovano sulla costa, evitando la costruzione fronte casa un muro alto fino 6, 7 o 8 metri.
In occasione dell'imminente Conferenza dei servizi prevista per il 15 maggio 2019, abbiamo chiesto l'iscrizione d'urgenza all'ordine del giorno di questa mozione per incentivare le iniziative della Giunta. Spero l’Assessore Casini non la prenda come una sorta di polemica o voler metter bocca negli affari della Giunta, semplicemente perché i tecnici si stanno muovendo e quello che abbiamo recepito dai territori è che a livello politico servirebbe un tavolo di confronto politico, che non entri nel merito delle questioni specifiche perché ci sono i tecnici che stanno lavorando in Conferenza dei servizi, con le parti interessate per avere una visione di sviluppo futuro della nostra regione, naturalmente avendo come primo obiettivo quello di recepire le istanze di ciascun territorio, per cui riteniamo fondamentale coordinarsi e soprattutto parlarne in maniera collegiale con tutte le parti coinvolte.
Sono felice che la proposta di risoluzione sia stata recepita da tutti i Consiglieri presenti, segno evidente che sul tema della tutela, una volta tanto, in questa Regione, riusciamo ad avere un accordo, quindi spero che questa nostra iniziativa, l’iniziativa del Consiglio regionale, possa essere utile anche ai rappresentanti della Giunta magari in eventuali tavoli ministeriali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Ho sottoscritto questa risoluzione e devo dire che il giusto clamore che si sta facendo intorno a questa tematica sta a significare che tocca sinceramente le comunità in cui è prevista questa realizzazione.
Ricordo quando mi chiamò un Consigliere comunale di Porto Sant'Elpidio, ancora sui giornali non era uscita questa vicenda, molto allarmato dicendomi che era arrivato in Comune un progetto per la realizzazione di un muro contro le emissioni acustiche, che si preannunciava un'opera invasiva, non solo per la vocazione turistica di quello e degli altri Comuni, che si affacciano e sono molto prossimi alla costa, ma una vera e propria barriera rispetto alle abitazioni e a quelle realtà che vi si trovavano di fronte.
Da lì è partita anche una sensibilizzazione delle altre realtà comunali alle quali questo progetto impattante è stato fino ad ora proposto, ed ho trovato giustissima la volontà dell'Aula, portata da più esponenti, di intervenire.
Ben venga il tavolo e ribadisco quanto già dichiarato nella discussione fatta a febbraio su questo tema, non solo la richiesta di procedere e di valutare in questo caso della risoluzione un progetto, ma la volontà di procedere ad un arretramento della linea ferroviaria, come progetto anche strategico per la nostra regione, in termini di miglioramento sia della rete ferroviaria che delle condizioni turistiche dei Comuni che ne sono attraversati.
Ribadisco quanto detto la volta scorsa e cioè che è una battaglia che va fatta a livello nazionale e governativo.
Bene, benissimo il tavolo regionale, ma che sia affiancato e supportato con forza e chiedo a tutte le componenti politiche di quest'Aula che si facciano portavoce presso le proprie rappresentanze parlamentari, quindi i parlamentari regionali, ma non solo dei propri gruppi, per far comprendere e sposare appieno questa linea strategica e poter dare realmente corpo ad un progetto di arretramento della linea ferroviaria, che credo sia veramente importante per la nostra regione.
Da soli, purtroppo, sappiamo di avere delle potenzialità limitate, se coinvolgiamo chi siede in Parlamento, chi vota o decide in merito a queste cose e ha un potere contrattuale maggiore nei confronti di Rfi, direi che questa progettualità, questa ipotesi reale di sviluppo, possa in qualche modo concretizzarsi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Grazie a chi ha lavorato a questa risoluzione che sta riscuotendo, mi sembra, il consenso dell'Aula.
Come Lega eravamo già intervenuti e avevo detto anche durante la discussione fatta sulle barriere, che il problema è da verificare con attenzione, aprendo un tavolo di confronto con il gruppo Ferrovie dello Stato sull’ipotesi di spostamento della ferrovia, e ne avevo evidenziato i motivi.
Il primo riguarda le barriere antirumore, e chiedo all’Assessore Casini di ascoltarmi, al quale Rfi deve rispondere perché le barriere e la velocizzazione della rete sono due cose che non stanno insieme. Lo dicono i tecnici dirigenti delle Ferrovie anti barriere, è una cosa che non sta in piedi e basta ricordarsi dell'incidente di San Benedetto del Tronto, successo ad un treno che andava a 80 chilometri orari, se fosse andato a 200 chilometri orari avremmo visto cosa sarebbe successo, speriamo che non accada. Questo è un problema serio, serissimo, Assessore.
Seconda cosa, noi dobbiamo, secondo me, è ovvio, trovare degli alleati lungo la linea adriatica, Assessore, che hanno lo stesso nostro problema. La Puglia, come tutti sanno, è stata collegata con l'alta velocità passando per il Tirreno, mentre queste tre Regioni, anche se piccole, non sono state prese in considerazione per l'alta velocità ed ecco le conseguenze, caro Assessore Pieroni, relative al problema dei muraglioni che vogliono fare.
Vogliono risolvere con i muraglioni perché è passata un'ipotesi che fino alla fine non c'era perché c'era l'Adriatica, anche nell’Adriatica si ipotizzava l'alta velocità, invece siamo rimasti fuori e significa che le regioni Marche, Abruzzo e Molise avranno difficoltà nelle comunicazioni, e non a caso la terza corsia autostradale, Assessore, che non c'entra niente, c'entra, perché questa è la strategia. Le Marche per metà hanno la terza corsia e questo è un altro problema per il quale dovrà prendere dei contatti con l'Abruzzo e con il Molise per verificarlo.
Torno alla ferrovia. Come ho già ascoltato dai colleghi ci sono dei progetti alternativi, sappiamo che non si realizzeranno subito, non siamo pazzi, ma nei prossimi 20/30 anni, non so quando sarà, però bisogna iniziare a parlarne seriamente, ad incastrare le Ferrovie su questo problema: 'No alle barriere, sì allo spostamento della ferrovia', perché una volta fatto il progetto si può realizzare per pezzi, come avviene per tutte le opere importanti. Questo è un passaggio estremamente necessario, Assessore, inchiodare ed aprire un confronto su un'ipotesi alternativa perché non possiamo subire la velocizzazione, questo è il problema. Dico questo perché le Ferrovie hanno un accordo con la Puglia di ridurre il tempo di percorrenza delle Frecce Rosse per Lecce, di recuperare circa un'ora e mezzo, e solo portando la linea ferroviaria a 200 chilometri orari si può raggiungere questo obiettivo.
Noi diciamo no, Assessore, ai treni che viaggiano a 200 chilometri orari perché non c'è sicurezza, nello scambio ferroviario può anche succedere qualcosa, e ne siamo oramai a conoscenza, purtroppo, perché sono avvenuti dei fatti e se avvenissero nella linea Adriatica, Dio ce ne scampi.
Credo che la politica si debba porre con forza, con attenzione, per far sì che si raggiunga questo risultato, poi vedremo da dove partire. E' un problema, l’importante è entrare in un concetto diverso e che si inizi a parlare di una ferrovia alternativa e no alla velocizzazione e alle barriere nell'attuale ferrovia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Naturalmente sono a favore, decisamente a favore, a non costruire le barriere e quindi anche a questa risoluzione.
Voglio porre all'attenzione dei colleghi del Consiglio e della Giunta è un'altra riflessione che faccio a voce alta, dico attenzione perché l'arretramento della ferrovia non diventi un alibi per rimandare l'abbattimento delle barriere, l'arretramento della ferrovia concettualmente è una cosa bellissima, che vogliamo tutti, ma, come si dice dalle nostre parti, non è per la nostra campata e forse neanche per quella dei nostri figli.
I problemi vanno scissi con molta decisione. Ad Ancona si stanno spendendo complessivamente 15 milioni di euro e le Ferrovie spendono 10 milioni per riempire di terra dal porto di Ancona, da Marina Dorica, fino a Torrette per mangiare 60 metri di suolo, per fa sì che i binari dell'alta velocità siano dritti ed evitino le curve che ci sono adesso. Se c'è una spesa complessiva di 15 milioni di euro di cui 10 milioni ne spendono le Ferrovie, i lavori cominceranno adesso, pensate che il progetto dell'arretramento della ferrovia possa essere una cosa imminente? Assolutamente no! Sono investiti 10 milioni di euro delle Ferrovie per portare verso il mare il binario e raddrizzarlo per i treni ad alta velocità.
Concettualmente fa bene la politica, che a volte viene accusata di progettare guardando davanti al proprio naso, a cominciare a parlare sempre di più dell'arretramento delle ferrovie. Io abito ad Ancona, Palombina, Falconara, senza la ferrovia sarebbe un lungomare eccezionale, bellissimo, però questo non deve far distogliere l'attenzione dalle barriere architettoniche, che sono veramente uno stupro alla nostra vita sociale, alla bellezza del nostro paesaggio, quindi bisogna dare soluzioni concrete, anche a quei comuni che, abbiamo detto, devono decidere la non costruzione delle barriere.
Tenete presente che, dico una cosa che forse è eccessiva, la bellezza del mare, della costa, non è solo del Comune, è un patrimonio di tutti, di tutti i marchigiani, per cui bisogna dare anche a quei comuni che hanno delle difficoltà di carattere economico, di carattere operativo per la costruzione delle barriere, delle alternative definite, delle soluzioni concrete a breve, l'intervento ormai non è soltanto una questione politica, è anche una questione tecnica di intervento sul materiale rotabile e sui treni. Abbiamo detto che il treno Jazz è silenziosissimo nel momento in cui passa, quindi significa che tecnicamente questo problema può essere risolto, ovviamente con una spesa ingente da parte delle Ferrovie, ma è questa la via da seguire, non solo le barriere antirumore da mettere tra noi e il mare. La nostra è un’economia marinara, abbiamo una tradizione, Ancona era una Repubblica marinare e batteva moneta, vogliamo mettere tra noi e il mare una barriera per non far sentire il rumore delle ferrovie perché Rfi non vuole spendere sul materiale rotabile e sulle rotaie? No!
Sono visceralmente favorevole affinché queste barriere non vengano fatte, sono un uomo di mare, amo il mare, amo la costa marchigiana tutta, sono contrario alla costruzione di queste barriere, allora troviamo soluzioni concrete, entriamo nella decisione con forza, mettiamo con le spalle al muro Rfi e non lasciamoci distrarre da quello che io ritengo un progetto utile, che è quello dell'arretramento delle ferrovie, perché questo potrebbe diventare un alibi affinché, almeno come si dice in Italia, temporaneamente le barriere vengono messe in attesa di ...Questo non deve essere fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Su questa risoluzione stiamo dando un bel messaggio alla comunità marchigiana e alle amministrazioni comunali che sono i nostri primi interlocutori, i cittadini sempre e le amministrazioni.
E' indubbio che votare questo atto significa dare una risposta forte e credo che, al di là delle varie posizioni che sono state prese da tutti, l'impegno che dobbiamo assumere è quello di vigilare continuamente, pressare incessantemente le Ferrovie dello Stato, dobbiamo chiedere continuamente incontri ai Ministeri preposti all'attuazione e al finanziamento di questo progetto, che chiaramente se non portato avanti come previsto nella risoluzione, rischia di creare un danno di immagine, come tanti hanno ricordato, un impatto fortissimo dal punto di vista ambientale e paesaggistico e ci aggiungo anche turistico.
Questo progetto creerebbe un danno d'immagine dal punto vista dell'accoglienza turistica, immaginate il turista che arriva e vede una serie di strutture così alte che nulla hanno a che fare con il mare.
Oggi tutti insieme stiamo dando una bella risposta, sia la maggioranza, che ha impostato questo percorso, che le opposizioni che condividono con una risoluzione questo progetto. Dobbiamo essere uniti, lo stiamo facendo e dobbiamo essere consapevoli che la battaglia non termina oggi, ma continua nei riguardi del Governo, di chi oggi governa, perché i Ministeri competenti dovranno essere vicini alle nostre posizioni, ma non tanto a quelle di questo consesso regionale, ma delle amministrazioni e dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Devo chiedere scusa al Consigliere Giancarli, perché ho fatto un errore, gli chiedo scusa perché ho confuso l'accordo quadro con il piano delle opere pubbliche e il piano delle infrastrutture. E' un mio errore e chiedo nuovamente scusa.
Detto questo, vorrei spiegare che i discorsi che si sono fatti riguardano in particolare le paure dei cittadini e anche le nostre, perché è vero che i cittadini hanno davanti le barriere, ma è anche vero, come si è detto, che chi sta al di qua delle barriere, cioè verso il mare, guardando l'entroterra, guardando la parte delle nostre colline, vede un muro, quindi il danno è duplice, non è soltanto dal punto di vista ambientale, ma paesaggistico in senso più ampio.
Stiamo aspettando la risposta di Ferrovie che non ci viene data, perché già dal 2000 bisognava dare delle priorità che non fosse la posizione delle barriere, ma un intervento sulle rotaie, perché se è vero che si va verso l'alta velocità, e io credo che ci si debba andare, il materiale rotabile deve essere assolutamente modificato e a quel punto ci potrebbero dare una risposta anche gli investimenti.
Le due questioni, quella dell'arretramento della linea ferroviaria e quella delle barriere, sono due cose completamente diverse e l'una non esclude l'altra. Noi intanto dobbiamo fare, come abbiamo detto, quello che ci dicono i Comuni, come abbiamo votato l'altra volta, se il Comune dice sì alle barriere, non credo perché la posizione è abbastanza condivisa, noi diremo sì, se ci diranno di no, andremo in Conferenza dei servizi sposando questa posizione.
Secondo me, com'è stato evidenziato anche da alcuni comitati, esistono delle fattispecie per cui il parere della Regione Marche potrebbe anche essere superato, così come il parere del Comune. In questo caso credo che debbano essere fatti degli approfondimenti tecnici.
Non solo d'accordo sul fatto che noi non abbiamo discusso abbastanza con il territorio, perché noi siamo d'accordo con i Comuni, d'accordo con i comitati, siamo d'accordo nel dire che le barriere non le vogliamo, a meno che non ci siano dei casi molto particolari, che ogni Comune individuerà, o situazioni con delle particolari caratteristiche, che io non posso assolutamente conoscere né valutare.
E' molto importante il fatto che il Consiglio regionale impegni la Giunta ad appoggiare le posizioni che prenderanno i Comuni valutando anche dal punto di vista tecnico - questo lo dico soltanto come prospettiva, e guardo il Consigliere Carloni che ha evidenziato questa problematica e lo ringrazio per averlo fatto - se può bastare il parere contrario della Regione e dei Consigli comunali, ricordando sempre che c'è tutta la questione paesaggistica. I Comuni devono esprimere il parere contrario dal punto di vista paesaggistico, ai sensi del decreto 42/2004, ed è un parere molto pesante, perché siamo quasi sempre entro i 300 metri dalla linea di battigia, entro un'area che è tutelata ai sensi della ex legge Galasso ed anche dal punto di vista della non conformità urbanistica, parere che esprimerà la Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Faccio notare che ho presentato sia la mozione che la risoluzione, quindi mi è concesso un secondo intervento, e la ringrazio.
Assessore Casini, continuiamo a ragionare nell'ottica di esprimere parere contrario e di contrapporci, io invece voglio andare oltre con la richiesta di questo tavolo per coordinare un'azione collegiale, quindi, tutti i singoli Comuni, la Regione, magari altri organi che si dicono a favore della modifica del decreto nazionale e tutto quello che serve per far sì che si abbatta l'inquinamento acustico senza penalizzare i cittadini, che naturalmente non vogliono un muro alto 6, 7, 8 metri di fronte casa, quindi una ottica propulsiva.
Questo secondo me è il vero cambiamento, bisogna entrare nell'ottica di portare a casa con un tavolo collegiale tutte le azioni possibili, a livello nazionale, regionale e locale, indipendentemente dall'appartenenza politica.
Noi e sicuramente i Consiglieri della Lega faremo il possibile per intervenire attraverso i propri interlocutori e referenti nazionali a livello istituzionale, però va fatto questo passaggio in un'ottica propulsiva e costruttiva perché qui è ora di smetterla di dire: no, punto e basta, diamo delle soluzioni e facciamo delle proposte, che già ci sono, non ce le siamo inventate noi, sono state già previste dalla Conferenza Stato-Regioni, quindi mi auguro che questa sinergia comune possa una volta tanto ottenere qualcosa di positivo per i cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Risoluzione a firma dei Consiglieri Pergolesi, Rapa, Minardi, Mastrovincenzo, Urbinati, Fabbri, Maggi, Bisonni, Giancarli, Marconi, Zura Puntaroni, Carloni, Marcozzi, Zaffiri, Malaigia, Giorgini, Biancani, Leonardi. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 787
ad iniziativa del Consigliere Rapa.
“Asur - Corretta applicazione della normativa in vigore nelle procedure per l'accesso gratuito alle prestazioni sanitarie in favore degli utenti in condizione di disagio economico e non occupazione”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 787 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Consigliere Rapa, rispondo al posto del Presidente che è a Roma per una riunione importante per il nostro territorio.
Le esenzioni dalla compartecipazione alla spesa sanitaria - disciplinate dall'articolo 8, comma 16, della legge 537/1993 - sono riferite a patologie, condizione o reddito degli assistiti. Tra le esenzioni per reddito risultano i disoccupati ed i loro familiari a carico.
Il concetto di disoccupato ai fini del riconoscimento del diritto all'esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria è definito dal D.M. 11 dicembre 2009 "Verifica delle esenzioni, in base al reddito, dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, tramite il supporto del Sistema Tessera Sanitaria". Definito dal D.M. come la condizione del soggetto già occupato ed attualmente privo di relazione di impiego, che sia immediatamente disponibile allo svolgimento e alla ricerca di un'attività lavorativa secondo modalità definite con i servizi competenti.
Successivamente, il D.Lgs. 150/2015, disciplinante la materia dei servizi e politiche attive del lavoro, ha introdotto una definizione più ampia di disoccupato includendo in questa categoria anche gli inoccupati.
Al fine di chiarire con il Ministero competente in materia sanitaria, è stato posto uno specifico quesito al Ministero della Salute per avere indicazioni in merito all'estensione dell'esenzione per disoccupazione E02 anche ai soggetti inoccupati e a quelli con prestazione lavorativa di scarsa entità. Nella risposta il Ministero della Salute specifica che, non essendo arrivati a una interpretazione univoca della nuova disposizione normativa tra i Ministeri competenti (Ministero della salute, Ministero dell'economia e delle finanze e Ministero del lavoro e delle politiche sociali) ha richiesto in materia un autorevole parere al Consiglio di Stato.
In attesa del predetto parere il Ministero della salute “conferma l'interpretazione da sempre fornita, in base alla quale non può essere considerato disoccupato il soggetto che non abbia mai svolto un'attività di lavoro dipendente (inoccupato o persona in cerca di prima occupazione) o il soggetto che, pur svolgendo un'attività lavorativa, conservi l'iscrizione al Centro per l'Impiego per non aver superato nel corso dell'anno un determinato limite di reddito".
Alla luce della risposta del competente Ministero, non si ritiene di dover fornire ulteriori indicazioni all'Asur in merito all'esenzione dalla compartecipazione per disoccupati.
A proposito di tutela dei soggetti vulnerabili, si evidenzia che con la delibera di Giunta regionale 477/2019, si è provveduto all'esonero dal pagamento della quota fissa di 10 euro sulla ricetta agli assistiti con un reddito Isee del nucleo familiare fino a 10 mila euro.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Ringrazio la Vicepresidente per la risposta, se possibile vorrei averne una copia per leggerla più attentamente. Grazie.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Non perché preferisca il Presidente Ceriscioli all’Assessore Casini, ma vorrei rinviare l'interrogazione n. 790.
La mia storia è inappuntabile in questo senso, si parla di una pubblicità a pagamento dell'Azienda ospedaliera Marche nord sul Corriere Adriatico, vorrei sapere chi la paga, se è legittima farla, comunque vorrei interloquire con il Presidente della Giunta, quindi, Presidente Celani, se può metterla all'ordine del giorno di martedì prossimo le sarei grato.

PRESIDENTE. Rinviamo l’interrogazione n. 790, lo stesso dicasi per l’interrogazione n. 791, richiesto dalla Consigliera Pergolesi, passiamo alla 793, considerato che la 775 del sottoscritto è a risposta dell’Assessore Cesetti, che è impegnato, quindi anche questa la rimandiamo.

Interrogazione n. 793
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Missione all'estero Regione Marche - Aprile 2016”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 793 della Consigliera Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bora.

Manuela BORA. Grazie Presidente. In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto, di seguito si forniscono le seguenti informazioni.
1) La missione si è svolta dal 10 al 17 aprile 2016, nelle seguenti località della Repubblica Popolare cinese: Pechino, Jinan, Zibo, Qingdao, Changsha ed è stata promossa e realizzata nell'ambito degli accordi governativi di partenariato tra Italia e Cina.
2) La delegazione Istituzione ed economica era composta di n. 14 persone, in rappresentanza della Regione Marche, delle Camere di Commercio, delle Università, delle associazioni delle imprese artigiane regionali, della delegazione regionale presso il CdA dell'Ice e dei centri tecnologici regionali.
3) Della delegazione non facevano parte rappresentanti di singole imprese e/o partecipanti a titolo personale. In ogni caso la Regione Marche ha sostenuto le sole spese di missione del Presidente, del Dirigente del Servizio Internazionalizzazione e del funzionario responsabile dell'Area Cina. Il budget previsto dalla delibera di Giunta regionale 317/2016 di autorizzazione alla missione era pari a 6 mila euro.
La Regione Marche ha sostenuto altresì i costi dei servizi a terra relativi alla missione e consistenti in servizi di interpretariato, hosting, noleggio sale per incontri, visti e transfer urbano.
4) In esito della Missione, sono stati sottoscritti i seguenti accordi operativi:
a. Lettera di intenti per la costituzione di una nuova area di cooperazione e sviluppo economica e commerciale tra l'Italia e la Cina - fra Regione Marche e Municipalità di Zibo.
b. Accordo di cooperazione tra l'Università Politecnica delle Marche e la Shandong University of Technology, Zibo.
c. Accordo di cooperazione tra l'Università di Camerino e la Shandong University of Technology, Zibo.
d. Memorandum d'intesa tra l'Università Politecnica delle Marche e la Ocean University of China.
e. Memorandum d'intesa tra l'Università Politecnica delle Marche e la Hunan China-ltaly Low Carbon Technology Research Center.
f. Lettera di intenti tra il Servizio di internazionalizzazione, cultura, turismo e commercio della Regione Marche e I'Hunan Department of Commerce.
g. Accordo di collaborazione tra l'Unione delle Camere di Commercio della Regione Marche e CCPIT Hunan.
h. Accordo preliminare della cooperazione tra la Camera di Commercio delle Marche e la HB town (Changsha) Film & Culture City co. Ltd.
i. Accordo di cooperazione tra l'Università di Camerino e la Yuelushan University Science & Technology Park.
Di seguito si riporta un quadro sinottico delle prospettive di sviluppo derivanti per il sistema economico produttivo regionale, a seguito degli accordi sottoscritti, li cito per settori di intervento:
Cooperazione sanitaria - gli obiettivi erano sviluppo della cooperazione sanitaria con il Ministero della salute cinese per la formazione di manager, medici e operatori sanitari presso le strutture sanitarie e le strutture sanitarie ospedaliere locali. Sviluppo della cooperazione scientifica in ambito medico tra la Cina e le Marche. Le attività svolte sono: Visita nelle Marche di Zhang Junhua (Deputy Director del National Health and Family Planning Commission of the People's Republic of China) per sottoscrizione nuovo accordo operativo di collaborazione con le strutture sanitarie pubbliche regionali e aziende del settore medico, sanitario e farmaceutico. Coinvolgimento delle Regioni Umbria e Toscana nello sviluppo futuro dei programmi di cooperazione.
Promozione turistica - l’obiettivo era la promozione e lo sviluppo dell’offerta turistica delle Marche al fine di incrementare il flusso turistico dalla Cina. Le attività svolte sono prevalentemente promozione di pacchetti turistici per le Marche e per l’Italia.
Per la Provincia dello Shandong invece i settori di intervento sono:
Rapporti istituzionali - gli obiettivi erano volti al rinnovo dell’accordo di partenariato del prossimo triennio nell’ambito degli accordi governativi tra Cina e Italia, sviluppo di relazioni economiche, turistiche e culturali con la municipalità di Qingdao. Le attività svolte sono la formalizzazione di un invito nelle Marche al Governatore della Provincia dello Shandong e definizione di un programma articolato di interventi. Gemellaggio con la Città di Ancona e accordi operativi nei settori della portualità, turismo e cultura.
Cooperazione agroalimentare e agroindustriale - il principale obiettivo era lo sviluppo di forme di cooperazione nel settore delle coltivazioni biologiche e sperimentali e nel settore della trasformazione e conservazione dei prodotti. C'è stata una visita a giugno 2016 del Vice Governatore della Provincia con delega all'agricoltura e la sottoscrizione di accordi operativi su programmi condivisi.
Cooperazione universitaria - l'obiettivo era quello di siglare programmi di cooperazione e di ricerca tra Università Politecnica delle Marche, l’Università degli Studi di Camerino e la Shandong University of Technology, ma anche un programma di cooperazione e di ricerca tra Università Politecnica delle Marche e Ocean University of China. Le attività sono prevalentemente la stipula di un accordo quadro per progetti di ricerca e studio. Scambio docenti e studenti. Riconoscimento titoli doppi.
Cooperazione tecnologica - l’obiettivo era quello di arrivare a programmi condivisi sui temi dell’innovazione tecnologica della Smart Technology. Tra le attività svolte cito i progetti di ricerca tecnologici con il coinvolgimento di Shandong High-tech zone, delle aziende Haier ed Hisense. La costituzione di un'antenna tecnologica nelle Marche.
Cooperazione commerciale - in particolar modo il progetto Italian Golden Town di Zibo, è stata fatta una progettazione per l’insediamento commerciale e fornitura contract. Un accordo di cooperazione economica e commerciale con la Municipalità di Zibo e anche una piattaforma logistico-distributiva offline e online per prodotti marchigiani.
Turismo - è stato previsto, come sapete, un collegamento aereo tra la Cina e Ancona e sono stati ovviamente promossi pacchetti turistici correlati per le Marche e per l'Italia.
Per la Provincia dell'Hunan i settori di intervento sono:
Rapporti istituzionali - è stato rinnovato l’accordo di partenariato per il prossimo triennio nell'ambito degli accordi governativi tra Cina e Italia. E’ stato invitato nelle Marche il Governatore della Provincia dell'Hunan ed è stato definito un programma articolato di interventi.
Cooperazione economica - è stato realizzato il progetto Italian Town con la Huayi Brothers Group e sono state inserite aziende e prodotti marchigiani all'interno del parco commerciale.
Cooperazione commerciale - sono stati avviati scambi commerciali per l’acquisizione di fette rilevanti di mercato ed è stata realizzata di una piattaforma logistico-distributiva per semplificare l'esportazione di prodotti marchigiani mettendo in relazione piccoli e medi produttori con importatori e distributori esteri, operando principalmente nel segmento business to business.
Cooperazione scientifica - sono stati sviluppati programmi e progetti congiunti nell'area della High-Tech Zone di Changsha. E’ stato realizzato il progetto Low Carbon Technology Research Center attraverso la costituzione presso Meccano di una antenna tecnologica dello Changsha High Tech Zone.
Cooperazione universitaria - sono stati realizzati programmi di cooperazione e di ricerca tra l'Università Politecnica delle Marche e l'Accademia di Scienze Forestali; e tra l’Università degli Studi di Camerino e la Yuelushan University Science & Technology Park. E’ stato siglato un accordo quadro per progetti di ricerca e di studio ed è stato avviato uno scambio tra docenti e studenti ed il riconoscimento titoli doppi.
Turismo - sono stati promossi pacchetti turistici per le Marche e per l’Italia con riferimento al collegamento aereo tra Cina e Marche.
Riguardo al settore turistico, in conseguenza dei contatti intrapresi in occasione della missione e dei successivi sviluppi, durante la recente visita del Presidente della Repubblica Popolare Cinese, è stato sottoscritto un accordo di collaborazione tra Regione Marche ed il tour operator di stato cinese CITS, che prevede lo sviluppo di flussi turistici dalla Cina verso le Marche, anche e soprattutto grazie all’apertura di un collegamento aereo diretto Cina-Aeroporto delle Marche, la cui realizzazione è prevista entro l'autunno 2019. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Ringrazio l'Assessore Bora, che praticamente ha aperto la via della seta, a quanto pare.
Sono trascorsi 3 anni dai viaggi in Cina ed io avrei voluto sentire qualcosa di diverso. Si tratta di accordi, lettere di intenti, progetti che a distanza di tempo hanno ben poco di concreto.
Mi riferisco in particolare agli accordi sottoscritti, che avrebbero dovuto portare ad una semplificazione, soprattutto per le esportazioni dei prodotti marchigiani, mettendo in relazione piccoli e medi produttori con importatori e distributori esteri.
L'obiettivo era chiaramente indiscutibile e condivisibilissimo, in particolare tra l'industria manifatturiera cinese e gli artigiani di tutte le imprese marchigiane, come l'Assessore ha ricordato, sia nei settori del tessile, abbigliamento, calzature, ma anche dell'oreficeria e arredamento della casa.
Gli intenti sarebbero dovuti essere stupendi, condivisibili, ma parlo al condizionale perché ho ben poca contezza, se non nulla, di quanto in realtà è avvenuto. Quello che mi sorprende, ma a questo punto non tanto, è che anche gli imprenditori che hanno preso parte a quella missione sono nelle mie stesse condizioni perché non hanno saputo più niente degli accordi presi, non sono stati assistiti, né aiutati, né supportati in alcuna fase dalla Regione, so per certo, perché ci sono anche foto che comprovano, foto con il Presidente Ceriscioli, che sono stati firmati accordi precisi, sono stati firmati impegni, questo lo so e l’ha menzionato anche lei, però a distanza di 3 anni sono rimasti fogli di carta vuoti, non c'è stato niente. Anche la visita della delegazione cinese nelle Marche ha comportato un ulteriore impegno, non solo operativo, ma anche economico degli imprenditori, dei piccoli imprenditori, ma anche a quella visita non è seguito niente.
Gli imprenditori si sentono sfruttati ed abbandonati dopo aver fatto la loro apparizione, che sembra essere stata una meteora in realtà, perché le nostre aziende manifatturiere sono certamente interessanti per il mercato cinese, però se non c'è dietro l'istituzione che le sostiene, gli accordi rimangono dei bei intenti che sono sicuramente condivisibili. Non basta il viaggio promozionale, serve accompagnare le nostre imprese, serve seguirle, serve che l'istituzione dia qualcosa di più del presentare e poi fuggire.
Concludo il mio intervento con l'ennesimo auspicio perché sono sempre proiettata verso il positivo, verso un futuro migliore, spero che nel piano triennale integrato che contiene diversi asset strategici ci sia qualche strumento che possa concretamente, ripeto, concretamente, perché le intenzioni nessuno le mette in discussione, sono condivisibili da tutti, ma la concretezza è quello che serve, specialmente dopo 3 anni. Grazie.

PRESIDENTE. Abbiamo finito con le interrogazioni, passiamo alle mozioni, su richiesta della Consigliera Marcozzi, data l’assenza dell’Assessore competente, è rinviata la mozione 446, che verrà iscritta al prossimo Consiglio regionale, quindi passiamo al punto n. 7.

Mozione n. 466
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Urbinati, Leonardi, Busilacchi, Marconi, Carloni, Maggi, Rapa
“Situazione degli istituti penitenziari della regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 466 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Urbinati, Leonardi, Busilacchi, Marconi, Carloni, Maggi, Rapa.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Sono particolarmente sensibile perché la mia storia è vicina ai diritti civili, per questo relaziono su questa mozione che è stata firmata da tutti i capigruppo.
Ovviamente ho firmato con grande convinzione, anche perché la nostra Costituzione prevede la funzione di reinserimento per le case penitenziarie.
Ho partecipato spesso al lavoro molto impegnativo del Garante, ho visitato alcuni istituti di pena, ho visitato coloro che assistono i detenuti all'interno delle carceri e da loro ho sentito le difficoltà del mondo carcerario.
Una di queste è sicuramente il sovraffollamento, cito brevemente Montacuto, che è quello che sta più vicino alla nostra Assemblea legislativa, che ha una capienza 256 posti ed ospita 307 detenuti, con un organico di guardie penitenziarie che è sempre lo stesso, soprattutto c'è un abbandono costante delle attività di reinserimento della popolazione carceraria.
Ricordo da ragazzino la pista di pattinaggio di Ancona, quella del Passetto, quando fu costruita vennero messe delle ringhiere e la rete tutt’intorno. Ho memoria che arrivò il furgone di Santa Palazia perché all'interno del carcere c'era l'officina meccanica e la falegnameria, e i detenuti installarono le reti che avevano costruito all'interno dell'istituto penitenziario. In questo caso le persone quando finiscono di scontare il loro debito con la società hanno una professione in mano, hanno qualcosa che li aiuta in maniera concreta nel reinserimento, non solo parole.
Ci sono pochi fondi per le attività e chi ha visitato le carceri ha visto che i detenuti stanno quasi tutto il giorno sui letti nelle loro celle e gli stimoli per un reinserimento e per un cambiamento di mentalità sono pochissimi, quasi nulli, poi con un’espressione volgare, con un’espressione popolare, si dice che il carcere diventa scuola di crimine, non scuola di reinserimento.
Il volontariato ha varie attività all'interno del carcere, lo Stato non provvede a questa funzione, adesso non voglio fare il buon samaritano, ma bisogna anche pensare che reinserire le persone che hanno sbagliato, che sono detenute, per lo Stato alla fine è un risparmio perché non rientrano di nuovo nel carcere e non devono essere mantenute nuovamente a sue spese. Questo se vogliamo essere molto crudi e concreti.
Se posso fare una considerazione di carattere personale quando ci sarà la legalizzazione delle droghe leggere le carceri sicuramente saranno meno affollate e si darà meno possibilità di guadagno alla criminalità organizzata. Questa è una mia considerazione personale, che sento e che non ho condiviso con gli altri colleghi del gruppo.
Il problema che viene evidenziato nel dispositivo di questa mozione è quello della direzione del carcere, la figura dirigenziale dei carceri dell'Emilia-Romagna e delle Marche sta a Bologna e - l'abbiamo sentito durante le riunioni del Garante con le associazioni che si occupano dei carceri - visita quelle marchigiane quando va bene una volta al mese. Quindi le esigenze e le problematiche che si verificano quotidianamente all'interno del carcere, visto che nella struttura carceraria la burocrazia è piuttosto farraginosa e complessa, è farraginosa e complessa fuori, figuriamoci dentro, si incancreniscono e più vanno avanti, più difficile è la loro risoluzione.
Nel dispositivo della mozione si chiede al Presidente della Giunta regionale, dato che le strutture carcerarie non sono di competenza della Regione, di sollecitare il Provveditorato all'amministrazione penitenziaria, il Prap, un acronimo che sembra un dopobarba, a risolvere in particolare le problematiche legate alla carenza o cattiva allocazione dell'organico e alle condizioni strutturali degli edifici, così come specificamente indicate. In particolare, ecco, questo è il nocciolo del problema, ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di individuare due figure dirigenziali distinte, una per l'Emilia-Romagna, l'altra per le Marche, in modo che possano fungere da interlocutori diretti con la sede centrale e rappresentare le specifiche necessità territoriali, al fine di superare quella marginalizzazione istituzionale che penalizza il sistema carcerario delle Marche e con esso il lavoro degli operatori impegnati a garantire i servizi primari di vigilanza e sorveglianza.
Questa funzione, indipendentemente dalla collocazione politica, destra, sinistra, o centro, ce la dà la Costituzione. Occorre anche valutare quello che potrebbe essere il risparmio nel reinserimento dei carcerati, una situazione sociale diversa e migliore, per cui questa mozione è stata condivisa da tutti i gruppi proprio per questa funzione.
Dopo aver partecipato a molte riunioni del Garante sulle case circondariali, mi sento di ringraziare a nome mio personale e del gruppo, tutte le guardie carcerarie che fanno un lavoro molto difficile e soprattutto quelle associazioni di volontariato che, ho visto, impegnano tempo e denaro proprio per assistere queste persone che sono all'interno delle strutture carcerarie e che stanno pagando il loro debito alla società.
Questa mozione è stata collocata alla fine di questo lungo Consiglio regionale, ma riguarda un problema che secondo me è di grande civiltà.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla Consigliera Leonardi, siccome ero fuori all’inizio, ci tengo a sottolineare come questa mozione sia stata condivisa un po' da tutti.
Ho partecipato con i Consiglieri Maggi, Leonardi ed altri a vari incontri organizzati dal Garante, concordo con le cose che ha detto il capogruppo Maggi in particolare sul fatto che questa mozione rappresenta un'attenzione alle grandi difficoltà che sta passando il sistema carcerario; mi unisco al ringraziamento a tutti coloro che operano nel sistema carcerario, dalla Polizia Penitenziaria, ai volontari, agli psicologi, a tutti coloro che abbiamo incontrato in questo periodo di ottimo lavoro svolto dal Garante.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Ha ricordato bene, questa mozione nasce in particolar modo da un incontro con gli esponenti dei sindacati della Polizia Penitenziaria che venivano ad esporre al Garante ed ai Consiglieri presenti le criticità di un sistema carcerario e dell'altra metà del cielo, come io l'ho definita nel precedente atto che come Consiglio regionale abbiamo presentato, cioè coloro che vivono gran parte della loro giornata all'interno delle carceri, senza dover scontare nessun tipo di crimine e lo fanno con una serie di difficoltà che sono date in parte anche da normative nazionali ed in parte da scelte che hanno ripercussioni sul territorio. C'è stato ad esempio ricordato come l'evento sismico abbia causato la chiusura del carcere di Camerino, comportando un ulteriore disagio non solo per la redistribuzione dei detenuti, ma per la ridistribuzione di coloro che vi operano.
Nell’emendamento che feci e che fu accolto, cercai di introdurre delle garanzie e delle tutele per la Polizia Penitenziaria che opera dentro le carceri e questa mozione apre un focus su questa componente e sulle criticità legate, lo dice bene l'impegno finale, alla gestione dell'organico e al personale perché a livello centrale dipendiamo dall'Emilia-Romagna.
Credo che questo atto non solo sia doveroso, ma sia anche un sollecito importante al Governo, perché reputo che il lavoro che svolgono gli operatori all'interno delle carceri sia molto difficile, tanto che le più alte percentuali di suicidio fra le forze dell'ordine si registrano tra i componenti della Polizia Penitenziaria.
Mi permetto di aprire una parentesi, sono contraria al principio dichiarato dal Consigliere del Movimento 5 Stelle Maggi e anche alla proposta fatta in Parlamento dal Movimento 5 Stelle rispetto alla legalizzazione della cannabis. Credo che dobbiamo smettere di fare giustizia pensando di depenalizzare i reati (indulti, amnistie), adesso addirittura legalizzare la cannabis. Ritengo che il messaggio che non fa male sia totalmente fuorviante per i ragazzi, per i minori, per i giovani, un messaggio negativissimo che si dà alle nuove generazioni.
Auspico l'effetto contrario, che ci siano investimenti nelle forze dell'ordine, investimenti nelle carceri e soprattutto un cambio della legislazione nazionale che reintroduca e inasprisca le pene per coloro che spacciano, per coloro che vendono la morte e che oggi vivono una reale impunità perché vengono presi e subito dopo rimessi libertà.
Abbiamo visto che le modiche quantità stanno portando solo morte, non sono provvedimenti che hanno portato a un ravvedimento o a un contrasto alla droga, tutt'altro. Le forze dell'ordine, in particolar modo, vivono una situazione di totale frustrazione e la giustizia in questo senso è deficitaria perché la norma a monte, non certo per chi la applica, è totalmente sbagliata e su questo farò, Fratelli d'Italia lo sta facendo in Parlamento, qui la faccio tutti i giorni, una battaglia aspra contro tutte le droghe.
Contro la proliferazione di questi negozi di cannabis light, c’è una grandissima battaglia che sta facendo il questore di Macerata, che ha tutta la mia solidarietà e il mio sostegno, perché si sta aprendo una breccia terribile, terrificante, sul mondo della droga.
Consentitemi, visto che la breccia si è aperta, di infilarci anche un discorso altrettanto agghiacciante che è quello della cosiddetta “accoglienza” che ha dato, e Macerata ne è l'esempio lampante, una manovalanza a costo zero per i trafficanti di morte, per gli spacciatori, va detto, non va nascosto, va dichiarato e va combattuto.
Queste cose non si possono sentire, mi rifiuto di ascoltarle, è una battaglia per la vita, è una battaglia per le famiglie distrutte dei ragazzi che muoiono con la droga ed io non lo posso accettare.
Mi dispiace se mi scaldo, ma è una battaglia che dovremmo fare tutti e il discorso penitenziario c'entra, eccome. Molti di più dovrebbero essere in carcere, invece di vendere morte e poi essere di nuovo rimessi fuori per continuare nei loro traffici. Ho sentito addirittura sentenze per cui lo spaccio è l'unica fonte di reddito e quindi in qualche modo tollerabile. Non esiste! Su questo chiedo fermezza da qualunque parte politica, indipendentemente dal colore. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Vedo che la discussione ha preso una piega che non era quella che noi auspicavamo, chiaramente capisco lo sfogo della Consigliera Leonardi, poi qualcosa in merito dirò anch'io.
Innanzitutto vorrei ringraziare il relatore Consigliere Maggi e mi scuso perché ero impegnato in una telefonata a cui non potevo assolutamente rinunciare, io avrei dovuto illustrare la mozione, ma sono molto contento che sia avvenuto questo.
Vorrei ringraziare i Consiglieri Maggi, Pergolesi, Leonardi, perché insieme al Presidente Mastrovincenzo e al Garante per i diritti sono stati tra i più attivi nel seguire questo progetto che riguarda le carceri marchigiane che risentono di un problema che purtroppo, come abbiamo visto, si sta aggravando negli ultimi tempi e risente anche di una problematica nazionale. Credo che noi, anche grazie al vostro contributo, soprattutto grazie al vostro contributo, abbiamo fatto un buon lavoro, e abbiamo dato per quel che possiamo fare come amministratori, per gli strumenti che abbiamo, un buon supporto, forse a qualcuno abbiamo dato qualche briciolo di speranza e di serenità all'interno delle nostre carceri, e di questo sono molto contento.
Sono molto fortunato perché ci sarò anch'io domenica mattina al Salone del Libro e il Garante per i diritti nelle carceri illustrerà il progetto per le biblioteche nelle carceri, credo che sarà un riconoscimento importante e ringrazio la Presidenza perché come sapete dopodomani inizierà il Salone del Libro, nel quale la Regione Marche è ospite quest’anno, è la regione ospitata dal Salone del Libro, ci sarà uno spazio che ritengo molto importante e, secondo me, qualifica le Marche come Regione che ha una certa attenzione a queste problematiche.
Io sono del 1968, una generazione che ha vissuto in pieno il flagello delle droghe leggere e droghe pesanti, non è che voglio prendere posizione su quello che è stato detto, però il Consigliere Maggi ha fatto un'osservazione su un dibattito che non solo nel nostro Paese, ma in Europa e nel mondo va avanti da tantissimi anni e cioè che due grammi di hashish non sono due grammi di eroina o di cocaina. Questo lo dice anche il mondo scientifico, ma alla fine possiamo discutere di tutto, possiamo anche trovare le giuste soluzioni.
Ringrazio tutti per la collaborazione, ma visto che siamo a un anno dalla scadenza della legislatura, ringrazio tutti quelli che hanno lavorato, perché ho avuto un paio di esperienze nelle carceri e anche due parole che riesci a scambiare con un carcerato, secondo me, sono un briciolo di speranza in più che si riesce a dare anche perché, come è nella vocazione di un Paese civile, il carcere è un luogo non solo di punizione, ma soprattutto di riabilitazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Intervengo molto brevemente per annunciare il mio voto favorevole a questa mozione.
Ho avuto modo di visitare diverse realtà carcerarie, alcune mi hanno colpito abbastanza favorevolmente ed ho avuto un'impressione positiva, altre mi hanno lasciato letteralmente scioccata, specialmente Camerino e questo è uno dei casi in cui il terremoto piuttosto che fare danni ha fatto quasi un favore. In questo carcere i reclusi non erano soltanto i detenuti, ma anche il personale amministrativo costretto a lavorare tutti i giorni in ambienti assolutamente insalubri per infiltrazioni d'acqua nei dai muri, per gocciolamenti, addirittura vedere la biblioteca con i libri marciti perché tutti impregnati di umidità, mi ha lasciato veramente scioccata. Il carcere di Fermo, seppure un ambiente non adeguato sia negli spazi che nelle strutture obsolete, ha degli aspetti positivi, e la buona volontà degli operatori fa sì che alcuni progetti diano qualche speranza positiva. Ad esempio, viene pubblicato il periodico “L'altra chiave” con gli articoli scritti dai detenuti, è un progetto sostenuto anche dalla Regione Marche, veramente ammirevole.
Vedere situazioni in cui il detenuto non è solo chi ha commesso un crimine, ma anche chi lavora negli uffici amministrativi o l'agente di custodia è veramente triste, la situazione è da rivedere completamente, per cui rinnovo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Per unirmi alla schiera dell'unanime consenso. Con piacere ho sentito cose che mi hanno riportato un po' indietro negli anni, almeno a 8 o 9 anni fa, quando come Assessore affrontavo queste tematiche.
Una cosa positiva è che questo ambito, di tutti i tagli che siamo stati costretti a fare in maniera anche pesante in certi settori dei servizi sociali, è uno dei pochi che ha mantenuto quasi inalterata la spesa destinata al sostegno, perché la legge regionale non può disciplinare nulla, ma può destinare risorse al sostegno e al miglioramento della vita all'interno degli istituti penitenziari e i progetti di cui parlava adesso la Consigliera Malaigia sono tanti: dalla biblioteca, al teatro, all'inserimento lavorativo, che purtroppo è un po' calato.
Mi fa piacere che ci sia questa cultura anche perché i carcerati non votano, quindi non ci stiamo rivolgendo a una compagine di nostri cittadini che non può ringraziarci dal punto di vista elettorale.
Questo Consiglio, sottolineo all'unanimità, ha assunto un atteggiamento che dovrebbe essere sempre presente fra coloro che stanno fuori dalle carceri, quello di non pensare al detenuto come ad un soggetto messo lì, dopo, come dice qualcuno, aver buttato via la chiave. In molti casi l’efferatezza dei reati porterebbe a questo di atteggiamento, ma una società incapace di misericordia e di perdono è destinata a finire molto presto, a quel punto si farebbe bene a fare come si faceva in altri tempi, non ad organizzare le carceri, che hanno una finalità rieducativa, come dice la nostra Costituzione, ma eliminare fisicamente coloro che hanno sbagliato, oppure tagliare parti del corpo.
Il concetto è interessante dal punto di vista di diritto penale perché qualcuno ritiene che sia meglio tagliare una mano che avere 5 anni di reclusione, perché la libertà è una cosa preziosa, è il tempo che nessuno ti può restituire, ma questa è una disquisizione di filosofia del diritto.
Al di là di questo colgo l'occasione, colleghi, per dire anche all’Assessore Bora, che in questo momento è l’unica a rappresentare la Giunta, che forse più che preoccuparci, come stiamo facendo in questa mozione, di chi sarà il dirigente, se ce l'abbiamo ad Ancona o a Perugia, è importante, ma direi relativo, quanto a quello che possiamo fare per incentivare questo tipo di politiche e chiedere magari alla Magistratura di sorveglianza, per esempio, un allentamento della vigilanza per dare la possibilità di partecipare a progetti fuori dal carcere. E' chiaro che questo non lo fai con un condannato a trent'anni o con qualcuno che sta ai primi anni di reclusione e ne deve fare venti, lo fai a chi è a fine pena, per chi deve muoversi verso l’integrazione, per chi deve muovere i suoi primi passi verso la società e uscito di lì non abbia soltanto, come diamo, 500 euro per pagare un affitto per qualche mese e poi lo abbandoniamo, altrimenti andiamo incontro ad una cosa pericolosissima, che è la recidiva, se non vogliamo la recidiva dobbiamo accompagnare queste persone, chiaramente riscontrando la loro buona volontà, altrimenti nulla sarebbe possibile in questo senso.
Colgo l'occasione, Presidente, per rivolgere alcune domande, anzi una in modo particolare, poi mi taccio per sempre, relativamente alla segretezza o meno delle sedute della Conferenza dei capigruppo. Secondo il Regolamento interno mi risulta che come quelle di Commissione siano segrete, in quella sede, che non è l'Aula, ognuno parla liberamente e dice quello che vuole. Girano comunicati stampa nei quali vengono riportate espressioni anche errate, bugiarde, false e menzoniere di cose che sono state dette in quella seduta, chiedo a lei spiegazioni in questo senso e la tutela dei capigruppo, perché in futuro dobbiamo capire se in quella sede facciamo conversazione, facciamo salotto o se stiamo in un'istituzione, perché se qualche collega pensa di farsi bello, attribuendo ad altri opinioni che non hanno espresso, senza nemmeno chiedere prima chiarimenti, viene meno un rapporto di fiducia.
Avuti i chiarimenti, per quanto mi riguarda, mi riserverò come comportarmi all’interno della Conferenza dei capigruppo, chiedendo a questo punto i verbali seduta stante, perché voglio i verbali lì, quindi la Conferenza dei capigruppo finirà dopo 5 ore, ma voglio uscire dalla Conferenza con i verbali scritti e sottoscritti da tutti, altrimenti viene meno, ripeto, il rapporto di fiducia che è durato per quattro anni e che qualcuno evidentemente non sa gestire.

PRESIDENTE. Condivido il fatto che la Conferenza dei capigruppo venga svolta in seduta riservata e c'è da questo punto di vista massima riservatezza da parte dei Consiglieri.
Lo dico francamente, il Consigliere Marconi non ha espresso nulla, non condivido il comunicato che ho visto circolare oggi da parte del Consigliere Bisonni rispetto alla seduta dei capigruppo, devo dire che è una versione alterata e non veritiera rispetto a quello che è emerso in una stanza dove tutti i capigruppo erano presenti, è una versione completamente diversa rispetto a quanto è accaduto.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ha fatto bene il Consigliere Marconi a porre questo problema, vuol dire che la prossima volta, lo dica al suo staff, lo dica alla sua segreteria, i verbali dovranno essere immediatamente redatti, questa è una affermazione politica, altrimenti non ha senso fare la riunione dei capigruppo, non la facciamo più. Lei governa il Consiglio senza i capigruppo e la riunione. Non è possibile.
Nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi uno può dire politicamente delle fesserie e tutti le sentono e siccome qualcuno è rispettoso delle idee e della considerazione degli altri a volte viene fregato, non è possibile, allora diciamo tutto. Ecco perché ho detto di non fare più la riunione perché se riportiamo quello che succede nella riunione dei capigruppo non c'è più senso di farla, diventa una baraonda, che non ha un senso politico.
Quello che è uscito dal Consigliere Bisonni è inaccettabile perché la riunione dei capigruppo è stata strumentalizzata in termini personali. E' una cosa indegna.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Mi dispiace, mi sono distratto e non ho sentito quello che ha detto il Consigliere Marconi, però ho sentito sia gli interventi del Presidente Mastrovicennzo che del Consigliere Zaffiri.
Vorrei sapere dove sta scritto che la Conferenza dei Presidenti dei gruppi è riservata, poi tra parentesi, io sono per la massima …

(intervento fuori microfono)

Sandro BISONNI. Ignorante sarà lei, non offendiamo. Presidente, per favore, c'è chi offende.
Non sta scritto da nessuna parte che la riunione è riservata e anche se lo fosse non vedo una contraddizione nel fatto che un Consigliere possa commentare quello che è successo.
Se invece il discorso è che vi vergognate di quello che avete detto ai capigruppo allora è un'altra questione.
Se dichiarate delle cose e poi non vi assumete la responsabilità di quello che avete detto, questa è un’altra questione, io mi riservo il diritto di commentare sulla stampa quello che è accaduto, dopodiché, sulla precisione dei fatti, Presidente Mastrovincenzo, le voglio dire, e ci sono dei testimoni e lo possono assicurare, che quello che è stato scritto corrisponde esattamente a quello che è stato detto, tant'è vero che prima di fare il comunicato stampa ho riascoltato la registrazione audio, quindi se qualcuno pensa che ho detto qualcosa di non vero mi quereli, poi vedremo come andrà a finire perché io ho ascoltato le registrazioni audio e le cose sono state riportate esattamente come sono state dette.
Ripeto, ribadisco il mio diritto come rappresentante politico di esprimere e di commentare quello che succede all'interno della Conferenza dei capigruppo, non esiste il diritto di riservatezza, vi state nascondendo dietro una cosa che non esiste perché probabilmente vi vergognate delle vostre posizioni. Questo è quanto.

PRESIDENTE. Per quanto mi riguarda non mi vergogno di niente, come credo anche gli altri capigruppo. Questo non è corretto, Consigliere Bisonni, perché ognuno ha espresso la propria opinione, un conto è riportare alcune parole, come lei dice di aver sentito le registrazioni, un conto è sovvertire il senso dell’incontro.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE. Non c'è bisogno, credo che siamo tutti politicamente maturi per non divulgare le cose che si dicono durante una riunione riservata o no dal regolamento, si tratta di opportunità, diciamo così, politica e umana.
Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Qui nessuno si vergogna di nulla, assolutamente, anzi, caro Consigliere Bisonni, le voglio ricordare che in politica esiste una parola molto particolare forse sconosciuta a lei: l’etica, l'etica politica, che è una cosa molto difficile da capire.
La Conferenza dei capigruppo serve affinché ciascuno possa esternare la propria posizione, poi lei può fare tutti i comunicati che vuole, su come organizzarsi, che cosa dire nella libertà massima che molto spesso in Aula nemmeno si ha.
Bisogna essere attenti a quello che uno dice, come lo riporta, dopodiché non ci si vergogna perché io ed i Consiglieri Zaffiri e Marconi facciamo politica da vent'anni, forse pure di più, da ragazzini, quindi le pare che ci vergogniamo di certe cose?
Occorre capire il contesto in cui si parla, l'Assessore Cesetti ha fatto una dichiarazione estemporanea perché nella Conferenza dei capigruppo c’è un'etica, dove ognuno può liberarsi un po’ da certi lacci e lacciuoli, si è in un ambiente diverso, non è istituzionale come l'Aula, dopodiché se uno la vuole strumentalizzare lo può pure fare, ma non ci fa bella figura, perché, ripeto, nell'ambito della Conferenza dei capigruppo esiste un'etica politica che va rispettata per chi la vuole rispettare, non ci sono le regole scritte, non c'è la riservatezza, c’è un’etica, dopodiché può fare tutto quello che vuole e noi continueremo a dire quello che pensiamo.
Se poi lei vuole strumentalizzare, non ci sono problemi. Io ho detto una cosa che non c'entra nulla con quello che ha scritto, non sto mica a replicare, non mi interessa, abbiamo detto tutti la nostra e pensavamo di fare un lavoro migliore in Aula qualora ci fosse stata una configurazione diversa.
Il Consigliere Maggi ha detto la sua su Ghandi, l’Assessore Cesetti si è corretto, tutto nasce e finisce in quell’ambito, ci si alza e poi si organizzano i lavori in Aula.
Dopodiché, ripeto, rifletta sull’etica politica che è una cosa molto importante, molto più importante di quello che stiamo facendo in questo momento in Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Sull’etica, caro Consigliere Celani, non mi faccio impartire lezioni da lei, io la conosco meglio di lei, quindi la invito ad essere trasparente perché quello che si dice in Conferenza dei capigruppo non è un segreto di Stato.
Io vengo da un partito che voleva fare lo streaming di tutto, sono ancora dell’idea che ci sia la massima trasparenza in tutto quello che si dice, non ci sono riunioni segrete e pubbliche, ci sono riunioni dove ognuno dice quello che pensa e poi si assume la responsabilità politica.
Ripeto, quello che ho fedelmente riportato è quello che voi avete detto, tant'è vero che sono andato a riprendere la registrazione audio, quindi non mi parli di etica perché gliela respingo totalmente, io sono per la trasparenza e forse se c'è qualcosa da nascondere la lezione di etica serve a lei.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Non entro nel merito della discussione a proposito di etica politica, perché non in tema con la mozione all'ordine del giorno, che invece reputo molto valida e che naturalmente approvo, quindi resteremo fino alla fine per votare favorevolmente.
Ci tengo a puntualizzare in quest'Aula e ai Consiglieri presenti che quando si parla di cannabis, capisco la foga dell'argomento, sicuramente la battuta del capogruppo Maggi ha urtato la sensibilità di alcuni, va assolutamente distinto il tipo di cannabis, altrimenti creiamo confusione sulla questione di cui mi occupo e che mi interessa maggiormente: la cannabis terapeutica. Per favore quando parlate di cannabis specificate se è cannabis ad uso alimentare, agricola o terapeutica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Da sottoscrittrice della mozione faccio una dichiarazione di voto favorevole.
Il tema dell'atto ha aperto a molto altro, riguardava le problematiche del comparto della Polizia Penitenziaria, ma giustamente la discussione si è allargata anche alle iniziative per i detenuti e a quelle del Garante.
La mozione guardava ad un ambito specifico, come nella precedente si era cercato di guardare in particolar modo a delle attività legate a chi sconta una pena.
Mi permetto una piccola conclusione per la Consigliera Pergolesi, il Consigliere Maggi ha parlato di liberalizzazione e della proposta di legge del Movimento 5 Stelle per la liberalizzazione e depenalizzazione della cannabis, certamente non si tratta di uso terapeutico, che abbiamo anche normato a livello regionale a seguito della normativa nazionale, ha parlato della cannabis in quanto droga, sostanza stupefacente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 466. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 484
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Liberazione della connazionale Silvia Costanza Romano”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 484 del Consigliere Bisonni, che ha la parola per illustrarla.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Come sapete tutti il 20 novembre 2018 in Kenya è stata rapita la collaboratrice milanese Silvia Costanza Romano, che era alla sua seconda missione in Africa per l'associazione Africa Milele Onlus, per la quale seguiva progetti educativi a favore di diversi bambini.
In gennaio il procuratore di Nairobi aveva manifestato ad una delegazione italiana l'intenzione di “procedere in maniera più decisa”, ma alla luce dei risultati investigativi non è dato sapere ad oggi cosa sia avvenuto.
Nei primissimi giorni gli inquirenti parlavano di possibili svolte nelle indagini, ma oggi, ormai a distanza di 5 mesi dal rapimento, nulla è accaduto in merito a questa vicenda e le poche notizie di stampa non sono così confortanti, l'unica notizia rassicurante passata poco tempo fa è che Silvia è ancora viva.
La famiglia ha chiesto sin da subito un riserbo e di conseguenza per Silvia non sono state organizzate manifestazioni e iniziative di alcun genere, purtroppo questo silenzio e questo riserbo chiesti dal Ministero degli esteri non hanno costituito il preludio alla sua liberazione, come invece si auspicava. Non essendoci stata alcuna rivendicazione da parte di gruppi armati la sua liberazione diventa ancora più difficoltosa.
Ritenuto che l'attività di Silvia e di tutti quanti i cooperanti sia di fondamentale importanza, inserendosi appieno nella tradizione di impegno costante e assiduo che ha riguardato e riguarda il nostro Paese, e vada nella direzione indicata anche dalle politiche europee sulla cooperazione internazionale; che la legittima preoccupazione per le sorti di Silvia e la ferma intenzione di manifestare solidarietà e vicinanza a lei, alla sua famiglia, a tutti i cooperanti ora attivi in favore di popolazioni svantaggiate e bisognose, si fanno più intense, rendono urgente manifestare solidarietà e gratitudine ad una connazionale forte, generosa, consapevole, che ora ha bisogno della vicinanza dell’intera comunità nazionale; si esprime solidarietà, sostegno e vicinanza alla famiglia e alla organizzazione Africa Milele Onlus con cui Silvia collabora.
Si impegna questo Consiglio a inviare questa deliberazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, affinché si valuti l'opportunità di interrompere un silenzio che ad oggi non ha condotto al risultato sperato.
L'impegno riguarda due punti: a porre in essere ogni intervento utile affinché il Governo italiano non lasci intentata alcuna azione efficace, presso tutte le sedi opportune, con particolare riferimento all'Unione europea e al Kenya, per la liberazione di Silvia; a valutare la realizzazione di un totem, con la sua foto, da esporre all'ingresso della sede della Regione affinché non venga dimenticata la necessità di agire per ottenere la sua liberazione.
Mi auguro ovviamente che tutti votino favorevolmente questa mozione, perché non possiamo dimenticarci di questa nostra connazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Il Consigliere Maggi ha chiesto la verifica del numero legale. E’ la prima volta che usiamo questa opzione con il sistema Concilium, c’è qualcosa che non va, quindi Consigliere Rapa proceda con la chiamata per verificare la presenza in Aula.

(il Consigliere Rapa procede con la chiamata dei Consiglieri)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Credo che vada rifatta la conta per gli assenti, perché se il Vicepresidente o il Segretario dell’Ufficio di Presidenza non ripete la risposta sulla trascrizione del verbale non compaiono i nomi.

PRESIDENTE. È il Consigliere segretario che deve verbalizzare ed attestare la veridicità dei fatti, sennò non esisterebbe questa figura. Siamo al paradosso.
Presenti: Bisonni, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Cesetti, Giancarli, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pergolesi, Rapa, Traversini, Urbinati.
Assenti: Biancani, Carloni, Ceriscioli, Fabbri, Giacinti, Marconi, Marcozzi, Pieroni, Sciapichetti, Talè, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.

PRESIDENTE. Presenti 18, assenti 13, si può continuare.
Mozione n. 484. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 494
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Tagli all’editoria e rischio chiusura Radio Radicale”
(Discussione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 494 del Consigliere Rapa, che ha la parola per illustrarla.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Con grande rammarico ho constatato la deprecabile decisione del Governo di far venir meno il finanziamento all’informazione indipendente ed in particolare a Radio Radicale nonostante il meritorio servizio di informazione in diretta dei lavori parlamentari e di tanti altri eventi di interesse collettivo.
L’apporto di Radio Radicale e di tutta la stampa indipendente all’informazione dei cittadini, e quindi alla loro possibilità di partecipazione informata e democratica alla vita civile del Paese, è stato e ritengo che debba continuare ad essere fondamentale.
E’ singolare che proprio chi asserisce la massima partecipazione e trasparenza si macchi dell’errore del taglio dei finanziamenti al giornalismo libero e indipendente condannandolo all’estinzione.
Quello dell’informazione libera e trasparente è uno snodo fondamentale per la nostra come per tutte le democrazie: chi non ama il pluralismo delle idee e delle forze politiche osteggia anche il lavoro meritorio del giornalismo e dell’informazione indipendente. Non c’è vera democrazia pluralista senza libertà e pluralismo dell’informazione, penso che le voci libere ed indipendenti sono pertanto le utili sentinelle della nostra libertà.
Oggi abbiamo un dovere in più: quello di far sì che Radio Radicale, attualmente in serio pericolo, per volontà del Governo di bloccare i finanziamenti, possa vivere ancora, non c’è modo migliore di ricordare il grande ed utilissimo lavoro di un professionista, che ne è stato per anni il Direttore, recentemente scomparso, che permettere alla sua testata radiofonica di continuare nella sua opera.
Per cui chiedo alla Giunta di mettere in atto tutte le iniziative necessarie affinché si opponga al taglio dei fondi all’editoria facendosi in questo modo garanti della sopravvivenza di spazi di libera comunicazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Cari colleghi, lo so che l’ora è tarda e questa cosa rispetto alle discussioni che abbiamo fatto è del tutto marginale. Devo dire e lo dico, Consigliere Rapa, con la morte nel cuore perché per me radio Radicale è come un animale d’affezione e se dovesse morire c’è la legge, però devo svolgere il mio impegno istituzionale con dignità e onore per cui devo dire le cose come stanno, nonostante abbia un affetto particolare per questa emittente che dal 1994 ha percepito oltre 200 milioni di euro, 14 milioni all’anno.
Questa radio fa capo ad una società che si chiama Centro di Produzione SpA, composta da quattro soci, l’Associazione politica nazionale di Marco Pannella ha quasi il 65%, Lillo SpA il 25%, Cecilia Maria Angioletti il 6,17%, il Centro di Produzione SpA, quello che ho citato prima, il 6,15%.
E’ interessante che tra i soci ci sia la partecipazione della società Lillo SpA, che ha sede a Griccignano di Aversa ed ha un fatturato di 2,3 miliardi di euro. Si tratta di una holding finanziaria attiva nel campo della grande distribuzione alimentare. Questa società è proprietà di una famiglia e due componenti, nel Consiglio di amministrazione del Centro di Produzione SpA, l’emittente di Radio Radicale, ricoprono la carica di Consiglieri.
A questo punto ci si chiede come una holding finanziaria della grande distribuzione, che ha il 25% di Radio Radicale, che fattura oltre 2 miliardi di euro all’anno, chieda un finanziamento allo Stato.
Radio radicale opera in regime di proroga della sua funzione in assenza di convenzione e di gara, è stato sempre prorogato il finanziamento senza una gara di evidenza pubblica, dal 1997. 22 anni di attività e con 14 milioni all’anno di contributo statale è arrivata a più di 200 milioni di finanziamento di contributi pubblici.
Lo Stato deve garantire la libertà di informazione, tuttavia se dovesse applicare questo modus operandi senza gara di evidenza pubblica a tutte le forze politiche o a qualsiasi operatore privato, dovrebbe assicurare un esborso economico insostenibile.
Tutti devono avere pari opportunità per cui è sacrosanto l’impegno di regolamentare il contributo, come ha fatto adesso il Governo, che rappresenta una anomalia rispetto al sostegno di tutte le aziende, associazioni o partiti politici che operano nel settore in regime di libera competizione, anche per la pluralità della circolazione delle idee, nella diversità del pensiero politico, poter garantire pari opportunità a tutti con questi costi sarebbe davvero insostenibile, ancora più alla luce delle modifiche tecnologiche che sono entrate a regime negli ultimi anni.
C’è da dire anche che la funzione di Radio Radicale è stata un po’ svuotata, soprattutto nel palinsesto che riguarda le dirette della Camera e del Senato, dal servizio pubblico radiofonico di Rai GR Parlamento, che assolve la stessa funzione.
Per questi motivi il Governo ritiene doveroso riordinare il sistema tenendo conto che per il Parlamento esiste la funzione di Rai GR Parlamento.
Noi del gruppo Movimento 5 Stelle riteniamo che la linea del Governo di riordino del sostegno all’editoria sia un’azione doverosa, opportuna e non più procrastinabile e per questo esprimiamo, dico purtroppo a titolo affettivo, il nostro parere contrario a questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Visto il clima di fine Consiglio, vorrei capire in maniera un po’ provocatoria, se le affermazioni del Consigliere Maggi rispetto a Radio Radicale valgono anche per la Casaleggio SpA, quindi per tutte le proprietà, per il fatto che ci sia apertura, che i fondi pubblici debbano essere …

(intervento fuori microfono)

Francesco MICUCCI. Da quanto mi risulta molti dei soldi che vanno ai Parlamentari italiani poi vanno a finire in maniera inopinata per contratti firmati pre-elettoralmente nelle casse della Casaleggio, ma queste sono informazioni che mi riservo di verificare in quanto solo lette e testate, è chiaro che non ho accesso diretto, perlomeno dalle informazioni che abbiamo.
L’altro aspetto che evidenzio, in merito alla riorganizzazione dell’informazione, è se la presenza totale nei telegiornali del Governo, con pochissimo spazio alle altre formazioni politiche, rientri nella riorganizzazione tanto sbandierata in campagna elettorale, di pluralità e di apertura al pubblico. I dati ci dicono che in realtà, in particolare i Vicepresidenti e i due partiti di maggioranza fanno la parte dei cannibali rispetto all’informazione complessiva delle reti pubbliche, quindi mi chiedo se anche questo rientra nella riorganizzazione dei media. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Non volevo intervenire, però mi ha provocato l’intervento del Consigliere Micucci.
Faccio la mia dichiarazione di voto, voterò favorevolmente questa mozione e voglio esprimere la mia sorpresa nell’aver ascoltato le parole del Consigliere Maggi, perché mi ricordavo, forse mi sbaglio, che lui avesse militato nel Partito Radicale. Non mi sbaglio, quindi ricordo bene. Evidentemente poi si cambia per difendere alcune posizioni.
Come mi sono meravigliato, Consigliere Maggi approfitto anche se questa sede è una sede ufficiale, nel vedere un suo mutato atteggiamento nei confronti della libertà di informazione perché ho visto un post su facebook in cui censurava la Gruber per aver messo in difficoltà Luigi Di Maio. E’ passato da una posizione da giovane di tutela dell’informazione, dei diritti civili, ad una posizione di censura più vicina alle politiche di destra o di estrema destra, quindi mi meraviglio di questo atteggiamento, però ognuno è libero di cambiare idea, ognuno è libero di dire e scrivere quello che vuole e così mi riaggancio a quello di prima, però poi si deve assumere la responsabilità politica di quello che dice senza aver paura o vergogna di aver detto una cosa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Mi consenta, Consigliere Micucci, voi del Partito Democratico negli ultimi 20 anni avete colonizzato tutta l’informazione pubblica, sia quella dei giornali che quella televisiva, tant’è che siamo al 50° posto nel mondo come libertà di stampa, e viene a fare la morale a noi sulla Casaleggio e Associati che è una società privata? Non c’entra nulla, non prende i soldi pubblici e il bilancio è pubblicato, questo è in risposta, quindi faceva meglio a stare zitto.
Secondo punto, perché non dice lei quanti soldi versate al Partito Democratico, non da adesso, ma da 50 anni? Quanti soldi del suo stipendio deve dare al Partito Democratico? Noi non diamo nulla, noi rendiamo i soldi, con i soldi nostri abbiamo fatto 10 scuole, alla Casaleggio versiamo 300 euro per la Piattaforma Rousseau, quindi non diamo soldi, è tutto pubblicato nel bilancio ed alla Camera dei Deputati.
Gliel’ho spiegato l’altra volta, ma lei non ha imparato, le parole in politica non si contano, ma si pesano, caro Consigliere Micucci, quindi la prossima volta che parla stia attento a quello che dice perché poi fa la figura che ha fatto adesso. Grazie.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo alla votazione.

Gianni MAGGI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale.

Presenti: Bisonni, Busilacchi, Casini, Cesetti, Giancarli, Giorgini, Maggi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Traversini, Urbinati.
Assenti: Biancani, Bora, Carloni, Celani, Ceriscioli, Fabbri, Giacinti, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Pergolesi, Pieroni, Sciapichetti, Talè, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Presenti n. 13, assenti n. 18, la mancanza del numero legale rende impossibile la prosecuzione dei lavori.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,30