Resoconto della seduta n.92 del 30/11/2022
SEDUTA N. 92 DEL 30 NOVEMBRE 2022

La seduta inizia alle ore 14,50

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 92 del 30 novembre 2022. Comunico che il processo verbale della seduta n. 91 del 29 novembre 2022, cioè di ieri, sarà distribuito insieme a quello odierno ed entrambi saranno sottoposti all’approvazione dell’Assemblea legislativa regionale nella prossima seduta assembleare.
Hanno chiesto congedo gli Assessori Baldelli, Brandoni e Saltamartini, per le difficoltà personali che voi conoscete.

Commemorazione

Prima di iniziare l’espletamento dei punti all’ordine del giorno, me ne assumo la responsabilità non avendo avuto l’occasione di trattarlo con gli altri Presidenti dei gruppi, chiedo un minuto di silenzio per la morte dell’autista della pubblica assistenza, deceduto in un incidente stradale mercoledì scorso alle porte di Ancona.
E’ un segnale di vicinanza alla famiglia, di cordoglio di tutti voi al quale unisco il mio personale, ai suoi congiunti ed ai collaboratori della pubblica assistenza in cui svolgeva attività di volontariato prima ancora che di servizio.
Ovviamente una vicinanza particolare a tutti coloro che operano nel volontariato a beneficio della solidarietà e della tutela della persona umana, soprattutto delle persone più fragili.

(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)

Sull’ordine del giorno

Al primo punto ci sono le interrogazioni ed a seguire le interpellanze, ma l’assenza degli Assessori, che devono rispondere, mi impone di passare subito al punto 3).

Proposta di legge n. 132
ad iniziativa della Giunta regionale
“Proroga del termine di cui al comma 2 dell’articolo 9 della legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22 ‘Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 132 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Oggi portiamo la proposta di legge n. 132, così come annunciata da lei, Presidente, quindi la proroga del termine di cui al comma 2 dell'articolo 9 della legge 22/2009 “Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l’occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”.
Questa proposta di legge è passata già due volte in Commissione, ha avuto i pareri favorevoli sia di Cal che di Crel, è stata valutata positivamente sia in Commissione che dagli organi preposti, Cal e Crel.
Il rinvio determina la proroga del termine dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2024 per tutte quelle caratteristiche del cosiddetto Piano casa, per promuovere e prorogare i termini per migliorare la sicurezza degli edifici e di tutte le tecniche di edilizia sostenibile a noi tanto care e presumo care a tutti i contribuenti.
Ovviamente la proposta di legge ha il carattere dell'urgenza perché deve essere votata entro il 31 dicembre. Penso che altro non abbiamo, è stata votata favorevolmente da tutta la Commissione, sia dai Consiglieri di maggioranza che di minoranza, presumo che non ci siano problemi sulla proroga del termine.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Credo che abbia detto tutto il Consigliere Assenti, è una proroga, che è stata tra l'altro reiterata anche altre volte, della legge 22 che, come è stato detto, è una norma importante, serve soprattutto, diciamocelo, per gli interventi di riqualificazione degli immobili ed anche per gli ampliamenti fino al 20%.
Noi siamo d'accordo, soprattutto visti i pareri favorevoli del Cal e del Crel, quindi
il Partito Democratico voterà a favore di questa legge, che è di buon senso.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Brevemente, prendo atto con piacere dell'esito degli incontri che ci sono stati nelle varie Commissioni, anche nella III, e dei pareri del Cal e del Crel. Dagli interventi vedo che dovrebbe esserci unanimità.
E’ indubbiamente una posizione utile perché la proroga di questa legge è necessaria ed anche utile per consentire interventi di ampliamento, come ha detto giustamente la Consigliera Casini, di efficientamento energetico e di ristrutturazione. Insomma un efficientamento complessivo delle nostre situazioni abitative, che riguarda anche le aree già edificate, senza andare magari a consumare nuovo suolo, questo è positivo perché si interviene su quanto già costruito.
Prendo atto con piacere di questi primi interventi e spero che il voto conseguente sia unanime.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 (dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Come anticipato dalla relatrice di minoranza Consigliera Casini, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore, d’altronde penso proprio alla Consigliera Casini che con un altro ruolo la votò e la propose un altro paio di volte.
E’ una legge nata male, che è stata modificata ed ha ascoltato il contributo allora degli enti locali, in particolare dell’Anci, quindi le perplessità dei Comuni rispetto ad un provvedimento che poteva aprire a tante speculazioni e a tante preoccupazioni in ambito derogatorio dei piani regolatori, invece è stata assunta una serie di paletti e di vincoli, che nel tempo si sono dimostrati anche molto efficaci, che oggi porta ad una ulteriore proroga. Forse dovremo pensare di metterla a sistema perché chi ha avuto la possibilità di intervenire nelle strutture più complicate, penso ai condomini, l’ha verificata ed ha utilizzato questo strumento, invece nelle case unifamiliari, per esempio, non ha determinato interventi di specifica incisività territoriale. Forse dovrebbe partire l’idea di metterla a sistema, onde evitare provvedimenti di immediata eseguibilità per evitare la creazione di buchi normativi, che sarebbero particolarmente difficili da gestire, soprattutto per gli enti locali.
Ribadisco il voto favorevole da parte del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore Aguzzi per la proposta di legge che ci ha presentato ed i Consiglieri Assenti e Casini per le rispettive relazioni di maggioranza e minoranza.
Il primo atto che abbiamo fatto in Commissione, dall’insediamento, portato avanti con celerità, è stata la proroga del Piano casa, uno strumento molto importante richiesto dagli enti locali, dalle imprese, dalle famiglie, da tutti coloro che ruotano intorno al mondo dell’edilizia.
E’ uno strumento fondamenale che a nostro avviso andava prorogato, per cui come gruppo Lega, e ringrazio il capogruppo Marinelli per avermi delegato per la dichiarazione di voto, voteremo a favore di questa proposta.
Ricordo che un’altra proroga arriverà in Consiglio regionale la prossima settimana e mi auguro che anche in quella occasione ci sia il voto favorevole di tutta l’Assemblea.
Con questo intervento confido ben presto di iniziare l’iter della nuova legge urbanistica, che è una delle cose che anche il Presidente Acquaroli negli ultimi interventi e a mezzo stampa ha chiesto. Spero che velocemente si possa arrivare ad una bozza da condividere, da iniziare a discutere con le Associazioni di categoria, so già che molti passaggi l’Assessore Aguzzi li ha effettuati, quindi cercheremo di accelerare il prima possibile per arrivare ad un testo semi definitivo, che poi come Commissione dovremo valutare ed esaminare e poi approvare in Consiglio regionale, auspico entro i primi sei mesi del prossimo anno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Ringrazio innanzitutto il capogruppo Ciccioli che mi lascia fare questa dichiarazione per il gruppo Fratelli d’Italia, che voterà favorevolmente.
L’istituto della proroga in questo caso è fondamentale, essenziale, proprio perché dovremo iniziare a dare una stabilità e continuità con proroghe magari più lunghe nelle more dell'approvazione della nuova legge urbanistica.
Per rimarcare anche che con il combinato disposto tra la legge 14/2021, che ha modificato l’articolo 8 ter, si sono inseriti degli interventi ordinari di demolizione e ricostruzione, abbiamo ampliato e modificato l’articolo 9 per la possibilità di effettuare questa proroga. Quindi votiamo tutti favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Per ribadire il voto positivo di Forza Italia.
E’ già intervenuto l'Assessore Aguzzi che ha spiegato in maniera lodevole la proposta di legge, che va nella direzione giusta richiesta dalle famiglie, dalle imprese e dagli enti, il voto favorevole da parte del gruppo Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anch’io per annunciare il voto favorevole del Movimento 5 Stelle.
Mi unisco a quanto hanno già detto il Consigliere Assenti ed alcuni capigruppo, come il Consigliere Mangialardi, sulla esigenza di stabilizzare questa misura, sarà sicuramente il caso di continuare a lavorare in questa direzione all'interno della Commissione apposita. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Una legge che viene votata, come ho sentito, dai colleghi sia di maggioranza che di minoranza, all'unanimità per il lavoro che ha svolto la Giunta.
In questo caso il gruppo Rinasci Marche, come ha dichiarato il primo giorno del Consiglio regionale, quando ci sono delle buone pratiche …, oggi a maggior ragione perché cade la giornata di inaugurazione dell'anno accademico di Urbino e c’è stata una lezione magistrale proprio sui temi che la legge porta in essere, quello della gestione e di un'azione urbanistica di respiro per le buone pratiche da adottare anche per le future generazioni. Magari spesso su queste leggi o sull'urbanistica si è calcata un po' la mano nel fare delle azioni che non guardavano al passato, dovremo fare invece delle azioni che guardano al futuro pensando anche al passato perché in Italia siamo stati maestri nella gestione e nella bontà del vivere le nostre abitazioni.
uesta legge di proroga dà la possibilità di proseguire un lavoro che è stato fatto in passato e che andrebbe compiuto. Saremo vigili nel vedere se questa Giunta pone in essere delle azioni concrete, come Vicepresidente della III Commissione con il Presidente Serfilippi mi sono confrontato su queste tematiche e come gruppo abbiamo la speranza che l'opposizione venga coinvolta nelle azioni e nei passaggi che avverranno in futuro in Commissione, questo è un primo passo, quindi diamo un voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 132. La pongo in votazione. Annulliamo la votazione e la ripetiamo.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 136
ad iniziativa della Giunta regionale
“Ulteriori modifiche alla legge regionale 3 aprile 2013, n. 5 ‘Norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi e di valorizzazione del patrimonio tartufigeno)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 136 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. La presente proposta di Giunta si è resa necessaria al fine di adeguare la legge ai cambiamenti delle competenze avvenuti negli anni per semplificare alcuni aspetti di questo settore.
Queste sono modifiche parziali della legge, la quale, dico io e non solo, avrebbe bisogno di un lavoro strutturato, definitivo, partecipativo e soprattutto innovativo a fronte dei cambiamenti che ci sono stati sia dal punto di vista climatico, che di crescita di questo fungo ipogeo. Penso alla tutela dei terreni tartufigeni di raccolta, quindi, auspicherei che, insieme al nuovo Assessore, si possa iniziare un percorso condiviso e più strutturato in maniera tale da dar vita a una nuova legge fatta bene, che soprattutto vada incontro, come ho detto prima, alle nuove esigenze del tartufo, ai terreni di raccolta e soprattutto alle popolazioni che ricadono nei terreni di raccolta affinché, come avviene anche in altre regioni, questa possa essere una risorsa soprattutto per il territorio in cui il tartufo viene cavato.
Ora è così, adesso il settore dei funghi è stato un po’ migliorato dalle nuove modifiche, ma questo ancora, purtroppo, è troppo poco disciplinato.
Nella presente proposta vengono inserite nel Tavolo permanente della filiera del tartufo le associazioni dei tartuficultori e tartufai delle Marche ed a seguito di osservazioni da parte del Crel anche un rappresentante delle Unioni montane designato dall’Uncem, in modo da avere un rappresentante/componente in materia.
Con un mio precedente emendamento è stato inserito il centro sperimentale, un'associazione rappresentativa di tartuficultori, si amplia la rappresentanza, tutto bene quando si allarga la discussione, però ancora questo benedetto tavolo del tartufo deve essere convocato. Qui noi andiamo a disciplinare degli organismi, che di fatto non sono stati ancora riuniti.
E’ stato istituito il centro di tartuficultura delle Marche con sede in Sant'Angelo in Vado e ad Amandola, recependo quell'ordine del giorno che era nato qui in Consiglio regionale, ho voluto specificare che Amandola come nuova sede è una sede decentrata.
C’è un passo in avanti per Amandola perché prima non c’era ed ora c’è, credo che la cosa sia assodata.
Con questo emendamento della Commissione si pone Sant'Angelo in Vado anche per storia e per le competenze come centro principale.
Viene sostituito il termine “Comunità montana” con “Unione montana” e viene tolto il parere del centro sperimentale di tartuficoltura per le variazioni dei tempi stabiliti per la raccolta e dei periodi di divieto di raccolta, e questo devo dire che è una cosa fatta male, non me ne sono accorto nemmeno io, sennò avrei fatto l'emendamento, e lo dico molto chiaramente.
Ci sono cose peculiari, per la raccolta del tartufo bianchetto nella riserva delle Cesane non è più previsto il rilascio del permesso, ma è sufficiente la comunicazione di intenzione di raccolta, viene modificata la definizione di tartufaia controllata limitando gli interventi di incremento con piante micronizzate al 10% delle superfici, per le quali si chiede il riconoscimento, e comunque non superiore ai 5.000 m².
Altre piccole particolarità, viene innalzato da 15 a 60 il numero dei giorni entro cui possono essere rimosse le tabelle che delimitano le tartufaie, altra cosa importante è che nella proposta di Giunta non c’era il controllo delle Guardie ecologiche volontarie (GEV) e grazie ad un emendamento del sottoscritto questo controllo è stato reintrodotto e la Commissione lo ha votato favorevolmente perché chiaramente i Carabinieri forestali, che ben capite sono sottodimensionati, per controllare tutto quello che avviene dietro la raccolta del tartufo … è stato ripristinato il controllo delle Guardie ecologiche volontarie, tra l’altro è disciplinato anche dalla legge quadro nazionale, sarebbe stato uno contro senso normativo.
Consigliere Cesetti, come vede sono molto attento anche a queste cose, alle leggi nazionali, sarebbe stato un inserimento che dal punto di vista legislativo avrebbe cozzato con la legge nazionale e l’intervento della Commissione ha riportato le Guardie ecologiche volontarie a svolgere quel controllo, che è sempre più necessario a fronte di un aumento sempre più indiscriminato di cavatori, molti dei quali non hanno responsabilità, vengono da fuori dei territori di raccolta e non sanno cavare e andare a tartufi, non solo come Dio comanda, ma come comanda la legge.
Sempre di più avvengono infrazioni ed è bene sapere che il tartufo è un prodotto molto delicato, che nasce in ambienti con reticoli di raccolta molto particolari, quindi non possiamo andare a raccogliere i tartufi così, come se fossero dei sassi. E’ molto rilevante ripristinare il controllo delle Guardie ecologiche volontarie, che è una cosa fondamentale e qui dovremo anche un attimino fare una riflessione sul ruolo che devono avere, ripeto, stabilito anche dalla legge regionale e da leggi nazionali.
Chiaramente le Guardie ecologiche devono svolgere il loro lavoro in maniera cauta, come dice la legge regionale, senza che si trasformino in sceriffi, però va consentito loro di svolgere la propria attività, che è fondamentale nella tutela dei territori di raccolta, sia dei tartufi che dei funghi.
Viene inoltre introdotta la clausola valutativa che prevede che il Consiglio Assemblea legislativa controlli l’attuazione della legge, viene previsto che la Giunta faccia, con cadenza biennale, una relazione all’Assemblea legislativa che documenti le azioni e gli interventi messi in atto in merito alle iniziative formative, informative ai beneficiari e alle risorse impegnate.
Anche sul discorso delle risorse impegnate e dei proventi che vengono dai tesserini di raccolta bisognerà iniziare a fare una discussione più civile e più equa per i territori. Chiaramente questo ragionamento può essere fatto, ripeto, non solo con delle modifiche agli articoli della legge, ma occorrerebbe rivedere completamente la legge, rivederla insieme alle associazioni di categoria, ai tartuficoltori, ai cavatori, perché no, anche con le associazioni di categoria agricole e ridare un nuovo testo normativo che possa seguire anche i tempi e le mutate condizioni che vive questo importante prodotto che, vorrei ripetere, per alcune zone, soprattutto del nostro entroterra, è fondamentale e di pregio.
Non ho niente da aggiungere, ho visto che c’è un emendamento, lo reputo strumentale perché già un passo avanti è stato fatto, ho spiegato bene anche in Commissione perché abbiamo scritto “decentrata” ed abbiamo indicato il decentramento, anche qui vedo che non c'è sintonia tra il Partito Democratico, una parte dice una cosa ed l’altra un’altra, noi diciamo tutti la stessa cosa: ribadiamo la primogenitura di Sant’Angelo in Vado e per la prima volta introduciamo anche Amandola, cosa che prima non era stata fatta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Con questa proposta di legge si apportano ulteriori modifiche alla legge regionale 3 aprile 2013 n. 5, come ha accennato il Consigliere Rossi, essendo intervenute negli anni necessità di aggiornamenti normativi.
La proposta nasce principalmente dall’esigenza di aggiornare la legge alle mutate competenze amministrative avvenute nel corso degli anni sia per semplificare la collocazione del tavolo permanente di filiera del tartufo sia per disciplinare con maggiore attenzione l’assetto sanzionatorio.
La proposta di legge si compone di 18 articoli, alcuni emendati in Commissione, che già sono stati ampiamente illustrati dal Consigliere Rossi, mi limito a ricordare quelle che secondo me sono le principali novità introdotte.
L’articolo 1 aggiorna la composizione del tavolo permanente di filiera sul tartufo inserendo altri rappresentanti del settore tartuficolo in mondo da avere una maggiore rappresentatività del settore.
L'articolo 3 in particolare specifica che la sede del centro sperimentale di tartuficoltura nelle Marche a Sant’Angelo in Vado con una sede decentrata ad Amandola, tra le altre funzioni il centro svolgerà anche quelle di formazione ed informazione e questo articolo è sicuramente quello più controverso ed anche in Commissione è stato lungamente dibattuto.
L'articolo 9 apporta aggiornamenti nelle definizioni contenute all'articolo 14 della legge regionale 5/2013 sostituendo le parole “tartufaie” con quelle di “aree di raccolta”.
L’articolo 10 prevede la nuova definizione di tartufaia controllata, viene inoltre inserito un nuovo comma, il 3 bis, nel quale vengono indicati gli adempimenti procedurali previsti a carico delle tartufaie riconosciute con leggi precedenti alla legge 5/2013.
L’articolo 11 consente un allungamento dei termini per la riunione delle tabelle di identificazione della tartufaia da parte dei conduttori di tartufaie e l’articolo 14 prevede una rimodulazione e riduzione complessiva dell’importo delle sanzioni con la sostituzione dei commi 2, 3 dell’articolo 20 della legge 5/2013.
L’articolo 17 introduce la clausola valutativa, l’ha detto prima il Consigliere Rossi, con la quale si prevede che il Consiglio Assemblea regionale controlli l’attuazione della legge e valuti i risultati ottenuti, inoltre viene previsto che la Giunta regionale con cadenza biennale presenti al Consiglio una relazione con cui vengano descritte e documentate le azioni e gli interventi attivati con particolare riguardo alle iniziative in tema di formazione e informazione ai beneficiari ed alle risorse impegnate.
La relazione comprende anche la documentazione trasmessa alla Giunta regionale dagli enti competenti, il Consiglio Assemblea regionale e la Giunta regionale pubblicano sui propri siti web istituzionali la relazione.
Da qui partirà il dibattito ed ogni Consigliere del gruppo del Partito Democratico dirà la sua, ma è evidente che su questa proposta in Commissione ci siamo astenuti, quindi è aperta la discussione qui in Aula da parte degli altri Consiglieri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Credo che sia una proposta di legge positiva nel suo complesso, probabilmente, dico probabilmente, uso questo avverbio, l’esito di uno degli emendamenti o comunque di un emendamento che ci riguarda potrà orientare in uno dei voti alternativi a quello dell’approvazione.
Ritengo che sia utile, almeno dal mio punto di vista, aprire questa discussione perché è evidente che l'articolo 3, comma 2, costituisce uno degli elementi forse più controversi. Intanto va detto che la proposta di legge così come era stata presentata prevedeva una sostituzione e l'integrazione del centro di Sant'Angelo in Vado con quello di Amandola e mi pare che la proposizione di quel secondo comma fosse perfettamente coerente con l'ordine del giorno del 23 novembre 2021, votato all'unanimità dall’Aula, anche dal Consigliere Rossi, che a differenza del Partito Democratico non fa fatica a discutere nel proprio gruppo, quindi da questo punto di vista si dà ragione facilmente, noi su questo siamo …

(interventi fuori microfono)

Romano CARANCINI. Però ricordo che in quella seduta del Consiglio regionale si approvò un ordine del giorno, si discuteva la proposta di legge regionale 5/2013 sempre in tema di tartufi, che riporto testualmente: “di avviare il percorso di istituzione di un secondo centro sperimentale di tartuficoltura della regione Marche dopo quello di Sant'Angelo in Vado presso il centro di tartuficoltura di Amandola in quanto qualificato e riconosciuto punto di riferimento delle aree meridionali della regione in materia di raccolta, coltivazione e valorizzazione del patrimonio tartufigeno locale, di ricerche e sperimentazione del settore nonché di salvaguardia di peculiari ecosistemi naturali”. Credo che impegno più chiaro del Consiglio regionale non ci sia, inequivocabile dal punto di vista dei contenuti, ci sarà chi dopo di me potrà spiegare ed approfondire ancor meglio il valore del centro di Amandola e davvero trovo sorprendente che in sede di Commissione lo si sia dequalificato, considerandolo addirittura una sede decentrata, decentrata da che? Decentrata per quale ragione? Decentrata per quali temi?
Diciamo che oggettivamente sembra un atto arbitrario, incomprensibile, in netto contrasto con l'ordine del giorno approvato, sul quale, per carità di Dio, si può sempre tornare indietro. Ecco perché dico che ci si può immaginare che uno come il Consigliere Rossi possa aver votato favorevolmente e oggi smentire se stesso, ci sta, nella politica ci sta.
Penso però che questo Consiglio regionale debba fare un ragionamento più serio, più profondo, prima da Consiglieri regionali che da Consiglieri regionali di un territorio. La sostanza è che con la versione iniziale dell'articolo 3 si dava riconoscibilità e legittimazione a posteriori, a tutto quello che oggi rappresenta e che ha rappresentato nel passato il centro di Amandola, ad un territorio fin qui danneggiato, oscurato, perché se andiamo a vedere il valore naturale e il territorio in grado di mettere a disposizione un frutto così prestigioso, buono e anche rilevante dal punto di vista sociale ed economico …, oggi dire che viene riconosciuta accanto a Sant'Angelo in Vado una sede anche ad Amandola, non è altro che riconoscere ad un territorio ciò che si è conquistato per anni ed anni.
Ecco perché credo che sia una battaglia sbagliata, che sia sbagliato non riconoscere a un territorio, che certamente non può essere considerato concorrente, mi viene da dire. Anche al sud si trovano i tartufi, anche il sud delle Marche ha diritto di essere riconosciuto e sembrerebbe naturale che un Consiglio regionale, che si occupa della regione e che non mette in contrapposizione i territori, voti favorevolmente quella che addirittura era la proposta originaria, ovvero l'emendamento.
L'auspicio è che questa discussione non degeneri in una guerra tra territori, lo dico ad un esponente autorevole di quelle zone come il Consigliere Rossi, lo dico a me stesso e lo dico agli altri intervenuti, è naturale che Amandola finalmente venga riconosciuta dall'istituzione come un luogo del tartufo e, a differenza di quello che non verrà detto, anche il territorio del nord della regione, i tanti Comuni importanti: Acqualagna, Sant'Angelo in Vado ed altri, non potrà che avere benefici da tutto ciò, sia in termini di coralità che di evidente valorizzazione, altrimenti parleremo di repubbliche. Qui non abbiamo della Repubblica autonoma del tartufo, io sono felice che stia lì, evidentemente Acqualagna per tutta la storia, per quello che si è conquistata nel tempo, ma perché non riconoscere Amandola come un altro centro, tra l'altro, ribadisco, non creato a freddo, come i famosi noli a freddo, creato dal tempo, dalla storia, dai territori, dalle persone che vi lavorano, dalle tante attività che ad Amandola, per chi non lo sapesse, esistono da anni ed anni.
Ecco perché dico che probabilmente potrebbe non essere necessaria una polemica, una discussione sì, ma non una polemica, sentendoci marchigiani, mi verrebbe da dire, da Acqualagna ad Amandola per arrivare ad Ascoli Piceno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Mi aggancio all’ultima frase del Consigliere Carancini perché su questo tema, su questo patrimonio che abbiamo la fortuna e l'orgoglio di avere nella regione Marche tutta, da nord a sud, non si possa e non si debba in nessun modo polemizzare.
Detto questo, nella legge i relatori lo hanno ben rappresentato si va un po' ad attualizzare, a semplificare una legge già esistente, la legge 5/2013. Credo che sia stato fatto un ottimo lavoro e se debbo cogliere alcuni punti di questa legge, ritngo che uno dei più rilevanti vada nella logica di allargare il coinvolgimento degli addetti ai lavori, degli esperti, un allargamento del tavolo permanente di filiera del tartufo, in cui confluiscono anche altri rappresentanti del settore tartuficolo.
L'altro elemento di cui si sta discutendo è il nuovo inserimento della città di Amandola, penso di poter dire che il termine “decentrato” non rappresenta una difficoltà, che il termine “decentrato” non sta a riconoscere o a non riconoscere qualcosa. E’ fondamentale che sia stata inserita per la prima volta Amandola perché fortunatamente, ripeto, la regione Marche tutta, da Acqualagna, Sant’Angelo in Vado, la parte nord, la provincia di Pesaro fino ad arrivare alla provincia di Ascoli Piceno e Fermo, può vantare questo primato, con questi gioielli che la natura ci riserva. Il tartufo bianco soprattutto nella parte nord, quello nero nella parte sud. Ritengo che quello che ci debba unire sia la formula con la quale valorizzare quello che io chiamo il tesoro del sottobosco. L'importanza di questo comparto è innegabile non solo sotto il profilo gastronomico, economico, ma anche turistico, ne è testimonianza anche l’affluenza che c’è nelle fiere e negli incontri che avvengono in certi periodi dell'anno in queste città delle Marche. Quindi l’invito che faccio è di essere tutti compatti nel sostegno di questa legge, non scontrarci. Ripeto, soprattutto non può rappresentare un problema il termine “decentrato” e non voglio fare polemica, quanto finora la tradizione e la storia del tartufo di Amandola non dico che è stata dimenticata, ma probabilmente qualcuno non l’aveva considerata e valorizzata a sufficienza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Probabilmente rispetto al mio gruppo, che poi deciderà cosa votare, non so chi farà la dichiarazione di voto, sono contrario. Abbiamo condiviso insieme questa mia scelta che probabilmente verrà presa anche dalla Consigliera Vitri, perché se è vero come è vero che è stato votato un ordine del giorno che prevede di avviare un percorso di istituzione di un secondo centro, a casa mia quando si avvia un percorso per istituire un secondo centro la prima cosa che si deve fare è metterlo nelle condizioni di esistere. Oggi fa difficoltà ad esistere il centro sperimentale di Sant'Angelo in Vado, nel senso che le risorse di personale ed economiche di cui è stato dotato negli anni, anche in precedenza ovviamente, non erano e non sono sufficienti a garantire la reale potenzialità di questo centro di eccellenza riconosciuto a livello nazionale, uno dei pochi, voglio ricordarlo, perché il centro di Sant’Angelo in Vado è uno dei pochi centri riconosciuti a livello nazionale.
Qualche mese fa abbiamo portato in questa Aula la trasformazione dell’Assam in una nuova realtà: Marche Agricoltura e Pesca, e anche in quell'occasione abbiamo evidenziato, non votando a favore, le criticità che non sarebbero cambiate o migliorate perché quella proposta di legge non portava dietro un euro in più, tanto che avevamo chiesto come pensavate di migliorare le attività legate all'agricoltura, alla promozione dell’agricoltura, abbiamo anche inserito la pesca, senza prevedere un euro in più.
Il tema non è se il centro di Amandola va o non va previsto, il tema è che non va previsto in questo modo. Cambiare una riga in una legge, che è stata presentata senza costi, senza oneri finanziari, sono buoni tutti, di centri ne possiamo fare anche 25. Se il tema è prevedere in una norma l’apertura di un altro centro, non uno in cui si va a comprare le scatole di tartufo o i barattoli, ma uno che presuppone tutta una serie di professionalità, di personale, di risorse …, che oggi il centro di Sant'Angelo in Vado non ha.
Allora mi chiedo: come è possibile pensare questo? Io non sono in contrapposizione rispetto all’ordine del giorno, a dir la verità se dovessi votarlo oggi probabilmente non lo voterei, nel senso che molte volte passano le cose anche perché uno è speranzoso rispetto ad un percorso che può portare alla creazione di un altro centro nelle Marche, ma con le condizioni necessarie, non prevederlo, ripeto, solo modificando una riga di una legge.
A mio avviso il centro di Sant'Angelo in Vado verrà ulteriormente penalizzato, verrà ulteriormente depotenziato e questo è un errore strategico nell’idea di promuovere le Marche, come il tartufo delle Marche. Su quello siamo tutti d'accordo, non è il tartufo di Apecchio o di Sant’Angelo in Vado, è il tartufo delle Marche, poi ci sono i nostri Comuni nei quali fortunatamente c’è una buona tradizione, però le modalità che questa maggioranza … Questa proposta di legge non è un atto del Consiglio regionale o di una parte di esso, è una proposta della Giunta ed io mi aspetto che quando fa una modifica ad una proposta di legge la costruisce creando le condizioni per poterla realizzare.
Non si può oggi dire votiamo un ordine del giorno con il quale chiediamo di mettere risorse nel prossimo bilancio, no, prima voglio vedere il potenziamento, voglio vedere i soldi, voglio vedere se ci sono le condizioni giuste per il personale che viene migliorato e aumentato per poter portare avanti tutta questa cosa, e nel momento in cui c’è questo va bene creare un nuovo centro, se c’è la necessità di farlo come oggi emerge dalla discussione in Aula.
Non è un no al centro sperimentale di Amandola, ma è un no alla modalità che è stata individuata, che può portare solo ad un depotenziamento di quello esistente perché se io ho un euro e se con quello devo mantenere una casa o una famiglia è un conto, se ne devo mantenerne due …, io non sono un filosofo e non sono un avvocato, ma uno più uno a casa mia ha sempre fatto due.
Votero contro questa proposta di legge perché la maggioranza continua a presentare atti senza le gambe.
L’altra questione che vorrei sottolineare, se qualcuno volesse fare un emendamento, io non lo faccio, è quella relativa al tavolo permanente della filiera del tartufo, tra i soggetti che sono stati esclusi ci sono i rappresentanti dei Comuni, mentre è stato reinserito, probabilmente con l’emendamento del Consigliere Rossi, un rappresentante dell’Unione montana, dell’Uncem, ma non è stato previsto, e prima c’era, il rappresentante dei Comuni, che sono quelli che devono costruire, valorizzare, sono loro quelli che danno la giusta spinta alla valorizzazione dei territori, togliere dal tavolo permanente della filiera del tartufo il rappresentante dei Comuni mi sembra sbagliato.
Annuncio il mio voto contrario e sarà difficile convincermi perché ritengo che la scelta sbagliata sia quella di proporre un nuovo centro senza un euro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Non è, Consigliere Rossi, un passo in avanti, è una marcia indietro precipitosa ed anche un po’ scomposta sotto il profilo della guida perché la proposta della Giunta, non la proposta dei Consiglieri Cesetti, Carancini o di qualcun altro, prevedeva il centro di Sant'Angelo in Vado e quello di Amandola, in modo paritetico, come è giusto che sia. C'è un centro nel nord delle Marche, che ha una grande tradizione del tartufo, e ce n'è uno nel sud, nell'area montana dei Sibillini, nella capitale dei Sibillini. Quindi è un centro che si dispiega in tutta la regione, da nord a sud, come è giusto che sia, oltretutto Amandola nel tempo ha dimostrato la sua forza.
Qui ho un resoconto giornalistico del 28 novembre 2022 all'esito della kermesse “Diamanti a tavola”, che viene replicata ogni anno e checché ne dica il Consigliere Marinangeli nel passato molto è stato fatto, prima da me come Presidente della Provincia di Fermo e successivamente dalla Consigliera Casini come Vicepresidente e Assessore all'agricoltura. E’ stato fatto molto per sostenere quella realtà, sostenerla nella valorizzazione, nella produzione del prodotto e nella raccolta, sostenerla nell'attività collaterale di promozione, tra l'altro è stata messa in campo un'eccellente sinergia tra l'organizzazione, ad esempio, dei tartufai ed il Comune di Amandola insieme all’Assam, e questo ha identificato la città di Amandola tra le città del tartufo italiane, etichetta che significa che qui il prodotto è di alto livello.
Il centro di Amandola è una rivendicazione conquistata sul campo, non è come dice il Consigliere Biancani, il quale è sempre puntualissimo quando affronta le questioni, ma quando le sostiene in modo parziale non è più preciso. E’ ovvio che c'è una sgrammatica, è così, perché non dice che noi prima creiamo le condizioni per far funzionare un centro e poi lo attiviamo, è come se io, che sono stato il primo Presidente della Provincia di Fermo, anziché costruirla dall'inizio e come riteneva la comunità di Fermo, avessi fatto la Provincia decentrata di Ascoli Piceno, non l’avremmo fatta più.
Il tema qual è? Lì c’è una autonomia conquistata sul campo e l'autonomia, Consigliere Rossi, nella storia delle istituzioni, come nella storia degli uomini, è tutto, perché l’autonomia è quello strumento attraverso il quale tutto si dispiega: la capacità organizzativa, la capacità patrimoniale, è tutto, quindi non si può dire noi prendiamo e facciamo la sede decentrata. La parola è chiara, sede decentrata, significa che Amandola diventa una dependance del centro di Sant’Angelo in Vado, con tutto quello che comporta, perché se uno avesse scritto “sezione distaccata” già avrebbe avuto un suo briciolo di autonomia, ma “sede decentrata” significa, tra l'altro, un’invasione di campo, una conquista di medievale memoria in cui c’era i vassalli. Io ho fatto il Liceo scientifico ed era la sezione distaccata del Liceo di Fermo, ma si poteva costruire una sua autonomia, tanto è vero che io ero il rappresentante degli studenti, c’era un Vicepreside, c’era una autonomia, una parvenza di autonomia, la sede decentrata invece è una cosa completamente diversa, non è il conferimento di poteri, è l’occupazione di un territorio, per questo non può essere. Sede decentrata significa che Sant'Angelo in Vado va ad occupare …, rispetto all'ipotesi iniziale della Giunta che scrive “Sant'Angelo in Vado e Amandola”. Una volta tanto che la Giunta fa una cosa fatta bene, che raccoglie una risoluzione a firma del gruppo PD, presentata a prima firma del Consigliere Carancini - va ricordato perché è giusto ricordare i promotori, mi piace quando lo ricordano di me, quindi io lo ricordo degli altri, sono sempre generoso - perché la vogliamo cambiare? Sa perché è cambiata? Perché non avete resistito alle pressioni delle lobby dei tartufai, diciamo com’è, tra l’altro il centro di Sant’Angelo in Vado non ha funzionato, come giustamente e correttamente ha detto il Consigliere Biancani e quando ha funzionato lo ha fatto al limite, sul bordo della legge, lì ha operato. Oggi ci sono le lobby che sono intervenute e c’è stato l’emendamento, fatto, senza oltretutto cogliere l'opportunità della proposta della Giunta - pensate un po’, io che devo difendere la Giunta in questa sede, roba da matti - perché il centro di Amandola con la sua autonomia inevitabilmente deve interagire con quello al nord in una programmazione regionale anche di sostegno, che spetta alla Giunta, all'Assessore competente, non capiscono che rafforzano …

(interventi fuori microfono)

Fabrizio CESETTI Voi dovete smettere di dire quello che abbiamo fatto noi, perché quello che abbiamo fatto noi non assolve i suoi peccati, Consigliere Rossi, non la purifica perché lei è stato contaminato dalle lobby dei tartufai e mi fa strano perché, lei che ha una storia di indipendenza affermata, ma non praticata, anche politica, si piega a quella volontà e piega il suo ruolo istituzionale di relatore in Commissione. Mi meraviglio e sa quanto la stimi e le voglia bene, siamo amici. Le fa male tutto questo, ha la possibilità di emendarsi perché, Consigliere Rossi, è un peccato istituzionale per un uomo politico stare al soldo del consenso, per un uomo politico è un peccato istituzionale stare al soldo del consenso delle lobby, si ricordi queste parole, oggi ha la possibilità di emendare ai suoi peccati, lo può fare votando l’ordine del giorno a prima firma del Consigliere Carancini e poi del Consigliere Cesetti.
Che cosa diciamo? Di ripristinare semplicemente ciò che ha fatto la Giunta, non diciamo ciò che ha fatto il PD, lo ha fatto la Giunta, la proposta è della Giunta, quindi togliamo la parola “decentrata”, che fa male soprattutto a voi, ma vi rendete conto?
Il Consigliere Marinangeli è andato via, forse perché, ripeto, sono cose che lui non vuole neanche ascoltare, ma è una cosa medievale, come è medievale non resistere alle lobby.
Chiedo fin d’ora al mio gruppo, è una richiesta che in un caso del genere è quasi una questione di coscienza tanto è grave questa cosa, che si approvi l'emendamento dei Consiglieri Carancini e Cesetti, altrimenti io voto contro la legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. A me viene da ridere, innanzitutto non vedo cosa centrino i tartufai con il centro di tartuficoltura, evidentemente l'esimio Consigliere Cesetti non sa nemmeno la distinzione, non c’entrano assolutamente niente i tartufai con il centro di tartuficoltura …

(interventi fuori microfono)

Giacomo ROSSI. Non c’entra perché per i tartufai non cambia qualcosa, i tartufai con il centro di tartuficoltura non c’entrano niente.
Parlando di lobby, io sono stato tirato in ballo dal Consigliere Biancani, è lui che con un articolo sul Resto del Carlino accusava noi di aver inserito il centro di Amandola, voi avete governato per 30 anni e questo centro non l’avete mai previsto ed ora venite qui e vi scandalizzate che l’abbiamo introdotto e che abbiamo aggiunto la parola “decentrata”, per il semplice motivo che il centro di Sant'Angelo in Vado, chiedo qui l’attenzione dei colleghi, ha una primogenitura, ha un'importanza fondamentale principale anche perché, come ha detto il Consigliere Biancani, è l'unico centro riconosciuto dal Ministero, quindi si parla di decentramento proprio per questo motivo, e, sempre come ha detto il Consigliere Biancani, il problema non è tanto Sant'Angelo in Vado o Amandola, la question riguarda le risorse, l'organizzazione di questi centri.
Per la prima volta da quando è stata fatta la legge l’abbiamo inserito. Voi ci sguazzate con i giochi di parole, tanto che domani troveremo sui giornali, quelli dal Cesano in su, che il Consigliere Biancani ha detto che è stato inserito il centro di Amandola, e dal Cesano in giù, con il gioco delle due carte, direte che è stato scritto “decentrato”, i cittadini capiscono bene che non si possono piegare a queste logiche dell’azzeccagarbugli, le logiche della discussione di bassa lega.
Tra l’altro sono state dette anche delle cose, che il centro di Sant'Angelo in Vado avrebbe operato sul bordo del precipizio, insieme al Consigliere Biancani andrò a riferire quello che il Partito Democratico ha detto e cioè che il centro di Sant’Angelo in Vado opera sul bordo del precipizio, quando in questi anni ha fatto tanto lavoro relativo alla ricerca sulla tartuficoltura, che nulla c'entra con i tartufai.
Sono figlio di un tartufaio, conosco i tartufi, in merito non parlo a vanvera, su altre cose posso anche parlare a vanvera però su questo, se permette, Consigliere Cesetti, ne so un tantino, anche se sono più giovane e meno autorevole di lei, più di lei tanto che le dico che non c’è nessuna attinenza con il centro di tartuficoltura e con i cavatori di tartufi, non capisco quali lobby mi avrebbero preso per la giacchetta. Questo mi fa ridere.
Da una parte c’è il Consigliere Biancani che si smentisce, che vota l’ordine del giorno e poi vota contro, un PD che non ha mai inserito Amandola e adesso si scandalizza perché noi diciamo che è decentrato, una parte del territorio dice una cosa e voi ne dite un’altra, noi invece che siamo una maggioranza seria abbiamo inserito Amandola e abbiamo messo questa piccola specifica sensata, di senso. Invito i Consiglieri della maggioranza, a chi avesse dei dubbi, a non cadere in questi tranelli perché questa è come le favolette che ci raccontavano, loro credo ancora che cittadini ascoltino le favolette, d’altra parte provengono da una tradizione politica dove per 60 anni hanno fatto credere che l’Unione Sovietica fosse il paradiso degli operai.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Non la voglio fare lunga, però chiedo una cosa: dove sta il fatto personale?

PRESIDENTE. Nell’attribuzione di essere un lobbista.

Fabrizio Cesetti. Il lobbismo tra l’altro è pure ammissibile, qual è il problema? Che ci sia la lobby dei tartufai è notorio, premetto che a me il tartufo neanche piace, posso avere anche qualche difetto, non mi piace il tartufo!
Caro Consigliere Rossi, voglio semplicemente dire questo, io non faccio l'azzeccagarbugli, come si dice, e quando lo faccio riesco a dare non con le mie capacità, ma con la forza delle mie argomentazioni, che sono in questo caso per il centro di Amandola, anche dignità a quel ruolo perché c'è la forza della ragione, delle argomentazioni.
Ho citato prima, ad esempio, la rassegna stampa del 28 novembre, il tema è uno solo, Consigliere Rossi, ripeto, lei non si può assolvere con quello che abbiamo fatto o non abbiamo fatto noi, vada a vedere quello che ho fatto per Amandola da Presidente della Provincia, vada a chiedere ad Amandola, vada a chiedere quello che ho fatto dopo aver cessato di essere il Presidente della Provincia ed ho iniziato a fare l’Assessore, con me all’Assessorato agricoltura c’era l’Assessore Casini, andate a vedere quello che ha fatto il Consigliere Cesetti come Presidente della Provincia e quello che ha fatto l’Assessore Casini successivamente.
Quelli che c'erano prima, non dica 20 anni, non hanno fatto nulla, sono riusciti perfino, quelli prima di noi, di cui io non rivendico nulla, a fare tre aree interne, meno quella di Amandola, invece noi come Giunta abbiamo fatto l’area interna dell’Appennino alto fermano, anche con i Comuni di Amandola, Montefortino, eccetera. L’abbiamo fatta noi perché era stata lasciata da parte, ricordo bene, dalla Giunta Spacca e dall’allora Assessore competente. Sapete che la memoria è un mio forte, ricordo tutto perché l’ho vissuto, lei non può confondere le acque perché inserire Amandola in modo paritario, con una sua autonomia, è nella proposta della Giunta Acquaroli, voi invece l’avete cassata e avete scritto “decentrata”. La parola decentrata è una vergogna quando si vuole dare autonomia, perché qui stiamo parlando di dare autonomia, è un centro, si dà autonomia, e il decentramento è l’antitesi, è la morte dell’autonomia e quando non si vuole dare l’autonomia si fa la sezione distaccata, quando si vuole occupare un territorio a vantaggio di un altro ed a suo danno si fa la sezione decentrata. La differenza che passa con la sezione distaccata è una parvenza di autonomia, la sezione decentrata è l'occupazione di un territorio, Consigliere Rossi, questo è, porterà sulla coscienza istituzionale tutto questo ed io voto contro se non votate l’emendamento del Consigliere Carancini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. i Consiglieri Rossi e Cesetti, con il siparietto simpaticissimo tra loro, sono stati capaci di alleggerire il Consiglio, fate più spesso queste diatribe, il tema riguarda il tartufo, magari quando si parla di sanità è più faticoso essere leggeri.
L'Assessore Antonini mi ha delegato più volte ultimamente nelle varie iniziative territoriali sul tartufo, vorrei soprattutto a lui ricordare che il territorio vorrebbe, al di là delle leggi che facciamo più o meno pregnianti, la convocazione del tavolo di filiera perché ci sono diverse associazioni locali che si intendono di questa materia. Magari noi ne parliamo in maniera molto più leggera, ma le associazioni sul territorio, che si occupano di tartuficoltura, vorrebbero che il tavolo finalmente venga convocato dato che avrebbero diverse proposte, diversi progetti, che si potrebbero prendere in seria considerazione, soprattutto nella produzione del tartufo bianco. Si riesce a produrre più o meno e con importanza il tartufo nero, ma la produzione del tartufo bianco è estremamente difficile e proprio in quel settore certe associazioni potrebbero avere delle proposte e dei progetti per dare una mano, specialmente in un momento in cui, grazie anche a queste stagioni molto siccitose, il tartufo diventa palesemente insufficiente rispetto alle richieste.
La tartuficoltura è importante, in particolare la produzione del tartufo bianco, questo voglio segnalare all’Assessore, forse è il momento di scendere in campo e di passare al pratico, ascoltando soprattutto gli operatori e le associazioni del territorio, che si occupano di questo tema perché potrebbero darci un grande aiuto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Buonasera a tutti. Innanzitutto ringrazio il Consiglio per il dibattito e la Commissione per la legge così modificata in moltissimi dei sui punti, condivisibile, adesso abbiamo focalizzato l'attenzione su questo aspetto.
Ritornando velocemente sull’impianto generale del provvedimento, sulle considerazioni fatte e sulle proposte della Commissione e della Giunta, tra le quali la modifica di alcuni aspetti del tavolo, a cui ha fatto riferimento il Consigliere Cancellieri, che determina, adesso sì, la possibilità, l’opportunità di convocare il tavolo quanto prima. Avrei voluto annunciarlo lunedì prossimo a Pergola in un confronto organizzato dall'amministrazione locale, in cui ci saranno diversi protagonisti, anzi invito tutti i presenti, dato che oggi si parla di tartufi, magari raccogliamo l'invito del Consigliere Cancellieri, e chi è in zona a venire a Pergola, ci saranno Sindaci, produttori, trasformatori, esperti del settore, sarà un pomeriggio dedicato al tartufo. In quell’occasione avrei annunciato, ma lo faccio qui in anteprima, la convocazione del tavolo entro la fine dell’anno. I presupposti ci sono perché si approva questa legge che modifica la composizione del tavolo, che aveva inizialmente creato qualche malumore perché c'erano delle assenze, adesso la situazione si è ristabilita nella sua perfetta coerenza.
Non possono non dire due parole sulla questione del centro di sperimentazione tartuficoltura di Sant'Angelo in Vado e di Amandola, scusate, senza offendere nessuno, credo che sia un falso problema, perché dico questo? In generale, punto primo, perché non è che la Regione stabilisce in maniera chiara, perentoria, definitiva, che lì ci va un centro e lì ce ne va un altro, è più che altro un nome che noi diamo, che dà prestigio ad un centro come quello di Amandola, che di fatto esiste da alcuni anni.
Non è stata una decisione della Regione, in quanto Giunta o Consiglieri regionali, ma di iniziative dal punto di vista scientifico dell’ex Assam, attuale Amap, nel senso che sono ormai 5, 6 anni che ad Amandola c’è una produzione di piantine micorizzate adatte per la coltivazione del tartufo. Di fatto non è la Regione che decide dove va un centro di sperimentazione, è una consuetudine e l’Amap ha deciso in maniera anche condivisibile, secondo me. Voi sapete che nelle Marche abbiamo quattro centri di produzione di tartufi, con serre, dove l’Amap, ex Assam, fa queste produzioni, sono a: Senigallia, Macerata, Amandola e Sant'Angelo in Vado. Sant’Angelo in Vado è sempre stato riconosciuto dal Ministero, ormai da 50, 60 anni, come centro regionale della tartuficoltura. Attenzione, questo voglio dire, se viene anche individuato, non dalla Regione, non è che si mette la targa con scritto “qui c’è il centro, qui non c’è”, sono due situazioni indipendenti e autonome ed anche il discorso decentrato o non decentrato è un falso problema, perché decentrato è un aggettivo, che prevede di fatto una funzione che viene in qualche modo delegata fuori dal centro iniziale, in questo caso è una funzione autonoma. Voglio rispondere al Consigliere Cesetti, non si va a togliere o dare meno autonomia, già l’autonomia esiste, Amandola ha già la sua autonomia da diversi anni, forse nessuno se ne era accorto, da 5/6 anni Amandola fa sperimentazione di piantine micorizzate per la coltivazione del tartufo, è un dato di fatto.
Chiamarlo centro sperimentale di tartuficoltura decentrato non decentrato è un riconoscimento di prestigio? Potrebbe anche essere, però vi assicuro che non è la questione più importante e, senza offendere nessuno, dedicare una discussione così ampia solamente a una denominazione, che poi non è legata neanche al ragionamento del tartufo e della sua valorizzazione … Anche qui bisogna distinguere le cose, un conto è la coltivazione, la cavatura, la tartuficoltura, un conto è il lavoro che alcune città, anche a prescindere da una capacità o meno di produzione del tartufo, hanno fatto sulla promozione del tartufo. E’ una cosa diversa. Sappiamo che nella zona del pesarese, dell’urbinate, tra Acqualagna, Sant'Angelo in Vado, Apecchio, Pergola, c’è una discussione in merito a dove ci sono più tartufi, ma è oggettivo che Acqualagna da un punto di vista di immagine ormai da anni ha una propria e chiara centralità a livello nazionale, tant’è che si parla di tartufo bianco di Acqualagna come denominazione ben specifica, ma non è che Acqualagna raccoglie tutta la produzione di tartufo bianco e non c’è a Pergola o ad Amandola, in cui si trova tantissimo tartufo bianco.
Per ricapitolare, distinguiamo tutti i vari processi. Un conto è il centro di tartuficoltura che è un qualcosa legato alle sperimentazioni dell’Amap, Assam, che prescinde anche dalle leggi regionali. Se vogliamo mettere quel nome o quell’altro, per me, lo dico chiaramente, si può mettere decentrato, oppure non si può mettere, si può mettere centro Amandola insieme a Sant’Angelo in Vado, cambia ben poco perché ormai lì si fa la stessa identica cosa che si fa a Sant'Angelo in Vado, con la stessa produzione, è uguale, non cambia niente, non ci sono spese in più. Voglio essere chiaro, non è che la Regione con questa legge dà dei fondi in più, una percentuale dei fondi, come voi sapete, va per la sperimentazione all’ex Assam, Amap, e viene investita per tutti e quattro i vivai, in maniera equa, con decisioni autonome dell’Assam. Non è che la Regione dice questa è la somma e magari decide che il 90% va a Sant'Angelo in Vado, il 15% di qua e il 20% di là, è l’Amap che fa delle scelte interne di politica di sperimentazione legate alla biodiversità, alla differenziazione delle varie colture, fa le proprie scelte dicendo: “Qui ad Amandola le piantine micorizzate rispondono meglio perché c'è un microclima, c’è un sistema della terra diverso da Senigallia”, che è nella logica perché il tartufo a Senigallia non ha quelle condizioni di umidità o altro, quindi è normale che si investa su Amandola.
La tartuficoltura prescinde dalle nostre indicazioni come Regione e dai nostri fondi, è una strada a parte.
Poi c’è il percorso legato alla valorizzazione ed alla promozione, questo sì, noi possiamo fare molto come Regione, credo che questo sia un obiettivo che dobbiamo perseguire insieme perché ormai è chiaro che il tartufo è una eccellenza delle Marche, che deve essere legata a tutto il territorio, non solo geografico, anche attraverso altre iniziative che possono riguardare la gastronomia, il turismo. Per alcuni luoghi e per tratti del nostro entroterra è un elemento fondamentale nella promozione di tutto il territorio, non è solo il prodotto tartufo e chi lo lavora, il cavatore, quello che ha la tartufaia, il commerciante, il trasformatore, ma ormai questo frutto della terra traina in alcune zone una piccola e media economia.
Su questo dobbiamo lavorare molto e la legge è, così come la Commissione l’ha modificata, un ottimo strumento di partenza. Il Tavolo lo convocheremo presto e sarà un importante punto di confronto.
Credo che il discorso sul centro di sperimentazione di tartuficoltura sia un falso problema e se ne facciamo una questione di nord e sud, di sud e nord non diamo dignità anche al nostro lavoro di Consiglieri delle Marche, di una unica regione. Poi è normale che ci possono essere delle attenzioni alle porzioni di territorio da cui proveniamo, però vi assicuro non è questo il tema di scontro, non stiamo parlando di mettere milioni di euro per la promozione del tartufo di Acqualagna o 3 milioni per la promozione del tartufo di Amandola, stiamo parlando di chiamare il centro tartuficoltura di Amandola decentrato o non decentrato, qualcosa che di fatto già è e se appiccichiamo quella targhetta non leviamo mercato a qualcuno.
Per essere chiaro, è un falso problema da qualsiasi punto lo si guardi e qualsiasi cosa decidete dico che non cambierà niente perché Sant’Angelo in Vado continuerà ad avere il suo centro di sperimentazione di tartuficoltura e Amandola continuerà ad avere il proprio.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Molto bene, Assessore, quindi lasciamo la proposta della Giunta ed esisterà un centro sperimentale con due sedi, entrambe hanno fatto sperimentazione.
Mi permetto di dire, avendo ricoperto il ruolo per oltre cinque anni, quello che lei ricopre da pochi giorni, che la Regione Marche con il Psr ha investito tantissimo nella sperimentazione sia nel centro di Amandola che in quello di Sant'Angelo in Vado. Non è noto quello di Amandola per le piantine micorizzate, che sono decenni che vengono prodotte, ma ha creato dei particolari vasi, che ha sperimentato insieme ad alcuni cavatori, che sono biodegradabili e consentono di non dover strapiantare le piante una volta che sono state messe sul terreno. Il centro di Amandola ha fatto un salto importante sia perché ha avuto a disposizione risorse da poter investire, sia grazie al poco personale che c'è.
Vorrei dire al Consigliere Rossi che non è che facendo una legge si riesce a creare un centro sperimentale, chi c'era prima di me …, non glielo voglio dire, ma posso dirle, per esempio, di chiedere all’attuale Presidente della Commissione Agricoltura, che è stato sempre un devoto del Presidente Spacca, ed oggi a maggior ragione, cosa pensa del tartufo. Certo, non lo può chiedere a me che con l’ex Presidente Spacca non ho avuto nessun tipo di rapporto, le posso dire però quello che abbiamo fatto.
Vedendo che c'era una particolare predisposizione del vivaio di Amandola, anche dal punto di vista del personale, si è molto investito ed il personale ha fatto un grandissimo lavoro, che altro si è fatto? Si è investito sul tartufo, non so se tutti sanno che il tartufo coltivato è soltanto il nero perché il bianco è troppo snob per essere coltivato, ci sono alcuni esperimenti, pochissimi e rari. Il tartufo bianco è un indicatore di qualità ambientale, nasce soltanto in taluni contesti che hanno un clima specifico, una purezza dell’aria e dell’ambiente peculiare ed in questo momento con i cambiamenti climatici … Per esempio, la quota in cui viene trovato il tartufo dai cavatori e non dai tartuficultori - che dovrebbero essere in teoria due cose diverse anche se molto spesso sono la stessa cosa perché il tartuficoltore che coltiva il nero pregiato o piuttosto lo scorzone è un appassionato di bianco, è un maniaco del bianco, quindi va a cercarlo e a cavarlo, normalmente – si sta alzando, il livello di altitudine, perché il caldo sta modificando il microclima.
Rispetto ai cavatori ed alla qualità dei cavatori, dico per esempio che a Roccafluvione c’è un cavatore che ha un negozio a New York e c’è un metodo di coltivazione, di questo che l’ha inventato nella piantumazione, che in Francia si chiama Angelozzi. Magari questa è una cosa che qualcuno potrebbe tenere in considerazione, ma non per questo mi è mai venuto in mente di dire di mettere un centro a Roccafluvione, piuttosto che a Force.
Assessore Antonini, ho scoperto che l’area del tartufo bianco è nel sud delle Marche proprio al centro di Sant'Angelo in Vado, in cui c’è una bella planimetria delle Marche e ci sono le aree separate del tartufo bianco, del tartufo nero e dello scorzone. Lì appena insediata ho scoperto che il tartufo bianco viene trovato, perché non si coltiva, maggiormente nelle aree delle basse Marche che nelle alte Marche, questo è dimostrato, poi le alte Marche hanno fatto un lavoro grandissimo. Mio nonno era nativo vadese, nato a Sant’Angelo in Vado, era cavatore, mai mi metterei contro Sant’Angelo in Vado sul quale abbiamo investito tantissimo, e mando un saluto all’allora Sindaco con il quale abbiamo fatto tantissime iniziative sul tartufo perché le Marche sono l’unica regione al mondo che ha il tartufo tutto l’anno, tutti i tipi di tartufo e dovremmo sfruttare questa opportunità, non andando a guardare, come si fa per esempio nel pesarese, il tartufo di Pergola è meglio del tartufo di Acqualagna, piuttosto che di quello di Sant'Angelo in Vado. Non è questo.
Se riuscissimo a fare, cosa che ho tentato, ma non è stato e non è affatto facile, il tavolo vedrete i problemi che ci saranno soltanto sulle rappresentanze. E’ un mondo molto difficile perché non possiamo nascondere che molto del bianco è sommerso, molto del bianco, dico io, è nero, e non si sa dove va a finire perché non è detto che si venda nelle Marche. E’ un tema molto importante, come è rilevante tutto quello che riguarda la trasformazione, un conto è trasformare il tartufo e usare solo il tartufo, un conto sono le salse tartufate, che sono la rovina della qualità delle nostre pietanze e delle nostre lavorazioni.
C'è tutta una filiera da mettere in piedi ed il cavatore che non è propenso a inserirsi in una filiera, perché non ha interesse, deve essere convinto che c’è convenienza, mentre il trasformatore che usa le salse dovrebbe convincersi che non c’è un vantaggio a fare la salsa tartufata che viene venduta nelle pizzerie, che non dà un valore aggiunto alla nostra regione. Penso che dovremo partire dal valore aggiunto per la nostra regione e il tartufo è un valore aggiunto per le Marche.
Amandola, “Diamanti a tavola” ritengo che sia un'iniziativa che è stata ed è conosciuta in tutto il mondo, XY che è il più grande cuoco del mondo è ospite della manifestazione tutti gli anni, questo per dire che è conosciuto il tartufo bianco di Amandola, è conosciuto il lavoro che lì si sta facendo e credo che sarebbe giusto, anche per tutto il lavoro che è stato fatto da quei dipendenti che hanno lavorato male perché le risorse sono state e sono ancora poche … Chiedo all'Assessore di continuare ad ascoltarli e di continuare ad investire perché il tartufo è un mondo grandissimo e diventa anche dal punto di vista turistico/ricettivo un valore aggiunto e sarebbe bello, come ha proposto la Giunta, lasciare entrambe le sedi perché una ce l’ha storicamente e l’altra se l’è meritata in questi anni, secondo me.
Un’altra cosa che mi dispiace è che questa legge mi piace molto poco, sia priva di risorse economiche perché è vero che ci saranno le risorse del nuovo Piano di sviluppo rurale, dove sulla sperimentazione si potrà lavorare, Assam ha sempre lavorato anche con i vivai, con la vendita e con il lavoro sulle specie autoctone, lavoro grande come la raccolta e la conservazione dei semi, del germoplasma, eccetera, però sarebbe stato fondamentale inserire delle risorse almeno per la formazione del tavolo e per cominciare a lavorare, per arrivare ad un obiettivo che sia delle Marche.
Non ritengo che ci faccia bene stare a rivendicare la denominazione di origine, che mai potremo ottenere per un toponimo piuttosto che un altro. Credo, invece, che dovremmo puntare a fare di tutti i tartufi, i tartufi delle Marche, perché la competizione non è soltanto marchigiana o italiana, la competizione è nel mondo ed i Paesi dell’est stanno piantando tartufo e sinceramente non è facile riconoscerlo come qualità, non possiamo neanche smusare perché gli esperti dicono che è difficile riconoscere un tartufo nero pregiato coltivato nelle nostre terre da uno dei Paesi dell'est o in Francia, gli stessi francesi sono molto preoccupati, anche in Spagna si stanno facendo impianti di tartufaie importanti. Per dirvi una cifra, c’è un tartuficoltore di Roccafluvione che ha oltre 35 ettari di tartufaie, parliamo non di piccole cose, ed ha un negozio a New York, in pieno centro, e queste persone portano in giro per il mondo, per esempio a Tokyo, le valigette con dentro i tartufi per gli chef stellati del mondo.
Presumo che su questo bisognerebbe puntare, nel dire che noi Marche abbiamo tutti i tartufi: il bianco, il nero e lo scorzone, che ha una sua grandissima dignità, che gli chef cucinano mirabilmente, questo dovremmo farlo diventare un nostro punto di forza e secondo me bisognerebbe puntarci.
La legge non mi piace per questo motivo, è riduttiva rispetto al ragionamento che spero si voglia fare e mette in competizione due territori che dovrebbero andare a braccetto. Mi sento anche un po’ in difficoltà, ripeto, avendo una parte della famiglia vadese ed una parte della famiglia ascolana.
Utilizzo l'ultimo minuto per raccontare una cosa, i miei nonni fecero portare a mia madre una vaschettina di tartufi nel Piceno, figuriamoci, negli anni ’40 lei era una ragazzina e si vergognava come una bestia per la puzza che questi tartufi bianchi emanavano, non ha mangiato tartufo per gran parte della sua vita perché per lei era stato un disonore fare quel viaggio con la puzza di tartufo, questo perché il prodotto non era compreso.
Dico è una grande opportunità a prescindere dalle posizioni sia geografiche che politiche, lavoriamoci tutti e superiamo questa fase cercando almeno di dare pari dignità dei due territori perché è vero, come ha detto l'Assessore Antonini, che è poco significativo il nome, ma poi non lo è, quando su un'etichetta puoi mettere che si è fatto un progetto con un centro di tartuficoltura, quello è un valore aggiunto che in etichetta o nel territorio può essere utilizzato, quindi, non sottovaluterei tanto il fatto e dire che è soltanto il nome, non è soltanto il nome e più del nome devo dire che Amandola sinceramente se l’è proprio guadagnato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Brevemente per dire che la nostra regione risente del plurale, le Marche sono l’unica regione italiana plurale, come tutti sappiamo, non è l’Abruzzo, il Lazio, la Lombardia, il Veneto, la Calabria, o la Sicilia. Ttutti sappiamo quanto pesa la pluralità nella capacità di gestire un partito. Quando un partito è troppo plurale, ci sono troppi gruppi, è un disastro perché ne risente la compattezza e in realtà le Marche devo fare di necessità virtù. Sono plurali, sono tanto diverse, che c’entra il Piceno con il Montefeltro, per dire, parlano lingue diverse, non voglio dire che non si capiscono perché oggi tutti parliamo l’italiano, ma forse all’epoca dell’unità d’Italia neanche si capivano, il Montefeltro parlava bene con il romagnolo e il Piceno parlava bene con Civitella del Tronto o con Teramo.
Proprio perché hanno questa pluralità di particolari che oggi le Marche hanno una ricchezza fortissima, in questo caso il fatto avere il tartufo bianco e nero non è una divaricazione, può essere invece un'offerta che può durare tutto l'anno, anche se poi tutti sanno che il tartufo buono è quello stagionale, che ha più sapore, che assorbe dal terreno più sali minerali e che va di più sul mercato.
Inizialmente si conosceva solo il tartufo marchigiano di Acqualagna e quello piemontese di Alba, in Italia non si conosceva altro, devo dire che la pluralità dell’informazione e soprattutto alcuni grandi cuochi hanno fatto conoscere il tartufo e l’hanno lanciato nel mondo e l’hanno fatto scoprire anche di più bassa qualità. Mi dicono, non so se sia vero, che una parte del tartufo che va nei ristoranti non delle Marche o del Piemonte, ma in giro per l’Italia, proviene dalla Romania in cui ci sono delle coltivazioni, ma viene spacciato per nostrano.
Noi dobbiamo tutelare il tartufo, siamo consapevoli che è un prodotto naturale, che viene dalla natura, ed è difficile riuscire a marcarlo nella sua filiera perché c'è una dispersione notevole, c'è un mercato sotterraneo, in questo caso ha ragione la Consigliera Casini. Ci sono una serie di produttori che producono in nero, nel senso che escono dal mercato trasparente dei commercianti e e dei grossisti che sono rilevabili, poi ci sono tantissime persone. A me è capitato un po’ di tempo fa una cosa che mi ha colpito molto, una persona del pesarese, capita nella politica, ha chiesto di trovarle lavoro ed io le ho segnalato una serie di cose, però mi ha detto: “No, ci sono periodi che faccio i tartufi e guadagno molto di più”, quindi voleva un’attività che durasse solo alcune ore e solo in alcuni periodi dell’anno perché l’altra parte dell’anno aveva un’attività completamente opaca, andava nel territorio a raccogliere i tartufi, in fondo faceva girare l'economia, compra auto, fa vacanze, alla fine l’economia si avvale di tante cose.
Tornando alla legge, che è quella che ci interessa, dobbiamo avere un’idea dei marchigiani, siamo l’Assemblea marchigiana che deve guardare con lo stesso occhio positivo al sud e al nord delle Marche, non mortificando quelli che sono stati gli iniziatori, perché poi nelle Marche il tartufo in effetti nasce nel pesarese, nel Montefeltro, come prodotto commercializzato e non solo come prodotto locale, particolare, poi contagia anche l'immaginazione, la genialità di altre zone, in cui c’è un altro tipo di tartufo, ugualmente di valore, anche se i periodi dell’anno sono diversi, il tipo di qualità è diversa, però ci sta che tutto questo sia valorizzato.
L’idea delle Marche che ho …, ovviamente sono fantasie, però i sogni, che poi diventano veri, sono le cose più importanti, sono quelli che muovono le cose, gli inventori non cominciano dalla ricerca, cominciano da un sogno e poi a sperimentare, a provare e via di seguito e quel sogno magari diventa realtà, questo dal computer a Leonardo da Vinci, che pensò al sommergibile ed all’elicottero cinquecento anni fa, era solo una fantasia, però poi divennnero concrete.
Il mio sogno è che le Marche diventino il nuovo Chianti, un'area conosciuta nel mondo, il Chianti gareggia con lo champagne della Francia o con i vini rossi. La nostra regione lo può diventare perché abbiamo dei vini caratteristici, che ormai sono premiati nel mondo, con delle produzioni di nicchia, di grande valore, un pesce particolare che vale, il pesce dell’Adriatico se portato sul mercato di Parigi, nei migliori ristoranti di Parigi o di Londra, viene completamente assorbito. Noi dobbiamo riuscire a creare questo modello, in cui c'è posto per il tartufo e per le varie produzione e dobbiamo avere l’idea di valorizzarle tutte.
Questa legge, secondo me, tutto sommato, è un buon punto di equilibrio, c’è un centro sperimentale che nasce a Sant’Angelo in Vado, che ha radici, esperienza ed anche una storia molto lunga, ma può esserci anche una sede decentrata che fa altre cose, poi chiaramente c’è il problema delle risorse, del personale, della competizione, che talvolta è in sinergia ed altre volte in contrasto, però sarà l’Assessorato a governarla, soprattutto quest'idea che le Marche … A me per esempio ha molto rattristato quando alcuni Comuni marchigiani se ne andarono dalla nostra regione, San Leo ed altri, erano pezzi di Marche, autentici e se noi andiamo a cercare … Prima stavo parlando con un esperto nazionale e non solo di turismo, insegna alla Louis, e mi ha detto che noi dobbiamo raccontare la storia, che ovviamente è attrattiva, ad esempio noi abbiamo Leopardi, Rossini, Beniamino Gigli , Federico II, che è nato a Jesi, sul quale mi piacerebbe tantissimo un progetto bellissimo con la Baviera. Questa famiglia viene dalla Baviera e Federico II di Svevia nasce a Jesi e c’è dentro una storia importantissima.
Noi dobbiamo riuscire a creare queste sinergie, io ho un sogno, prima ho letto un articolo dell'enologo più noto della regione che diceva che bisogna mettere insieme i territori, le nostre produzioni, non quelle generalizzate, quelle particolari, anche se sono in piccola quantità e non fanno grandi quote di mercato. Ad esempio il polo dello spumante è una cosa che deve uscir fuori, i personaggi della nostra regione … Ho detto prima perché ero triste, perché San Leo ha dietro di sé Cagliostro con una storia, una leggenda che è molto attrattiva, anche se l’uomo è opaco. Aver perso San Leo e le torri della fortezza dei Malatesta è stato un errore gravissimo della nostra Regione, non aver resistito per ripicche territoriali locali perché bisognava capire se faceva più male alla sinistra o all’opposizione. Hanno sbagliato tutti, secondo me, è un vero rincrescimento questo, e dovremo cercare di riportare quei Comuni da noi, ovviamente con la seduzione, dicendo che è più rilevante stare qua.
Dobbiamo fare delle produzioni particolari, tipo il tartufo, un biglietto da visita. Uno dei più grandi cuochi del mondo, quello che ha cucinato per la Regina Elisabetta e per tante altre Corti e Presidenti, di origine austriaca, anche se italiano, cittadino italiano, è venuto qualche mese fa ad Acqualagna e lui è uno che girando nella élite del mondo costruisce l’immagine di una regione, che è quella che dobbiamo rivendicare.
Le Marche sono state una grande regione, sono state l’unico porto dello Stato Pontificio, Vanvitelli era un architetto olandese, che venne a Roma a lavorare per il Papa e poi in Ancona, nella quale ha fatto delle cose che sono di grande rilievo. Noi dobbiamo essere orgogliosi e credere in queste cose, tra queste il tartufo, che può essere un biglietto da visita fondamentale.
Non voglio tediare la Consigliera Casini, che oggi mi ha onorato citandomi in positivo, finisce tutto nel cervello e nel cervello c'è il centro della gratificazione, che è il cervello antico, quello rettiliano, e se lo gratifichi non solo vedi bene la regione, ma essendo gratificata con messaggi percettivi impropri la persona va via tutta contenta, magari perché ha mangiato bene, è arrivato alla qualità, in questo caso del tartufo, in quel centro del cervello rettiliano che sarebbe il cervello modesto, quello mediocre, rispetto al cervello superiore che è quello dei principi associativi.
Chiudo dicendo che questa complessivamente è una buona legge e la votiamo con soddisfazione, l’abbiamo seguita ed il Presidente della Commisisone Putzu me l’ha illustrata più volte.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Sarò telegrafico. Tornando al discorso del centro, bene ha detto l'Assessore Antonini, che quello che è stato posto è un falso problema, un problema di lana caprina, come si suol dire, i veri problemi del tartufo sono, come ha detto l’Assessore, riunire il tavolo della filiera, posticipare l'apertura e la chiusura del tartufo, mappare e tutelare i terreni tartufigeni, rivedere le quote di raccolta e la relativa redistribuzione sul territorio, dare più risorse e riorganizzare entrambi i centri di tartuficoltura, la lotta alla contraffazione, ne parlava prima la Consigliera Casini, la necessità di fare bandi adeguati sulla tartuficoltura. Queste sono le vere difficoltà del tartufo che dovremo affrontare nel tavolo di filiera del tartufo, con una nuova disposizione legislativa che non può più aspettare.
Sono queste le problematiche, non l’inserimento del termine “decentrato” per il centro di Amandola, che comunque, ripeto, per la prima volta viene inserito in una legge. Se non capite che i problemi del tartufo sono questi, significa che di tartufo, caro Consigliere Cesetti, non ne capite un tubero ipogeo. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Sull’articolo 1 noi voteremo a favore, come avremmo voluto votare a favore di tutta la legge. Io di tartufo non ci devo capire, non mi piace, io devo capire coloro che vivono del tartufo, che lo promuovono e devo capire come nella mia attività politica e istituzionale possa dare una mano affinché questa attività pregiata, che valorizza tra l'altro la nostra regione e i nostri territori, possa dispiegarsi al meglio.
Questo devo capire, perché non sono qui per fare del bene a qualcuno di parte, io faccio politica e mi occupo di istituzioni, Consigliere Rossi, questo devo capire.
E’ il relatore, in questo caso il Consigliere Rossi, ma senza voler dialogare tra di noi, infatti parlo del relatore in modo impersonale, che è schiacciato all'evidenza sulle esigenze dei tartufai, è così, se come dice lui non c'entra nulla la sede perché è stata inserita la parola decentrata? Togliamola.
Le considerazioni che poc'anzi ha fatto l’Assessore Antonini, pensavo che si concludessero nel ribadire la volontà della Giunta, io quello ho capito, lo ha detto bene la Consigliera Casini, togliendo con un emendamento la parola “decentrata”, ripristinando il testo originario voluto dalla Giunta, perché quello è giusto.
Poi dirò, dato che ho finito il tempo, che cos'è il decentramento. Non è che noi parliamo ad una parte del territorio, noi parliamo a tutta la regione, sempre, perché come Consiglieri regionali rappresentiamo la regione, esercitiamo il nostro ruolo senza vincolo di mandato, però abbiamo il dovere di guardare a tutto il territorio regionale e se cominciamo a separare i territori facciamo qualcosa di negativo ed è quello che voi fate inserendo questa parola, voi separate dei territori, non li unite. Poi dirò al Consigliere Rossi cosa significa la parola “decentrato”, se non sono stato ancora chiaro.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Anche questo articolo, che mette la parola “unione” anziché “comunità”, è giusto e noi votiamo a favore perché teniamo a questa legge, la vorremmo sostenere, però una norma deve essere giusta e mai di parte. Adesso vi aspettiamo al varco dell'articolo 3.

PRESIDENTE. Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. E’ un emendamento molto semplice, il contenuto è stato presentato in sede di discussione generale e mira alla soppressione della parola “decentrata” al comma 2 dell'articolo 3, che riporterebbe evidentemente la profilazione alla stessa previsione che nelle Marche le sedi sono a Sant'Angelo in Vado ed Amandola. Molto semplice.
Voglio fare solo un piccolo commento rispetto agli interventi, in particolare del Consigliere Rossi, che non è stato capace di dirci perché Amandola non può essere un centro di tartuficoltura riconosciuto dalla Regione, non ce lo ha detto, da parte sua c'è la concessione che prima non c'era ed oggi si scrive “decentrata”. Ritengo che sia una mortificazione nei confronti della Regione nella sua complessità.
Ripenso al primo degli interventi del Consigliere Segretario dell’Aula, ma se non è rilevante, se lo stesso Assessore Antonini dice: “Guardate che è un dato di fatto riconosciuto”, mi fate capire per quale ragione Amandola deve subire questa discriminazione? Ma vi pare normale? Ma come si fa a dire che non è importante individuare un luogo come un centro, ma voi fingere di non capire, fingete di non capire che le economie e la socialità si costruiscono sulla base del valore dei luoghi; poi mi chiedo: a che serviamo noi nella discussione degli ordini del giorno, cosa abbiamo approvato un anno fa? Consigliere Rossi, che cosa abbiamo approvato? Allora non facciamo il Consiglio regionale! Scusatemi, è inutile preparare gli ordini del giorno, non di cinquant'anni fa, di un anno fa, in cui diciamo che riconosciamo tutti quanti Amandola come centro, per quello che l’Assessore Antonini ha detto ed oggi votiamo contro! Faccio un appello al buonsenso da questo punto di vista e chiudo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Consigliere Carancini, si faccia rispondere dal suo collega di partito Consigliere Biancani, le ha risposto lui, ma che teatrino state facendo? A che gioco state giocando? Uno fa il P e l’altro fa il D? PD? A cosa giocate! Si faccia rispondere dal Consigliere Biancani, è la stessa risposta che le ho dato io, perché il centro di Sant’Angelo in Vado ha una primogenitura sui centri di tartuficoltura ed è riconosciuto dal Ministero dell’agricoltura, quindi, per dare il giusto riconoscimento e anche la giusta differenziazione a questi due centri, abbiamo aggiunto questa parola. La polemica l’ha fatta il Consigliere Biancani sul Resto del Carlino, la questione non l’ho tirata fuori io, l’ha tirata fuori lui ed io gli ho risposto.
Il problema non è questo, è la riorganizzazione dei centri e le risorse che vengono impiegate, non è la dicitura. Per la prima volta, questo lo dico ai colleghi di maggioranza, che non si facciano affabulare dal Consigliere Cesetti, da buon avvocato sa parlare meglio di noi agricoltori e contadini, sa raccontare bene e probabilmente qualcuno si sta facendo anche incantare, io no, io ho spiegato che i problemi del tartufo sono altri. Vi abbiamo dato la spiegazione perché abbiamo voluto inserire “decentrato”. Consigliere Carancini, le risposte le chieda al Consigliere Biancani, la P e la D, come sempre. State facendo lo stesso teatrino anche adesso che siete in minoranza, l’avete fatto prima in maggioranza sulla sanità. quando uno diceva una cosa e l’altro si autosospendeva e poi tritavate gli ospedali dei territori; fate gli stessi teatrini di allora su problemi che avete tirato fuori voi.
La risposta se la faccia dare dal Consigliere Biancani, che l’ha già data e che io condivido, però a differenza sua io sono coerente dato che l’ordine del giorno l’ho firmato e sono a favore del riconoscimento di Amandola, però allo stesso tempo abbiamo voluto porre questa differenziazione, a differenza di voi che avete governato per 30 anni e dei sermoni che ha fatto anche la Consigliera Casini, noi l’abbiamo inserito. Consigliere Cesetti, lei era Assessore ed è della provincia di Fermo perché non ha inserito prima Amandola? Di cosa sta parlando, si scandalizza adesso che noi abbiamo inserito il termine “decentrato” e prima no? Per carità, i problemi sono altri, stiamo perdendo tempo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Chiedo, se mi ascolta il mio amico Consigliere Marinangeli.
Parliamo dell’emendamento. Consigliere Rossi, noi non l’abbiamo inserito, lo dico a tutti i colleghi, anziché la parola “decentrata” è meglio non mettere nulla, era meglio come era prima perché “decentrato” non solo è un’umiliazione, ma è l'occupazione di un territorio a vantaggio di un altro.
Io non sto ad affabulare nessuno e qualora ci riuscissi con la forza delle argomentazioni, della ragione, non ci sarebbe nulla di male, magari siete stati voi che vi siete fatti affabulare dalla prepotenza delle lobby.

(interventi fuori microfono)

Fabrizio CESETTI. Anche i compagni migliori, e il Consigliere Biancani lo è, possono sbagliare, ma il Consigliere Biancani non sbaglia, lui abilmente fa quello che crede e guarda caso ha affabulato lei che gli si rivolge e cambia idea. Questo è il tema.
C’è una risoluzione approvata da questa Aula recepita dalla Giunta, che ha parificato Sant’Angelo in Vado con Amandola. E’ significativo non solo perché ha recepito la volontà dell'Assemblea, ma perché la proposta della Giunta di solito, la delibera di Giunta, viene adottata sulla base di una proposta dell'ufficio, del servizio, del dipartimento in questo caso c'è stato anche un vaglio tecnico di fattibilità, che smentisce le vostre argomentazioni dato che quella delibera è stata adottata vista la proposta, visti i pareri di legittimità, di regolarità tecnica e di copertura finanziaria,
Consigliere Carancini, glielo spieghi lei che ha fatto il Sindaco, funziona così. C’è anche il vaglio di fattibilità tecnica che smentisce quello che voi dite perché la parola “decentrato”, Consigliere Rossi, significa: demandato – abbrevio - per l'attuazione a organismi amministrativi periferici, poteri decentrati, quei poteri di Sant'Angelo in Vado che vanno decentrati su Amandola, quindi va ad occupare il territorio di Amandola. Decentrare verbo transitivo, io non affabulo, diciamo che riferisco, basta andare su Wikipedia, decentrare: trasferire funzioni e poteri di carattere politico, amministrativo o organizzativo dagli organi centrali ad istituzioni periferiche, quegli organi centrali di Sant'Angelo in Vado, l’ho detto all’inizio, questo che ho riferito adesso l’ho preso da Wikipedia, basta andare lì è semplice.
Consigliere Marinangeli, non è come dice lei, poi spieghi a quelli di Amandola, casomai ci andiamo insieme. Non dia retta al Consigliere Rossi, dia retta a quello che è scritto su Wikipedia non al Consigliere Cesetti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Quello che immaginavo e sospettavo, l’ho detto nell'intervento, un termine in questo momento ci sta dividendo su un argomento che dovrebbe tenerci tutti legati e uniti.
Detto questo, ribadisco il concetto per cui questa maggioranza ha deciso di valorizzare un'area geografica che finora non era stata presa sufficientemente in considerazione.
Ribaditi questi due aspetti e concetti, credo che sia necessario magari un momento di sospensione, vedere quale potrebbe essere una soluzione che possa condividere e mettere d'accordo tutti su un argomento perché questa legge deve essere votata all'unanimità.
Chiedo cinque minuti di sospensione, un attimo, approfondiamo il tema e vediamo una formula che possa mettere tutti d’accordo. Grazie.

PRESIDENTE Il Consigliere Marinangeli chiede una sospensione di 5 minuti.

La seduta è sospesa alle ore 17,05

La seduta riprende alle ore17,35.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Prego i Consiglieri di riprendere posto in Aula, riprendiamo i lavori del Consiglio regionale.
Subemendamento 3/1/1 (sostitutivo dell'emendamento 3/1) a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Marinangeli, Bilò, Baiocchi, Borroni, Rossi, Assenti, Elezi, Marcozzi: “Il comma 2 dell’articolo 3 della pdl 136 è sostituito da seguente: ‘2. Al comma 1 dell'articolo 4 della legge regionale 5/2013 le parole “il centro sperimentale di tartuficoltura della Regione, con sede a Sant’Angelo in Vado, svolge le seguenti funzioni:’ sono sostituite dalle seguenti: ‘I centri sperimentali di tartuficoltura della Regione, con sede a Sant’Angelo in Vado, già primo centro delle Marche, e Amandola svolgono le seguenti funzioni:’”.
E’ chiaro che votando il subemendamento, che è sostitutivo, cancelliamo l’emendamento.

Subemendamento 3/1/1. Lo pongo in votazione. Annulliamo e ripetiamo la votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 3/1. Decaduto.

Articolo 3. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Solo per dire che con la votazione di questo emendamento è ancora più chiaro che il centro di Amandola era l’obiettivo della Giunta, addirittura non è più nemmeno un centro decentrato, ma è al pari di quello di Sant’Angelo in Vado, voglio solo evidenziarlo e se non approvavo quella di prima, non condivido sicuramente questa nuova versione. Grazie.

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Il Presidente della Commissione Consigliere Putzu sta arrivando, mi ha telefonato e mi ha chiesto di aspettarlo, credo sia giusto perché su questo ha lavorato.

PRESIDENTE. Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Solo per precisare che stiamo approvando una serie di articoli in cui parliamo al singolare del centro sperimentale delle Marche, che in realtà dovrebbero essere tutti modificati, non so se dopo ci pensa il coordinamento tecnico, ma lo dico …

PRESIDENTE. In fondo voteremo il il coordinamento tecnico per trasformare il singolare in plurale. Grazie.

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Su questo articolo voglio ringraziare, oltre al Consigliere Carancini, che l’altra volta si è fatto promotore della risoluzione che abbiamo approvato e dell'emendamento che pure io ho firmato, il mio amico Consigliere Bilò, che si è impegnato per trovare una sintesi dopo questa discussione unitaria, il Consigliere Marinangeli e soprattutto il Consigliere Rossi, il relatore, e non è di poco conto la sintesi che abbiamo operato. Innanzitutto abbiamo fatto un atto di giustizia perché su questo articolo, ad esempio quando si parla di tabelle di identificazione, prima c’era scritto “centro di Sant'Angelo in Vado sede decentrata di Amandola”, è diverso, così è Sant'Angelo in Vado e Amandola, giusto riconoscimento come primo centro delle Marche.
Credo che oggi abbiamo fatto una buona operazione in quanto approviamo un atto verosimilmente all'unanimità e quando, lo dico al Presidente Latini, che converrà con me, un'Assemblea legislativa approva un provvedimento all'unanimità, sicuramente è giusta dato che è il frutto di una mediazione che riunisce. Non potevamo essere uniti intorno alla parola “decentrata”, è divisiva, invece la mediazione unisce e una legge deve essere sempre il frutto di una mediazione perché disciplina i comportamenti degli uomini.
Ritengo che il tempo che oggi abbiamo perso o meglio che abbiamo impiegato non sia stato perso, ma sicuramente utile, per cui su questo articolo voteremo favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ci sono certe affermazioni che dopo ore di dibattito di questo tipo faccio fatica a sopportare. Sinceramente penso che oggi abbiamo perso un sacco di tempo dato che questo tipo di lavoro, che è stato fatto in Aula, chiederei a tutti i Consiglieri di svolgerlo all'interno delle proprie Commissioni, sennò l’Aula diventa ostaggio di queste mediazioni, se le volete fare come PD per me non c'è problema, però fatele all'interno delle Commissioni perché questa seduta di oggi, e chiedo conferma al Presidente, doveva essere dedicata alle mozioni, avremmo dovuto andare avanti con l'approvazione delle mozioni, soprattutto di opposizione, invece anche oggi non abbiamo lavorato, cinque ore per approvare una leggina, senza togliere nulla all’argomento, ma comunque non è una norma che stravolgerà l'esito della Regione Marche, per carità, importante, ma trattata nella modalità più sbagliata possibile, non in mio nome, adesso esco, se la volete votare all’unanimità con queste modalità, fate voi, ma il Movimento 5 Stelle non ci sta più.

(La Consigliera regionale Ruggeri abbandona l’Aula)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Intervengo per dichiarare il voto favorevole. A me i maestrini o le maestrine mi fanno, politicamente parlando, venire l’orticaria.
Non è così, non è come è stato detto adesso, credo che oggi l’Aula abbia fatto qualcosa di utile.
Non è vero che certe necessarie mediazioni devono essere fatte in Commissione, l’Aula è sovrana e nella sua sovranità non può e non deve essere espropriata magari da un accordo in Commissione. Questo vale ancora di più per il Movimento 5 Stelle perché, se non sbaglio, non fa parte di quella Commissione e se avessimo operato quella mediazione sarebbe stato espropriato di un dibattito al quale aveva ed ha diritto di partecipare. Questo noi abbiamo fatto, abbiamo reso giustizia, non abbiamo fatto un'ingiustizia, questo è, l'Assemblea legislativa è sovrana, noi facendo questo l’abbiamo fatto, Presidente, anche per coloro che non fanno parte di quella Commissione, funziona così nelle Aule parlamentari. Ricordo che molti anni fa era così perché nelle sintesi e nelle mediazioni è l’Aula che è protagonista.
Parlando di mozioni, con la mediazione che noi abbiamo fatto, abbiamo reso questa legge coerente con la mozione che è stata approvata in questa Aula sul centro di Sant'Angelo in Vado e di Amandola, mentre la proposta che è venuta dalla Commissione di fatto demoliva quella risoluzione, oggi l'abbiamo resa coerente, abbiamo dato anche valore, se vogliamo, alle mozioni ed alle risoluzioni che legittimamente, questo sì, la Consigliera Ruggeri vuole discutere.
Per me possiamo fare anche una seduta domani, non è un problema, però ritengo che sia stato giusto quello che è stato fatto, l'Assemblea ha adottato un atto all’unanimità e nella sua sovranità ha sempre ragione anche a dispetto di qualche suo componente, che non capisco perché si senta irritato da una prerogativa che l'Assemblea, di cui fa parte, usa legittimamente ed anche opportunamente in quanto trasferisce qui un dibattito che altrimenti in Commissione non sarebbe appartenuto a tutti, ad esempio al Movimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione. Annulliamola e ripetiamo la votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Mi scusi, Presidente, sull’articolo 5, sul parere del centro di tartuficoltura, credo di aver sbagliato e di aver votato a favore mentre sono contrario perché secondo me è sbagliato non chiedere il parere al centro.

PRESIDENTE. Prendiamo atto, sull’articolo 5 il voto del Consigliere Rossi si trasforma da positivo a negativo.

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio il mio capogruppo Consigliere Marinelli che mi ha dato questa opportunità. Facendo parte della II Commissione voglio ringraziarla, così come il il Presidente Putzu e tutti i componenti, ma soprattutto l’Assemblea perché credo che oggi nella discussione per l'approvazione della proposta siano arrivati suggerimenti e contenuti importanti, di condivisione e quindi andremo a votarla all'unanimità.
Voglio ringraziare l'Assessore che ci ha rappresentato oggi in Aula e cosa ancora più rilevante ha preannunciato il tavolo di ascolto con le associazioni, abbiamo chiuso la quadra, una quadra in cui i territori e le associazioni sono protagonisti.
Ritengo che quest'Assemblea oggi abbia fatto, come dovrebbe essere per tutte le leggi, un accurato appello per affinare le norme non solo in Commissione ma, come ci ha insegnato in II Commissione il Presidente Putzu, si possono a volte anche concludere e migliorare nell’Assemblea legislativa. Come ha detto il Consigliere Cesetti questa è la sede per discutere e dare maggiore forza ai contenuti del provvedimento.
La Lega vota a favore, siamo fortemente convinti di aver fatto un'opera buona, tutto può essere migliorato, ringrazio l’Assessore Antonini per il buon lavoro che sta facendo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Voterò solo per disciplina di Partito perché, Presidente, lo dico guardando il nuovo Assessore Antonini, avrei votato decisamente contro e i contributi che sono pervenuti non mi avrebbero fatto cambiare idea, anzi.
Vedete, una norma come questa aveva bisogno di coraggio, il tema di cui si tratta oggi è la crisi del tartufo della nostra regione. Fa bene l'Assessore, con grande ritardo, a provare a recuperare una modalità che non è stata messa in campo con il tavolo di filiera, chiamando tutti gli attori che avrebbero riportato la fotografia.
Non siamo più quelli del 2010, quelli dei primi anni 2000, quando il tartufo in Italia era solo Alba e Acqualagna, oggi abbiamo la concorrenza dentro casa, non nelle Marche, in Italia, dalla Calabria, tanto per citarne una, dal Lazio, dall’Umbria, poi abbiamo quella internazionale che prima non era nemmeno citata. Assessore, non sapevamo nemmeno che esistesse il tartufo in Albania, in Croazia, in Inghilterra, in Grecia, in Romania, in Spagna, in Francia, che stanno lavorando con filiere di qualità, quello che dovremmo fare noi e che non facciamo con questo atto, è un remake delle due leggine che avevano fatto quelli di prima, fotografando una situazione quasi di testimonianza perché comunque eravamo ancora protagonisti.
Allora, cosa c’è qui? Gestione, Assessore, questa è una legge di gestione, avevamo bisogno … Sono d'accordo con il Consigliere Ciccioli, ha ragione quando dice che dobbiamo essere sfidanti, pensare ad un brand di qualità, alla dopo, a come tutelare, valorizzare, a mettere dei vincoli per garantire sia il reddito che la qualità, come fare formazione. Ci siamo arrovellati sul fatto che i centri dovevano essere due, sul fatto che uno era succursale, abbiamo bisogno di un’altra cosa, vogliamo essere un riferimento nazionale o vogliamo essere mediocri?
Ho detto che sarei stato breve in quanto i Consiglieri Biancani e Vitri, che votano contro, non si sono potuti esprimere.
Voto come il gruppo, non condivido nulla, però confido, Assessore, in un approccio completamente diverso, e non parlo di maggioranza e opposizione, se vogliamo essere sfidanti l'unica cosa che non possiamo mettere in campo sono percorsi di mediocrità e sia il percorso che abbiamo fatto in Commissione che questo in Aula certifica la mediocrità. Qualcuno ha detto che difendeva la proposta di legge uscita dalla Giunta, no, per me andava cestinata, forse facciamo ancora in tempo, votiamo questa e pensiamo oltre se vogliamo essere protagonisti, sennò ci dividiamo su un centro e facciamo i centrini.
Penso che dobbiamo essere riferimento nazionale, se non gli diamo quel taglio continuiamo a fare, come dice sempre il Consigliere Cesetti, delle leggi manifesto che non servono a nessuno solo per dire abbiamo cambiato la data, lei non l'avrebbe fatto, ma forse serviva anche per il 25 settembre ed ecco che abbiamo partorito questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Ci fa piacere che il Consigliere Mangialardi partecipi al voto così come il resto del gruppo del Partito Democratico. Chiedo scusa a tutti per il ritardo, ma ero a Roma per impegni personali, ma volevo essere qui per votare questa proposta di legge a cui tengo molto.
Voglio ringraziare in primis il relatore di minoranza, il relatore di maggioranza Consigliere Rossi, che con passione …, a volte magari con qualche dibattito in più, però riusciamo sempre a trovare la quadra. Mi preme ringraziare i membri della Commissione di cui sono Presidente, in particolare il Consigliere Cesetti, che ha chiesto di aspettarmi pubblicamente e, battuta a parte, la cosa più seria, per aver trovato insieme ai Consiglieri Marinangeli, Bilò ed altri la quadra sul subemendamento, che hanno firmato, perché non possiamo dividerci su una parola.
Condivido in parte quello che ha detto il Consigliere Mangialardi, che dobbiamo essere protagonisti, ma questa legge …, e voglio ringraziare l’Assessore Antonini con il quale ci siamo sentiti spesso, per aver chiesto a me ed agli altri della Commissione come potevamo trovare la soluzione migliore. Noi tutti, caro Consigliere Mangialardi, presumo che questo sia un interesse di tutto il Consiglio regionale ed oggi lo dimostriamo, vogliamo che le Marche tornino ad essere protagoniste anche sull'aspetto legato al tartufo, dato che crediamo che possa essere associato ad un brand Marche per promuovere il nostro territorio. Di questo tutti ne siamo consapevoli, ne siamo consapevoli talmente tanto che abbiamo visto …, purtroppo non appartiene a questa maggioranza, ad una parte del suo gruppo, quindi non deve riferirsi a noi, ma al suo gruppo e non a tutto, ci mancherebbe altro, a quei Consiglieri che pretestuosamente non votano perché magari non c’è scritto qualcosa che loro volevano per portare una bandierina a casa, ma è stato spiegato. Ho avuto modo di ascoltare, grazie a Dio abbiamo la diretta su you tube, come tanti cittadini mentre ero in auto, ed ho apprezzato le parole dell’Assessore Antonini che ha spiegato che non sarebbe cambiato nulla, tanto che la soluzione … Ovviamente ritengo che il Consigliere Biancani non voterà questa legge, perché voleva cancellare Amandola? Non lo so, questo a noi non interessa, non interessa la politica legata al personalismo, a noi interessa la politica legata al territorio.
Voglio ringraziare il Consigliere Rossi perché è riuscito con grande coraggio, ma anche e soprattutto con capacità, insieme agli altri colleghi, a trovare una soluzione, mentre il Consigliere Biancani scappa, il Consigliere Rossi rimane in Aula, nonostante siano della stessa zona, ha capito che può raccontare che ha portato a casa una norma importante per il suo territorio, ma soprattutto una norma rilevante per tutte le Marche.
Colgo l'occasione nell’evidenziare che magari qualcuno anche del suo partito sta scappando, se ne va via, non so per quale motivo, prima chiedono …

(interventi fuori microfono)

Andrea PUTZU. C’è chi scappa e chi rimane ed io apprezzo sempre chi rimane in Aula perché la votazione significa metterci la faccia.
C’è stato un dibattito in Commissione, l’atto così come portata dalla Giunta …, anche questo credo sia fondamentale, Consigliere Mangialardi, lei dice che bisogna strapparla e buttarla nel cestino, io dico invece che l’abbiamo migliorata con il contributo di tutti e che il voto favorevole dei Consiglieri Cesetti e Mastrovincenzo dimostra che le persone che sono nella nostra Commissione vogliono lavorare insieme per costruire una regione Marche che possa essere protagonista, anche su questo territorio, su questo settore, soprattutto che possa tornare ad essere protagonista, come gli altri prima di noi, purtroppo, non sono riusciti a fare. E’ proprio per questo che anche con questa legge realizziamo in parte i vostri sogni, aggiungo che il voto di Fratelli d’Italia è favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 136. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Con questa votazione si conclude la seduta odierna del Consiglio regionale, vi ringrazio. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Le votazioni sono tutte falsate, favorevoli 21, in realtà non siamo 21, c’è l’unanimità, non c’è problema.
La seconda cosa, vorrei chiarire qual è l’ordine del giorno della seduta del 6 perché noi interrompiamo adesso la seduta, ma avevamo una proposta di legge sulla modifica dello Statuto ed una serie di altri atti, voglio capire: il giorno 6 ricominciamo da dove abbiamo interrotto oggi, proseguendo con le mozioni?

PRESIDENTE Il giorno 6 si ripartirà con al primo punto le interrogazioni, credo che ci sarà posto anche per l’interpellanza n. 16 abbinata alle interrogazioni nn. 604 e 622, poi proseguiremo con la proposta di legge n. 138 e con la proposta di legge statutaria ed a seguire gli altri atti che saranno posti all’ordine del giorno.

Carlo CICCIOLI. Quindi l'ordine del giorno che abbiamo ricevuto per il 6 viene aggiornato in questo modo.

PRESIDENTE. Viene rifatto ex novo, a parte gli atti ispettivi che nel frattempo si possono in qualche modo ricomporre rispetto all’ordine del giorno di ieri, però il primo atto è la proposta di legge n. 138 oltre alle altre.

Carlo CICCIOLI. Va riscritto.

PRESIDENTE. Certo. Vi ringrazio e buona serata a tutti voi.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 18,15.