#MARCHEUROPA, DIAMANTI AI GIOVANI AMMINISTRATORI: "IL LEGAME CON IL TERRITORIO DIVENTI L'ANTIDOTO ALLE PAURE"
Nella ricerca a firma LaPolis una fotografia dei marchigiani e delle loro paure. Diamanti: “Le Marche erano Italia di mezzo, oggi sono ‘in mezzo’ all’Italia. La paura è al centro del dibattito politico. Il legame con il territorio diventi l’antidoto alle paure”. Il tema del lavoro in cima alle preoccupazioni, meno fiducia nelle istituzioni, ma maggiore partecipazione civica.

“Il legame con il territorio diventi l’antidoto alle paure”. Con questa esortazione rivolta ai giovani amministratori il professor Ilvo Diamanti, docente di analisi dell’opinione pubblica e di scienza politica all’Università di Urbino, presidente de LaPolis (Laboratorio di studi politici e sociali), ha concluso il suo intervento alla prima giornata di seminari di #Marcheuropa. Di fronte ad un auditorium composto di giovani amministratori pubblici, consiglieri regionali, rappresentanti dei sindacati e degli enti locali, Diamanti ha proposto un’articolata riflessione sulla percezione della realtà e sulla paura che sta allineando le Marche alle altre regioni italiane. Al professor Diamanti è stato affidato il compito di concludere il seminario “Percorsi dell’identità regionale prima e oltre la crisi”. “Le Marche erano l’Italia di mezzo – ha spiegato Diamanti, riferendosi alla definizione di Terza Italia - oggi sono in mezzo all’Italia”. Dopo aver descritto le condizioni economiche e sociali che a lungo hanno caratterizzato le Marche e altre regioni dell’Italia centrale, come l’Italia, “un’area di piccole e piccolissime imprese, un’area dove c’era complicità tra economia e società, un’entità autonoma e specifica, anche dal punto di vista politico”. In sintesi “c’erano le Italie, oggi c’è l’Italia, un passaggio a cui le Marche non sono estranee, ma direttamente coinvolte.” Questo processo di “italianizzazione” è alimentato, secondo Diamanti, da paure condivise. E sulla strategia di erigere barriere, riferendosi alle recenti iniziative di alcuni stati europei, definisce i muri “entità simboliche”. “Non esistono muri che possono fermare processi come gli attuali flussi migratori, i veri muri vengono scavalcati dalla globalizzazione”. E Diamanti mette in guardia dall’utilizzo “politico” di queste paure condivise. “Questa è la società della paura, perché politicamente rende di più rispetto alla speranza. E’ evidente che se ti sfidi a colpi di paura, moltiplichi le paure. Oggi sembra più importante la paura del presente , che l’immaginazione del futuro”. Come superare la paura? Due le indicazioni proposte da Diamanti ai giovani amministratori. La prima è quella di misurarsi non solo con la realtà, ma anche con “la percezione di essa”. E a questo proposito cita alcuni dati raccolti da Nando Pagnoncelli, che dimostrano quanto in termini percentuali si stia allargando la forbice tra dati reali e percepiti su materie come la disoccupazione, l’invecchiamento della popolazione, la presenza degli straniere e dei musulmani. “Attenti – mette in guardia Diamanti - perché la distorsione della percezione rispetto alla realtà diventa paura. Perché il territorio non ci protegge? Qualsiasi governo deve operare per costruire la società che è fatta di relazioni. Più sei in mezzo agli altri e meno hai paura, per controllare le percezioni occorre costruire legami”. La seconda indicazione è quella di ricostruire il territorio. “Non solo l’ambiente, ma uno spazio da condividere. E per condividerlo devi riconoscere lo spazio. Esistono altri confini che vi definiscono meglio delle Marche? Discutetene, ma ritrovate i vostri confini. Siamo ancora marchigiani e italiani? Tenetevi caro il vostro territorio, il legame con il territorio diventi l’antidoto alle paure”.


La ricerca “Come sono cambiati i marchigiani? Opinioni e orientamenti. Di ieri e di oggi”

Luigi Ceccarini, docente di Metodologia della ricerca sociale e politica e di società e politica, e Fabio Bordignon, docente di scienza politica, entrambi dell’Università di Urbino, hanno introdotto i dati della ricerca su “Opinioni e orientamenti. Di ieri e di oggi”. Nella nuova ricerca de LaPolis, condotta su un campione di 1000 cittadini, le Marche sono più allineate al dato nazionale sulla soddisfazione, rispetto al 2007. Nello stesso tempo però si registra un incremento della partecipazione civica dei marchigiani, sia nell’impegno politico che in quello sociale, attraverso forme tradizionali, come la politica o le manifestazioni di protesta, ma anche in direzione di modalità nuove che ricorrono alla Rete e a stili di consumo critico. Disoccupazione e qualità dei servizi sono le prime emergenze: il 45% delle persone interpellate dal sondaggio indica il lavoro come questione di prioritario rilievo. Al secondo posto la qualità dei servizi sociali e sanitari, segnalata dal 20%. Oltre la metà degli intervistati denuncia un declino delle opportunità di lavoro (57%), così come della qualità dei servizi sanitari (55%), dati cresciuti in modo sensibile rispetto alla precedente rilevazione. Un intervistato su tre si dichiara comunque soddisfatto dell'assistenza sanitaria pubblica, un dato sostanzialmente allineato con quello di dieci anni fa. Mentre, nello stesso intervallo temporale, è scesa di nove punti la soddisfazione della scuola pubblica (40%). Poco sopra il 30% troviamo anche il gradimento delle ferrovie (32%) e dei trasporti urbani (35%), in quest'ultimo caso con una flessione di ben 16 punti. Nonostante la percezione, diffusa, di un deterioramento delle condizioni di vita, ben l'83% degli intervistati si dice soddisfatto (molto o abbastanza) di vivere nelle Marche. Una quota analoga è soddisfatta di vivere nella propria provincia. Inoltre, la maggioranza relativa - il 48% - continua a ritenere che, nelle Marche, si viva meglio rispetto alle altre regioni.

Il dibattito
All’interno dello spazio dedicato al dibattito sono intervenuti consiglieri regionali, amministratori locali e rappresentanti sindacali. Hanno preso la parola i consiglieri Luca Marconi (Udc) e Mirco Carloni (Area popolare – Marche2020). Di seguito Marco Luchetti (ex assessore regionale al lavoro), Carlo Carboni (docente di sociologia Univpm), Sauro Rossi (segreteria regionale Cisl) e alcuni giovani amministratori locali. All’iniziativa erano presenti anche la vicepresidente Marzia Malaigia, la consigliera regionale Elena Leonardi (Fd’I), il presidente del Co.re.com. Pietro Colonnella e la presidente della Commissione regionale pari opportunità Meri Marziali.
(l.v.)
Comunicato n.150, Venerdì 15 Aprile 2016