CONSIGLIO IN DIRETTA/4
IL DIBATTITO SUL LAVORO Dopo gli interventi introduttivi degli assessori, hanno preso la parola tutti i gruppi consiliari. Tante le valutazioni e le proposte al centro del confronto, dal reddito minimo garantito alla zona franca per incentivare gli investimenti. Le opposizioni hanno insistito su misure immediate e straordinarie a sostegno delle famiglie del Piceno. Condivisa dalla maggior parte dei consiglieri la richiesta di ulteriori occasioni di approfondimento sull'occupazione.

 immagine primo piano Il dibattito sul lavoro è stato aperto dal consigliere regionale Gino Traversini (Pd), presidente della seconda commissione sviluppo economico, che ha insistito sulla necessità di "una politica nazionale a sostegno di quella regionale, altrimenti è difficile arrivare a risultati" e si è augurato che al termine del confronto venga redatto un documento unitario che "dia forza a quello che stiamo facendo con prospettive nazionali". Il consigliere Gianluca Busilacchi (Mdp – Gruppo misto) ha sostenuto "la necessità di intervenire con maggiore efficacia su due temi: la riforma degli ammortizzatori sociali, ripartendo dall'inclusione lavorativa ed evitando la frammentarietà nella distribuzione delle risorse, e il piano di sviluppo per creare occupazione. L'occupazione non la crea la Giunta, ma le categorie, le forze sociali, le imprese, insieme a una politica industriale". Per il gruppo Movimento Cinque stelle ha preso la parola il consigliere Peppino Giorgini che ha spiegato la misura del reddito minimo garantito, "per il reinserimento nella vita sociale e lavorativa, per garantire dignità all'individuo e alla famiglia". Giorgini ha presentato dati dell'Istat e di Orizzonte lavoro, contestando alcuni numeri presentati dalla Giunta regionale, "in sette anni abbiamo raddoppiato il numero di disoccupati", e ha presentato il contenuto di una proposta di risoluzione, "cinque punti, nell'ultimo l'invito a prendere provvedimenti straordinari per i disoccupati con figli a carico". "26700 famiglie nel Piceno sono senza reddito – ha detto il capogruppo della Lega Nord Sandro Zaffiri - Non possiamo più scherzare. Le attuali disposizioni emanate dal Governo centrale, nonostante ci siano i soldi, non possono arrivare ai lavoratori in difficoltà, perché ci sono delle blindature come l'Isee a 6.600 euro. Non arrivano i soldi, queste persone non riescono a curarsi. Per gli investimenti bisogna avere il coraggio di chiedere al Governo una zona franca, aiutando le imprese ad aprire. Occorre a monte una volontà politica per rimuovere gli ostacoli. Siamo in una situazione difficile, servono fatti concreti, un accordo di programma tra Mise e Regione Marche, un patto per lo sviluppo". Per il consigliere Sandro Bisonni (Gruppo misto) il reddito di cittadinanza, citando la situazione della Germania, può trasformarsi "in una droga", sebbene il concetto sia giusto. "Sono emerse tre problematiche. La prima è che i centri per l'impiego non funzionano così come sono. La seconda è che ci sono tante persone che hanno bisogno di un'assistenza immediata, perché gli ammortizzatori sociali sono finiti. Il terzo punto è creare lavoro nel territorio". Secondo la capogruppo di Fratelli d'Italia Elena Leonardi "tutte le politiche hanno creato delle risposte insufficienti, con strumenti che non sono andati a buon fine o sono inadeguati. Anche a livello nazionale non si è riusciti a dare delle risposte giuste. Per noi il lavoro è dignità e il reddito di cittadinanza rischia di creare assistenzialismo. Siamo in ritardo, tardiamo in un'azione incisiva con il Governo. Occorre aprire un tavolo che dia risposte urgenti e immediate". L'assessore alla cultura Moreno Pieroni ha criticato le due risoluzioni proposte dalle opposizioni: "Ho letto queste due risoluzioni, sono tutti annunci, buone intenzioni. Non possiamo continuamente prendere in giro le persone. Era più corretto proporre qualcos'altro con numeri e sostanza. Avete fatto solo slogan". Per il consigliere regionale Piero Celani (FI) "la priorità, dopo la riforma delle Province, era mettere mano a tutta la riforma della formazione professionale e dei centri per l'impiego. Se non indaghiamo sui territorio, i soldi Fse sono buttati al vento. Da due anni e mezzo i nostri addetti girano i pollici, gli uffici periferici sono allo sbando" e ha manifestato scetticismo sull'area di crisi complessa, "meglio un patto di sviluppo con il Governo, come quello fatto dal Molise". Ha chiuso la serie di dichiarazioni il consigliere Luca Marconi (Udc), che ha apprezzato gli interventi degli assessori Bravi, Bora e Casini e si è detto "tranquillo" perché la Giunta ha spiegato nel dettaglio l'utilizzo delle risorse.
ore 13.25
(l.v.)
Martedì 13 Marzo 2018